IL LEGAME DELLE DUE ISOLE DELLA TRINACRIA: LA SICILIA E L'ISOLA DI MAN

(Relazione di Raleigh Trevelyan in atti del seminario di studio "I Whitaker di villa Malfitano", tenutosi in Palermo il 16 - 18 marzo 1995 su "I Whitaker di villa Malfitano" a cura di Rosario Lentini e Pietro Silvestri, pubblicati dalla Fondazione "Giuseppe Whitaker" con il patrocinio dell'Assessorato dei beni culturali, ambientali e della pubblica istruzione della Regione siciliana nel dicembre 1995).

Gli studiosi della storia dei Whitaker sanno che la signora Tina detestava il baglio di Marsala, non meno di Effie Whitaker, moglie di Joss, e della duchessa di Santa Rosalia. Quando Tina sposò Peppino o Pip, lui stava già lavorando a Marsala, come assistente di un altro Joseph Whitaker, "cugino Joe". Si erano sposati il 30 giugno 1883, ma dopo diciotto mesi, nell'85, Tina rifiutò assolutamente di rimanere in quel posto tanto noioso, e Peppino dovette comprare il piano di "Malfitano" per preparare la costruzione di una dimora che doveva essere più grande e sontuosa di quelle delle cognate Effie di via Cavour e Maude di Villa Sofia.

Questa decisione di Tina portò con sé qualche problema per il baglio, perché il "cugino Joe" morì poco tempo dopo, e nello stesso anno, '85, l'amministratore Richard Brown Cossins voleva lasciarlo dopo 40 anni di servizio.

Nel mio libro ho detto che Cossins era "ottimo e efficiente", e non c'é dubbio che era responsabile di una parte importante del successo enorme della ditta e delle ricchezze della famiglia Whitaker. Questa opinione su Cossins è confermata nella guida famosa di Sicilia, Murray & Handbook, pubblicata nel 1864 e scritta da George Dennis, console inglese a Palermo dopo il '69.

Per i giovani Whitaker, specialmente Pip, Joss e Bob, Cossins fu non soltanto amministratore ma quasi come uno zio. Pip ha scritto di giornate meravigliose con lui a Favignana sullo yacht "Emily". Forse fu proprio Cossins che suggerì a Pip la possibilità di fare gli scavi a Mozia.

La prima moglie di Cossins fu Emma Gill, una parente di Gill del baglio "Gill & Corlett". In questo baglio c'era un legame di parentela, perché i Gill e i Corlett erano cugini. Anche la moglie di "cugino Joe" era una Corlett. E questa donna era la zia di Effie Whitaker. Questo "cugino Joe", incidentalmente, è sempre chiamato dai Whitaker il "cadavere mancante", perché, quando il vecchio cimitero inglese a Marsala fu venduto, dopo la seconda guerra mondiale, e le salme furono trasferite altrove, avvenne un fatto sensazionale: la tomba del "cugino Joe" era vuota.

Le famiglie Gill e Corlett venivano dall'Isola di Man, nel mare irlandese, un posto ventoso e umido, ma si dice abbastanza bello, che non ho mai avuto il desiderio di visitare. Però una cosa interessante è che nella prima metà dell'Ottocento, molti degli Inglesi che lavoravano a Marsala erano dell'Isola di Man.

I discendenti di Cossins dicono che malgrado la sua nascita a Exeter, in Devon, era d'origine Manx, come noi chiamiamo quelli che vengono da quella Isola.

John Christian, aiutante del secondo Woodhouse, era un Manx, e vedo in un albero genealogico che i Christian erano parenti dei Gill e dei Corlett, ed anche della famiglia Stephens. E' possibile, allora, che Richard Stephens, il socio di Benjamin Ingham, fosse anche lui un Manx?

L'origine di questa connessione con l'Isola di Man proviene ovviamente dal fatto che la moglie del primo John Woodhouse era una Manx. John Christian, forse suo nipote, venne a Marsala come bottaio. Anche il padre di Emma Gill, moglie di Cossins, era bottaio.

L'sola di Man era famosa allora per i suoi bottai, che facevano le botti per la birra. Ma adesso l'Isola di Man è, per noi, in Inghilterra, anche famosa come un "porto franco", dove persone ricche possono vivere senza pagare le tasse della Gran Bretagna.

L'isola di Man ha delle leggi locali e francobolli differenti dai nostri. E' anche famosa per due altre cose. I gatti Manx nascono senza coda. E l'Isola ha come suo emblema, la Trinacria, con le solite tre gambe, però non nude come in Sicilia, ma con gli stivali e senza la testa della Gorgone. L'Isola di Man è più fredda.

Richard Brown Cossins, 1823-1898, fu molto amico di Benjamin Ingham junior, che lo aiutò con investimenti finanziari in America. Una delle rare lettere scritte da Cossins è del '51, dove dice che l'intera produzione di vino in Sicilia ammonta a quattrocentomila pipes nelle annate buone. Nella zona di Marsala si producono annualmente da trenta a quarantamila pippe, per metà esportate in Gran Bretagna, Malta e altre colonie e per un terzo in diverse zone, nel Mediterraneo e negli Stati Uniti.

Ma Cossins si riveste di un interesse particolare, ai nostri occhi, per la sua parte negli eventi a Marsala, nel maggio 1860. A quel tempo era viceconsole a Marsala, un posto tenuto normalmente da Benjamin Ingham junior, ma questo Ingham - per evitare i pericoli della rivoluzione imminente in Sicilia - era scappato negli Stati Uniti con sua moglie Emily.

Il 6 maggio il generale Letizia sbarcò a Marsala, dove c'erano dimostrazioni contro i Borboni, e dette ordini a tutti nella città, gli Inglesi inclusi, di cedere le armi. Cossins rifiutò, e disse che Letizia poteva fucilarlo. Per fortuna questo non fu necessario, ma le armi furono in ogni modo portate via dai bagli con forza.

Immediatamente, dunque, Cossins mandò una richiesta urgente per la protezione dei bagli al Comando navale inglese a Malta. Fu per questa ragione che le navi da guerra, "Arbus" e "Intrepid", sotto il comando di Winnington Ingram, arrivarono a Marsala il 12 maggio. Il Winnington Ingram era anche un grande amico dei Whitaker e Pip Whitaker racconta che l"'Argus" lo aveva portato a quel ternpo dalla scuola a Malta fino a Palermo.

Winnington Ingram scese a terra a Marsala verso le undici e andò subito da Cossins, come viceconsole, al baglio Ingham, dove c'era anche Humphrey Hervey, "don Onofrio" per i marsalesi, amministratore dei Woodhouse, certamente non tanto efficiente come amministratore quanto Cossins. Mentre Winnington Ingram stava conversando con loro, ricevette la notizia che due piroscafi sardi stavano venendo verso terra pieni di uomini armati.

Gli eventi che seguono sono molto familiari a tutti i presenti. Winnington Ingram scrive nel diario: «Erano visibili un vapore di guerra e una fregata a vela napoletani. Il primo, inalberando segnali, accostava rapidamente. Era un momento critico». Cossins issò subito la bandiera del "Union Jack" sui bagli, quando il vascello napoletano aprì fuoco sul molo. Poi con Winnington Ingram e il comandante dell"'Intrepid", Marryat, imbarcò su una scialuppa, e come dice Winnington Ingram: «Portandoci a bordo del vascello napoletano onde pregarne il comandante di dirigere il fuoco in modo da risparmiare gli stabilimenti vinicoli inglesi. Con nostra sorpresa l'ufficiale in questione portava un bell'uomo inglese anglo-cattolico ( ... )». L'ufficiale si chiamava Guglielmo Acton, il futuro ammiraglio e ministro della Marina dell'Italia unita. Tutte le promesse furono vane.

Lo Ingram scrisse: «Una vera e propria tempesta di palle e proiettili d'ogni sorta, sparati dai cannoni dalle fiancate della fregata napoletana, ci passò sopra il capo, diretta al molo. Il tiro era però roppo corto. Ciò non toglie che una delle palle entrasse nello stabilimento vinicolo del signor Woodhouse e per poco non uccidesse la signora Hervey».

Alle cinque della mattina seguente, Cossins andò di nuovo sull"'Argus" con le notizie che i Garibaldini erano usciti da Marsala, e che Garibaldi aveva mandato a chiedere se Ingram poteva ricevere a bordo dell'"Argus" gli equipaggi dei vapori sardi provenienti da Genova. Ingram non poté accettare questa richiesta, poiché si sarebbe trattato di violazione della neutralità. Cossins certamente non si sentì neutrale.

Garibaldi prima di partire da Marsala gli fece dono della bandiera del "Lombardo". Il console, pieno di tanta ammirazione per il suo eroe, andò a cavallo con i Mille per qualche chilometro, tornando con lettere di Garibaldi, Tiirr, Sirtoni e altri per le rispettive mogli e figlie.

Qualche lettera e alcuni documenti dei giorni che seguirono sono tenuti ancora dai discendenti di Cossins, e copie sono al Royal Cmmission of Historical Archiv a Chancery Lane, Londra. Quasi tutte lettere, sono di Tiirr, ma c'è una breve lettera di Garibaldi e ce ne sono due di Sirtori e una di La Masa. Le lettere di Tiirr danno dettaglio del progresso dei Garibaldini, ovviamente nella speranza che potessero essere utilizzate per propaganda sui giornali inglesi. Spesso, lettere da spedire alle famiglie dei Garibaldini vi sono incluse: ci sono anche richieste di ricoverare gli uomini feriti in uno stabilimento inglese.

Questa è la lettera di Garibaldi il 13 maggio: «Lei fu tanto gentile con me che mi fò ardito di inviarle le annesse lettere perché si compiaccia di spedirmele per Genova. Comandi in ogni occasione. Il suo devotissimo Giuseppe Garibaldi».

Cossins risponde: «Il Generale Garibaldi può contare con certezza che le due lettere per Genova saranno puntualmente inviate alla prima occasione sicura, probabilmente con legno a vela pronto a partire da questo per Malta; mentre le comunicazioni portate alla capitale sono già interrotte. Lo scrivente si offre con piacere in tutte le occasioni in cui potrà ssere utile ... Si pensa di mandare la prima lettera (una lettera di Tiirr) al corrispondente del giornale Times a Malta».

Il 14 maggio Tiirr, a Salemi, notò l'arrivo di piccole squadre arinate. «In questo modo abbiamo più di 15.000 uomini. I frati francescani sono eccellenti, e vari di loro si sono messi alla testa con la croce e la spada in mano». Più tardi scrisse Cossins alla richiesta di Garibaldi di dare pubblicità ai suoi due decreti. Il 15 maggio c'è un'altra lunga lettera coll'indirizzo "Avanti Calatafimi". «La nostra perdita è dolorosa ma gloriosa. I figli di Mann e di Garibaldi sono feriti, ecc. ecc. Prego se ci sono le navi di inviare queste lettere allegate».

La collezione Cossins, contiene anche una copia del famoso messaggio catturato dal Generale Landi, «Soccorso, pronto soccorso ecc.», con una nota annessa di Tiirr, rassicurando Cossins che «il Gran Comandante non fu ucciso, per la fortuna d'Italia».

Il 16 maggio mandò il rapporto che i napoletani si erano ritirati ad Alcamo. «I loro feriti dicevano che noi siamo tanti leoni arrabbiati... Il Generale mi incarica di salutarvi e ringraziarvi per tutta le vostra bontà!». Mandò a Cossins un'altra lettera da Garibaldi e una copia dell'ordine del giorno, che Cossins passò, via Malta, a Goodwin, il console inglese a Palenno.

Ci sono molte altre lettere con descrizioni delle battaglie da parte di Goodwin. Il 25 maggio Cossins inviò alcuni giornali inglesi a Tiirr: «Speriamo di avere presto il favore di ragguagli sulla scena finale del primo atto, da una penna che non sa esagerare né mentire. Sembra che finalmente la tiepidezza di questa città (Marsala) comincia a sciogliersi, e che il crasso egoismo dia luogo a sentimenti più generosi. Gli ammalati vanno bene».

Finalmente da Tiirr la lettera del 28 maggio: «Dopo tre quarti d'ora di fuoco ieri mattina alle ore nove, aiutato dal popolo palermitano, con sassi, stili, bastoni ed altro, l'immortale Garibaldi con i piemontesi e gran parte delle squadre entrarono vittoriosamente in Palerrno».

Intanto Winnington Ingram scriveva nel suo diario che era ritornato a Marsala il 16 maggio, dove si celebrava la vittoria a Calatafimi, certo non tiepidamente. Andò alla casa del signor Gill, suocero di Cossins, dove stavano i Garibaldini feriti. Ogni volta che Winnington Ingram venne a Marsala visitò Cossins. Il 26 giugno c'era un grande ballo al baglio Woodhouse, dove c'era una presentazione speciale dagli Inglesi a Cossins.

Altre lettere negli archivi della famiglia Cossins, degli anni seguenti, sono scritte a Benjamin Ingham junior, spesso riferendo di banditi nelle vicinanze di Marsala.

Il 16 agosto '65, Cossins scrisse a Firenze con l'ordine di non issare l"'Union Jack" sopra i bagli, senza ragione.

C'è ancora una lettera lunghissima dal padre di Emma Cossins, Joseph Gill, con una descrizione della rivoluzione del '66, ma mi sembra che la lettera che ho citato nel mio libro della signora Whitaker, conosciuta come "La Vescovina", perché era figlia di un vescovo, è più drammatica.

Emma Cossins morì a Marsala nel '71. Cossins sposò come seconda moglie Elisa Legge. Una figlia di Emma sposò Harry Twelves, agente per Woodhouse a Malta. Un'altra figlia sposò Charles Gray, il successore nel 1885 di Richard Cossins come amministratore della ditta Ingham Whitaker, anch'egli un uomo molto bravo ed efficiente. Questi due ebbero una figlia che sposò Tim Edwards, l'amministratore di Woodhouse.

Trinacria, la Sicilia e l'Isola di Man, è rimasto fino alla vendita di Woodhouse e Ingham Whitaker nel 1928. Ma si può dire che c'è ancora un legame di parentela, perché la bis-bisnonna di William Richards, era una Corlett, una Manx.