GLI INTERESSI CULTURALI E SCIENTIFICI DI JOSEPH WHITAKER

(Relazione di Pietro Silvestri in atti del seminario di studio "I Whitaker di villa Malfitano", tenutosi in Palermo il 16 - 18 marzo 1995 su "I Whitaker di villa Malfitano" a cura di Rosario Lentini e Pietro Silvestri, pubblicati dalla Fondazione "Giuseppe Whitaker" con il patrocinio dell'Assessorato dei beni culturali, ambientali e della pubblica istruzione della Regione siciliana nel dicembre 1995).

La documentazione dell'Archivio di villa Malfitano a disposizione degli studiosi(1) permette di aprire nuovi spiragli e nuove visioni sulla complessa vicenda umana, culturale ed imprenditoriale della "dinastia" anglo-siciliana.

Certamente, a prima vista, l'archivio differisce notevolmente da quello rnarsalese, depositato attualmente presso l'Azienda vinicola Pellegrino, che si distingue per il carattere prettamente economico ed è basato essenzialmente su copialettere di corrispondenze e su documentazione contabile e finanziaria.

Esso è stato ampiamente, ma non definitivamente, scandagliato in occasione dei precedenti convegni sulla Famiglia, nei seminari sugli Inglesi, manifestazioni svoltesi a Marsala nel 1985 ed a Trapani nel 1990.(2)

Già in occasione del secondo convegno, come anche in questa sede, abbiamo potuto ottenere interessanti comunicazioni sulle grandi passioni, archeologia ed ornitologia, di Joseph Whitaker junior, e ad esse naturalmente, per la vastità dei temi e per l'importanza degli stessi rinvio l'ascoltatore ed il lettore.(3)

Pur avendo, in occasione dei convegni precedenti ed in altre sedi, curato aspetti economici e finanziari delle attività della Famiglia, con riferimento alle esportazioni ed agli investimenti americani, ho preferito, in questo caso, analizzare delle carte che, seppur sicuramente minori nella visione generale delle attività dei Whitaker, mi sembra rivestano taluni motivi di sicuro interesse culturale e scientifico, oltre a perfezionare - forse con dettagli non importantissimi - l'affresco generale della vita e del costume di quei ceti e di quell'epoca.(4)

Assai indicativa è in questo senso la documentazione relativa alla anglosassone "Sicilian Society for humane education and for the protection of animals", ufficialmente denominata così, proprio in lingua inglese: si tratta, evidentemente, della filantropica ed animalista "Società siciliana per l'educazione umana e per la protezione degli animali", che, senza far grandi sforzi, ci sembra richiami, sia pure a livello di élites a vario titolo aristocratiche, una attuale tendenza al mecenatismo sociale ed all'ecologismo animalista.

La documentazione di riferimento è essenzialmente basata su due rapporti, l'uno manoscritto con minuta ed elegante grafia di Joseph Whitaker, relativamente agli anni 1897-1907, l'altro invece dattiloscritto, probabilmente dallo stesso, e relativo al consiglio del 1925.(5)

Il rapporto più antico ci fornisce un elenco completo dei membri del consiglio nell'anno 1907, sotto il patronato di re, regina e regina madre d'Italia. La sede della Società era ubicata in via delle Croci, ed era dotata di telefono: a puro titolo di curiosità ne forniamo il bassissimo numero d'abbonamento, vale a dire il "259".

Joseph Isaac Whitaker ne era presidente, mentre la vice-presidenza era affidata al commendatore F. Varvaro-Pojero. Direttore ne era Mr. H. P. Brown, e Tesoriere il commendatore Savarino. Il ruolo di segretario era espletato dal commendatore V. Spataro. Rappresentante municipale era G. Pitré, e revisori dei conti il commendatore E. Varvaro ed il cavaliere A. Scaerf. Altri soci erano il cavaliere V. Beltrami, R. S. Whitaker, il cavaliere L. Lanza di Scalea, il cavaliere E. Napoli ed il dottor E. Parlato.

Una nota precede il rapporto, laddove si prega di fornire alla Società tutti quei casi che possano essere di interesse per la stessa, indicizzando ogni nota al direttore Mr. Brown.

L'introduzione generale del rapporto decennale chiarisce le motivazioni della stesura dei medesimo in lingua inglese, in maniera da fornire ai consoci ed agli amici britannici privi di padronanza della lingua italiana e residenti in Inghilterra, la possibilità di essere informati - almeno ogni dieci anni - sulle attività e sulla storia dello stesso sodalizio, considerato il fatto che il rapporto annuale veniva steso in lingua italiana.

La Società era stata effettivamente fondata nel 1896 proprio da Giuseppe Whitaker e con la specifica finalità di creare un sodalizio che si occupasse della protezione degli animali. Questa iniziale finalità fu criticata da gruppi di cittadini che ritenevano insopportabile l'idea che si pensasse alla protezione delle bestie, mentre fanciulli poveri ed abbandonati potevano essere sottratti ai pericoli della strada.(6)

Lo stesso Joseph Whitaker fondò allora la Società Umanitaria Educativa per l'infanzia abbandonata e per la protezione degli animali, unificando le due iniziative filantropiche ed ottenendo per entrambe l'Alto Patronato di S. M. Margherita, regina d'Italia.

Con volontà ed impegno e con cospicue oblazioni sia della famiglia Whitaker che di personalità cittadine e straniere, la Società riuscì a superare varie difficoltà economiche, acuite successivamente dal lungo periodo bellico, ottenendo in seguito l'appoggio anche delle autorità locali, che inserirono un rappresentante municipale nel Consiglio del sodalizio.

Bisognerà attendere il 1924 per vedere staccarsi i due diversi tronconi filantropici originali, allorquando la Sezione per la Protezione degli Animali cominciò a disimpegnarsi dalla Società Madre, sgravandola delle spese e venendo finanziata tramite specifiche oblazioni. (7)

Una signora americana, Catherine Olney, visitò la Sezione, ed esternò il proprio disgusto per le cattive condizioni ed il trattamento dei cavalli e dei quadrupedi in genere, adibiti ai servizi pubblici cittadini: in tale occasione la stessa donò L. 23.000 per le prime necessità, inviando poi in seguito altre ingenti somme.

Una sottoscrizione, curata dal generale Pedicini, ebbe luogo nel feb- braio del 1925, fruttando circa L. 21.000, mentre la principessa di Camporeale donava L. 20.000 e Roberto Whitaker ne elargiva L. 44.600.

Altre importanti donazioni giunsero da altri rappresentanti della fami- glia Whitaker e da personalità italiane e straniere, fra le quali va menzionata l'oblazione di L. 3.000 da parte di S. M. il re Giorgio d'Inghilterra. Nel settembre del 1924 venne inaugurato un ambulatorio per le visite e le cure di animali ammalati ed appartenenti ai poveri: un veterinario appositamente stipendiato venne fatto venire dall'America proprio da quella Mrs. Olney della quale prima si è detto.

I documenti ci forniscono perfino dei dati ragionati sulle prestazioni medico-chirurgiche rese fino al 31 dicembre del 1927:

Anno 1924 1280 prestazioni (sett./dic.).

Anno 1925 4480 prestazioni, di cui 260 operazioni chirurgiche.

Anno 1926: 5839 prestazioni, di cui 411 operazioni chirurgiche.

Anno 1927 : 5615 prestazioni, di cui 548 operazioni chirurgiche, per un totale complessivo di 17.214 prestazioni nel quadriennio qui esaminato. E' evidente il grosso impegno della associazione, la cui attività non può dunque essere ricondotta a quella di un club di galantuomini di buona volontà ma di poca attività. Siamo invece in presenza di un ente notevolmente attivo, al quale, nel 1927, venne anche associato - come socio onorario, naturalmente - "S.E. il Prefetto Cesare Mori".

Anche l'attività di vera e propria vigilanza era notevole: nel settembre del 1925 il numero degli Agenti addetti fu portato a cinque, e, sempre nel quadriennio 1924127, furono elevate ben 5.485 contravvenzioni per violazione dell'art. 491 del C.P. e della legge sulla protezione degli animali. Contemporaneamente non fu omessa una intensa attività di propaganda della Società e dei suoi fini, con una serie di conferenze di tipo educativo sull'argomento, svoltesi a Catania, Marsala ed Alcamo ed in altri centri minori, e con una serie di avvisi a mezzo stampa, ed inoltre, evidentemente, con ampia diffusione di opuscoli, libri e cartoline illustrate. Non mancò un concorso a premi, nonché una vera e propria elargizione di sussidi ai proprietari di animali, per vari motivi sanitari abbattuti.

La vera e propria scissione delle due sezioni, già preannunziata nel 1924, avvenne definitivamente il 13 gennaio 1927, allorquando l'assemblea generale dei soci considerò lo sviluppo ormai preso dagli obiettivi diversi delle due istituzioni e deliberò la scissione delle due sezioni e la costituzione della Società per la protezione degli animali Umanitaria-Educativa. Successivamente, nella seduta del 28 marzo del 1928, e per poter fruire dei vantaggi che offriva la legge del 12/06/1913 n. 611 sulla protezione degli animali, l'assemblea generale dei soci alla unanimità deliberava «di porsi sotto la tutela delle Autorità Governative per conseguire la personalità giuridica». In questa fase di transizione ad Ente Morale veniva pubblicato il resoconto finanziario dell'ultimo quadriennio, nel quale i pareggi venivano ottenuti anche grazie alle consistenti oblazioni della già menzionata gentildonna statunitense, Catherine Olney, ed anche con il ricavato di feste sociali a scopo evidentemente benefico, ma che ci suggeriscono ancora una volta il clima dell'epoca, ormai quasi al tramonto, e le occasioni sociali dei Whitaker.(8)

Appare di un certo interesse l'attenzione prestata da Joseph Whitaker ai cambiamenti clirnatici, con particolare riferimento alla Sicilia negli anni 1911-1921: l'argomento è oggi di grande attualità, ed è sicuramente molto più carico di angoscie rispetto a quanto potesse esserlo nel primo ventennio di questo secolo.(9)

Notiamo una lettera, a firma non leggibile, proveniente dal Cairo, forse in risposta ad una richiesta del fratello di Joseph, Joshua, evidentemente anch'egli interessato all'argomento. In essa leggiamo(10): «Gentili Signori, in risposta alla Vostra lettera relativa ai mutamenti climatici notati in Sicilia. V'è stato indubbiamente un enorme cambiamento qui nelle condizioni climatiche nel corso degli ultimi dieci anni. La temperatura generalmente è più bassa in estate e gli inverni sembrano divenire ogni anno più severi. Questo viene attribuito alle migliorate possibilità di irrigazione, ed al conseguente incremento di vegetazione, la quale naturalrnente attrae umidità ed abbassa la temperatura.

Ad Alessandria il freddo vento di Nord Ovest, che soffia dall'inizio del mattino fin proprio al tramonto, è rimasto costante, e lo si può attendere per ventinove giorni al mese, mentre la brezza fuori costa è la stessa di prima. I "Khamseens", - i venti caldi che soffiano dal deserto durante i mesi di maggio e giugno - sembrano anch'essi decrescere in maniera notevole, mentre la piovosità è indubbiamente maggiore rispetto a dieci anni fa.

Per di più, quest'anno, abbiamo avuto pioggia fino a Giugno e a Luglio, cosa mai udita a memoria d'uomo. Vi salutiamo con l'augurio che queste brevi notizie possano esservi utili per le vostre ricerche. Cordiali saluti». Questa lettera, con le informazioni che essa contiene, è scritta in lingua inglese - originariamente - e porta l'intestazione "Sender & Co., Cairo".

La veloce riflessione che essa ci impone è relativa ai contenuti della stessa, e cioè al fatto che adesso, a settanta anni, appunto, di distanza, le problematiche sul clima ci sembrano invertite, con l'apparente innalzamento delle temperature dovuto principalmente al rarefarsi della fascia d'ozono. (11)

L'interesse per questo argomento ci viene confermato da un documento manoscritto, che porta in alto l'intestazione "Meteorological Office-South Kensington-London SW Y", nel quale Joseph Whitaker si riferisce a notizie avute da Mr. Brown relativamente ad un innalzamento delle temperature medie a partire dal 1870 «throughout Europe and in the North of Africa» (nell'area Europea ed in nord Africa) ma con una graduale caduta delle temperature medie «throughout the Mediterrancan» (nell'area mediterranea). Ciò viene attribuito alle «Solar Spots» (macchie solari), come spiegato nel pamphlet dello stesso C.E.P. Brooks, appunto membro dell'Ufficio Meteorologico britannico.(12) Il fascicolo, conservato nell'Archivio di villa Malfitano, pubblicato dalla Geographical Review della "American Geographical Society" di New York, porta in alto la firma di Joseph Whitaker e l'indicazione dell'anno 1921.

Ritornando tuttavia al documento manoscritto menzionato, e ad altri brevi appunti su carta intestata del "Meteorological Office", notiamo dei riferimenti al capitano Barton, interessato all'argomento ed al marchese De Gregorio, al quale, evidentemente per comune interesse, Joseph Whitaker intendeva passare copia di altri scritti sull'argomento. Più in basso, in una nota, viene ripresa la problematico del clima, con particola- re riferimento alla Tripolitania ed alle coltivazioni ivi praticate.

Un discreto interesse riveste, per l'accuratezza del resoconto e per le brillanti notazioni in esso contenute, un documento dattiloscritto e firmato dallo stesso Joseph Whitaker.(13) Esso riguarda una completa relazione a carattere sia culturale che scientifico sulla Maremma, in lingua inglese. Pur ritenendo che, in altre sedi più opportune - trattandosi di un documento di undici pagine - esso possa essere tradotto e pubblicato, sembra qui interessante tratteggiarne in sommi capi i contenuti.

Si tratta di una esperienza di vita "mondana", dalla quale però il Whitaker, persona notoriamente colta e sensibile, trasse una serie di riflessioni, oltre ad un vero e proprio resoconto cronachistico.

Il sito della battuta di caccia è la tenuta di Montalto di Castro (località oggi altrimenti nota per la controversa allocazione di una centrale elettrica ad energia nucleare), che, ci sottolinea Joseph, veniva considerata una delle proprietà più belle e più importanti della Maremma, ed apparteneva al Marchese Giorgio Guglielmi, di Roma. (14)

Situata circa a venti miglia a Nord di Civitavecchia - lungo la linea ferroviaria tra Roma e Pisa - era abbastanza accessibile grazie ad una piccola stazione ferroviaria che prendeva il nome dalla proprietà. Il castello di Montalto, del sedicesimo secolo, con il piccolo villaggio e la suggestiva atmosfera medievale, impressionò il Whitaker, che, appresa l'informazione sull'origine del castello, fondato da Papa Leone X, volle approfondire le ricerche sull'argomento.

In tal senso egli menziona un interessante saggio sulle cacce di Leone X, apparso sulla Nuova Antologia nel febbraio del 1893 e del quale ci fornisce ampio resoconto.(15) Egli poi allude, rispetto al clamore delle armi dei tempi passati, alla pastorale serenità dei luoghi durante la sua visita ed alle attive aziende e fattorie dell'area, ove vengono allevati 2000 capi di bestiame e 15.000 pecore, oltre a centinaia di cavalli, con una produzione giornaliera distribuita in lungo ed in largo per la Penisola, e con una discreta esportazione verso l'America. La tenuta, quasi una piccola provincia, si estendeva su un'area di 18.000 ettari (45.000 acri inglesi) ed era considerata, all'epoca, la seconda più vasta proprietà dell'intero territorio italiano. Comprendeva un'area costiera, tra Corneto e Capalbio, mentre nella parte orientale comprendeva vette come Monte Alto, Monte della Passione e Monte Maggiore. Una certa porzione della tenuta era coltivabile, ma la gran parte era costituita da macchia di tipo mediterraneo e da aree boschive, con estesi sughereti (circa 700.000 alberi) nei quali, sottolinea il Whitaker, trattandosi quasi di labirinti arborei, «è facile perdersi senza la cautela di una guida».

Vasta, evidentemente, all'epoca, la fauna: la visita avvenne, su invito del marchese Guglielmi, nel dicembre del 1905 ed il nostro parla di circa 500 capi di selvaggina abbattuti, fra cinghiali e caprioli. Assai presenti - ma non dimentichiamo l'anno - le volpi, i tassi, i porcospini, le martore ed i gatti selvatici. Una notazione è quasi doverosa, in particolare considerando che abbiamo affrontato inizialrnente, per sommi capi, l'argomento della Società per la protezione degli animali: è certamente ben strano, ma in effetti molto "inglese", il fatto che sì proteggano cavalli ed animali domestici a Palermo, e si facciano poi le battute di caccia nelle tenuta maremmana. Possibile che il gentleman anglo siciliano non si rendesse conto della stridente contraddizione?

Lasciamo tuttavia questa domanda in sospeso, avviandoci alle conclusioni di questo sintetico excursus fra i variegati campi di interesse del nostro antico "padrone di casa", del quale non possiamo dimenticare la vasta biblioteca e le raccolte di riviste, fra le quali la già allora splendida National Geographie.

L'Archivio offre poi una serie di elementi curiosi su altri aspetti minori degli interessi di Joseph: corrispondenza di argomento botanico (ovviamente spesso ritroviamo, come notato in altre più dettagliate comunicazioni, l'interesse per la coltura dell'Agave o Sisal che dir si voglia); oppure corrispondenze su pubblicazioni come la Rivista di Antropologia, edita dalla "Società Romana di Antropologia", o con la "Constable and Company Limited" di Londra, editrice della Nineteenth Century Review con la "Ernest Benn Limited Publishers", anch'essa londinese, per l'acquisto dei volume antologico, Study to be Quiet, contenente prose e versi di Barnes, Chaucer, Clare, Cobbett, Crabbe, Lord Grey, Uazlitt, Hudson, Thoreau, lzaak, Walton, Gilbert White, Whitman e molti altri: volume peraltro, sembra, assai apprezzato nientemeno che da Sir James Frazer (l'autore del celebre Ramo d'oro) in persona che lo definì «perfectly delightful».(16)

Un'altra lettera, spedita da J. D. Forbes, residente al Grand Hotel di Palma di Maiorca, alle Isole Baleari, ed indirizzata a Joseph, per l'ampiezza delle descrizioni dell'Isola di Maiorca, dei suoi superbi scenari (oggi, va detto, abbondantemente alterati da mastodontici insediamenti turistici), della bellezza della cattedrale gotica, della cospicua comunità britannica delle Balcari, ci dimostra, nella passione descrittiva dell'interlocutore, una ampia e comune sfera di interessi.(17)

Le ultime due lettere che prendo in considerazione, sono diverse per argomento, ma entrambe assai particolari: l'una, indirizzata alla "Distinta Signora Prof. Eva Mameli Calvino-Segretaria Amici dei Fiori, CP. P. N. 10, Sanremo" parla di Bambù e di coltura di queste piante nel giardino di villa Malfitano; siamo nel 1933 e le piante di cui si parla erano state piantate da 40 a 45 anni prima. L'altra lettera, del 21 gennaio 1926, è, se vogliamo usare un termine delicato, "divertente", trattandosi di una offerta di associazione ad uno strano Istituto, il Coué-Orton Institute, sito a Londra nella Holborn Viaduct House. La lettera firmata, da Victor Vivien de Chateaubrun, marchese presunto, offre, insieme alla scheda di adesione, il classico campionario di volumi e di corsi accelerati per acquisire serenità d'animo e buona salute, per raggiungere la strada del successo e della felicità: il tutto inizialmente gratuitamente e poi con vari pagamenti di ghinee, con un pagamento finale a soddisfazione raggiunta ed in base - testuale - al «sense of fair play» dell'aderente. In buona sostanza, dei paciosi imbonitori di settant'anni fa, innocul'e cortesi nella loro offerta, gradevoli se paragonati ai violenti imbonitori televisivi di questo fine secolo, eppure ridicoli nella loro proposta di aiutare Joseph Whitaker nel successo, considerato che proprio questo al gentleman anglo-siciliano non mancava. Ma ci viene un dubbio, ironico e conclusivo, al quale l'archivio ci sembra non dia risposta: possibile che il nostro Pip abbia risposto? Speriamo di no.(18)

Vi ringrazio per la vostra pazienza e per la cortese attenzione.

NOTE

Ringrazio per la affettuosa disponibilità il dott. Aldo Scimé, il prof. Francesco Brancato, la prof.ssa Bice Gozzo e Caspare Citarrella. Ringrazio inoltre la dottoressa Rossella De Gregorio per le notizie sul marchese De Gregorio, legato a Joseph Whitaker da comuni interessi.

Questo breve saggio è dedicato con immenso affetto a mio padre, Giuseppe (Pippo) Silvestri, così impegnato per la buona riuscita del Seminario.

1. Descrizione approfondita dell'Archivío con lineamenti di storia della famiglia Whitaker troviamo su "Nuove Prospettive Meridionali" n. 9 maggio-agosto 1994, Fondazione Chiazzese, Palermo.

2. Atti Seminario su B. Ingham, Ed. Soc. Marsalese di Storia Patria, Marsala, 1985 e Atti Seminario I Whitaker e il capitale inglese tra l'Ottoceizio e il Novecento in Sicilia, a cura di C. D'Aleo e S. Girgenti, Libera Università dei Mediterraneo, Trapani, 1991.

3. Cfr. le importanti relazioni di G. Quatriglio e di V. Tusa sugli studi ornitologici ed archeologia di Giuseppe Whitaker, nei già citati Atti del Senìinario di Trapani del 1990.

4. Cfr. gli interventi dello scrivente al Seminario di Marsala, 1985, ed al Seminario di Trapani, 1990. Cfr. inoltre: P. Silvestri, Beniamino Ingham capitano d'industria e il capitalismo inglese in Sicilia, in Dall'Artigitinato all'Industria, l'Esposizione Nazionale di Palermo del 1891 - 1892, a cura di M. Ganci e M. Giuffrè, edito nel 1995 dalla Società Siciliana per la Storia Patria, Palermo.

5. J.I.S. Whitaker, Decennial Report of the Sicilian Society of Humane Education and for tre Protection of Animals, under the patronage of treir Majesties the King and Queen Mother of Italy, Consiglio del 1925, dattiloscritto.

6. Oopuscolo Società per la Protezione degli Animali Umanitaria Educativa di Palermo - per conseguire personalità giuridica e breve Storia della Società, Palermo, maggio 1928 (A. VI), Via delle Croci, 15.

7. Ivi, in Società per la Protezione degli Animali etc., Maggio 1928, documento cit.

8. Per un approccio ancora critico al dibattito sull'animalismo e sulla Protezione degli Animali, cfr. il breve saggio Animali come noi di F. Fazio, G. Felicetti, G. Giorello e S. Zandoni, in "La Nuova Ecologia" n. 2, Febbraio 1992, E.P.C. Editore, Roma ed inoltre cfr. F. Fazio, Il Nazismo animalista, ancora in "La Nuova Ecologia" n. 9 Settembre 1992, E.P.C. Editore, Roma.

9. Cfr. sull'argomento Il clima malato di F. Fazio, C. Mastrantonio e S. Zamboni, in "La Nuova Ecologia" n. 63, Giugno 1989, E.P.C. Editore, Roma. Cfr. inoltre: John C. Ryan, Se la natura perde il self-control, su "WorldWateb", edizione italiana, edito come supplemento a "La Nuova Ecologia" n. 10, Ottobre 1992, E.P.C. Editore, Roma.

10. Lettera del 16 agosto 192 1, spedita dal Cairo, Egitto. La lettera è in inglese nell'originale, la traduzione è mia.

11.. Cfr. ancora Il clima malato, articolo citato in nota (9).

12. C.E.P. Brooks, The secular variation of climate in "The Geographical Society Review" Vol. XI, January, 1921, American Geographical Society, New Vork, ristampato dal "Meteorological Office of Great Britain".

13. J.I.S. Whitaker, An Italian hunting-seal in the Maremma, pp. undici, dattiloscritte, senza data.

14. Nel dattiloscritto citato in nota (13) la tenuta viene definita 'one of the finest and most important estates in the Italian Maremma'.

15. L'articolo che il Whitaker cita è il seguente: Domenico Gnoli, Le cacce di Leone X, in "La Nuova Antologia", febbraio 1893.

16. Lettera del Regio Orto Botanico di Palermo, dei 12/06/1907 e la lettera della "Società Romana di Antropologia" del 25/01/20.

V. anche la lettera della "Constable and Company Ltd" dei 12/01/1928 e la lettera della "Ernest Benn Limited" dei 10/09/1928.

17. Lettera di John D. B. Forbes da Palma di Maiorca, Isole Baleari, del 23/01/1928.

18. Lettera della Prof.ssa Eva Mameli Calvico, Segreteria "Amici dei Fiori", senza data, ma attribuibile all'anno 1933, come si evince dal riferimento al n. 2 - Febbraio 1933, di una rivista citata nella stessa lettera. Cfr. inoltre lettera del "Coué-Orton Institute", datata 21/01/1926.