GLI AMICI MERAVIGLIOSI (Salvatore Ragaglia)

Quando deluso il cor cede agli attacchi
di un mondo sempre cinico e beffardo,
distogliendo dagli uomini lo sguardo
con voluttà mi dedico agli scacchi.

Ed in essi intravedo un nuovo mondo
che innanzi a me si schiude misterioso,
più lo conosco e più divento ansioso
di volerlo conoscere più a fondo.

L'incruenta tenzon, che senza brando
pur si affronta con animo guerriero
per misurar la forza del pensiero
ed arricchir lo spirito giocando,

mi placa, sottraendo ai miei pensieri
quelli più amari, più affannosi e mesti,
e fiducioso mi abbandono a questi
meravigliosi amici bianchi e neri!

(aneliti sussulti trasparenze, Centro Letterario del Lazio, 1991)

IL NOBIL GIOCO (Salvatore Ragaglia)

Degli scacchi mi alletta
e mi conquide
il multiforme gioco
che mi arride non poco
e mi diletta,
mi avvince e m'appassiona,
mi suggestiona con il suo costrutto!
Negli scacchi c'è tutto:
c'è lo studio tenace
e c'è la fantasia,
c'è l'estro e l'armonia,
lo spirito pugnace,
c'è la pazienza e la filosofia
sagace e ragionata,
l'audacia e la prudenza,
la coerenza,
la tempra del carattere,
c'è il sorriso ed il pianto,
c'è l'incanto
nell'estasi della vittoria alata
che d'ogni delusione
può cancellar l'immane sofferenza.
Gli scacchi sono scienza
e son poesia,
son sana emulazione
che induce ad acquisir più conoscenza,
son tremida emozione
e son di tutto un poco;
sono quel che si dice il nobil gioco,
se preso con decoro
non meno impegnativo d'un lavoro!

(aneliti sussulti trasparenze, Centro Letterario del Lazio, 1991)

 

UNA PARTITA A SCACCHI (Francesco Grano)

Nobil silenzio gli scacchisti circonda,
osserva la gente e tace,
in pena pel regnante che traballa
ciascun per conto suo non molla
ma quello inerme presto crolla.

Un'altra vittoria
dona il bianco alla memoria,
ma non cessa di esser fiero
quel regnante tutto nero.

(ORIZZONTI vicini e lontani, 1998)

UN'ALTRA PARTITA A SCACCHI (Francesco Grano)

Decisa ha combattuto e bene
del regnante la servitù
e non ha sofferto molte pene.
Lieta di aver il rivale vinto
credette di aver reso il suo re contento
che in fondo al campo rimase più che lento.
Ancor gloria si dà il bianco del finale
e come sempre mostra quanto vale.

(ORIZZONTI vicini e lontani, 1998)

RESPONSABILITA' DEL BIANCO (Francesco Grano)

Virtuoso privilegio al bianco
che inizia la battaglia,
non codardo il nero
che si protegge dalle mosse.
Ragionati di quello son gli attacchi
e piombano simili a percosse.
Ma come talora avviene al sapiente
che pecca e si distrae
chè dei mortali è pure lui parte,
così al bianco accade
che la mente un pò si perde
e l'avverso impegno si fa posto.
Giusto al mondo è castigato
chi non sfrutta la sua dote

COME LE NOTE (Francesco Grano)

Poche son si le note
ma nella mente del maestro
per sublimi ed infiniti canti
in eterno son combinate.
Sulla scacchiera son poste
non per odio né per amore
ma per gioco
due schiere opposte.
Or attacca
or si protegge
dall'ingegno guidata
ciascuna schiera
creando
come le note
mille siti.

LO SCACCHISTA PENSATORE (Agostino Agostini)

Silenzio amici, il pensator profondo
studia una mossa forte ed elegante,
una combinazione interessante
ei, di cappelle tessitor fecondo!

Si spreme la cervice, affina il pondo
per un gioco terribile ed elegante
ed intanto giace, statico e snervante
sullo scanno fatal, meditabondo

Ei pensa ad una difesa originale
che possa trarlo dai previsti guai,
pensa una mossa intrepida e geniale,

pensa e geme in silenzio tristi lai,
ei pensa ad un tranello micidiale,
ei pensa sempre, ma non gioca mai!

IL GIOCATORE DI SCACCHI (Agostino Agostini)

Eccolo il pensatore,
fallace, ma ottimista,
che impegna il proprio onore
di uomo...e di scacchista!

Con espressione fiera,
della vittoria ansioso,
curvo sulla scacchiera
cògita silenzioso.

Il suo problema, in fondo,
non è un'affar di stato
talchè cotanto pondo
par quasi esagerato.

Ma in mente egli ha il vigore
di un grande condottiero,
ei, l'analizzatore,
principe del pensiero!

Pensa per ore ed ore
si spreme a più non posso...
l'elaborato errore
diventerà più grosso!

RITORNO DAL TORNEO DI SCACCHI
(Agostino Agostini)

Il posto è bello, e poi ti fa contento
il panorama che, però è annebiato;
si gode in cima a un monte esposto al vento
che se ci vai rimani raffreddato.

In albergo benone. Per i quattrini
più del previsto, ma il 'pro-loco'
ha dato a tutti certi volantini
dove è scritto che abbiamo speso poco.

E' andato bene pure il risultato,
ma non guardare i punti, guarda al fatto
che a tutti gli avversari ho rifilato,
si leggan le partite, il 'quasi matto'.

Son ultimo in classifica e con questo?
E' stata solo qualche distrazione
e posso giurarti, da scacchista onesto,
che ho perso solo per combinazione.

GLI SCACCHI (Jorge Luis Borges)

In un chiuso angolo
i giocatori muovono i lenti pezzi
e la scacchiera, fino all'alba,
e li consuma e li avvince
al rigido spazio
dove aspramente lottano due colori.
S'irradiano, la' sopra
fatate ineluttabili figure
una torre omerica, un agile cavallo
una temeraria regina, un alfiere obliquo,
muti fanti minacciosi,
uno stenuo re.
Anche se i giocatori se ne andranno,
persino quando il tempo li avra' consumati,
con loro non finira' questo eterno rito.
Dall'oriente, fiammeggiando, comincio' questa guerra
che oggi ha scelto tutto il mondo come teatro.
E' infatti, come un altro, questo giuoco infinito.
E il re cortese, il sinistro alfiere
la regina irriducibile, la rigida torre, l'accorto pedone
sopra questo spazio bianco e nero
si cercano e si scelgono
in una muta accanita battaglia.
Non sanno che la mano precisa di un giocatore
governa quel destino
non sanno che una legge ineluttabile
decide il loro prigioniero capriccio.
Ma anche il giocatore (Omar Khayyam lo ricorda)
e' prigioniero di un'altra scacchiera
di notti nere e di accecanti giorni.
Dio muove il giocatore
che muove il pezzo.
Ma quale dio, dietro Dio,
questa trama ordisce
di polvere e di tempo, di sogno e di agonia?

AL MAESTRO (Enzo Giudici)

O Maestro, o Maestro, ove n'andaro
i Suoi consigli e i Suoi suggerimenti?
A impararli i miei spiriti son lenti
e a scacchi so giocar come un somaro.
Mi tolga presto il Suo saluto, o caro
Maestro, e piu' non creda ai giuramenti
miei di rifarmi; sono infranti e spenti
quegli astri che agli scacchi m'invogliaro.
Declino' la mia stella, se pur mai
nacque, e rotti i miei pezzi se ne vanno
come pecore matte o come schiere
d'atterrite formiche, e non v'e' Alfiere,
non v'e' Cavallo che da tanto affanno
levi me stesso ed il mio Re dai guaii.

IL BIANCO MUOVE (Daria Menicanti)

In via delle Lanterne il Caffe'
è' quasi buio. Nell'angolo stretto
alla vetrina il bianco muove ed è'
scacco, finita la guerra
in un aristocratico silenzio.
M'alzo e m'avvio, calzo alle dita fredde
guanti casuali e intanto gli dico
addio con le sole labbra.

(Tratto da Lunarionuovo n. 8, genn-febbr. 1984, pag. 30)

LO SCACCHISTA (Enzo Monti)

Lo sguardo assorto e intento e il volto teso
Per lo sforzo del pensier, che ogni cura
Volge a cercar la mossa piu' sicura
Che salvi il rege dal nemico offeso.
Lo scacchista e' sempre cosi' preso,
che ogni cosa sia attuale sia futura
Obblia e del caffe' entro le mura
Prigioniero dalla passion e' reso.
Nulla esiste per lui d'interessante
Che lo distolga, ma solo l'idea
E' il suo imperativo dominante.
La scacchiera e' l'unica sua dea,
Essa e' la sua donna e la sua amante,
Di gioia e di dolori arbitra e rea.

(da un libro di poesie, 1980)

IL GIOCO DEGLI SCACCHI (Gino Bertoli)
(disposizione dei pezzi sulla scacchiera)

Degli scacchi il nobil gioco
imparare non e' poco.
Ecco i pezzi. Quale intruglio!
Qual tremendo guazzabuglio!
Or vediamo come fare
per poterli sistemare.
Prima cosa, la scacchiera
va disposta in tal maniera
che alla destra (e non a manca)
vi si trovi casa bianca.
Angolari, ai lati, opposte
le due torri van disposte;
lor vicino ecco i destrieri
con accanto i prodi alfieri.
Vien la Donna sul quadretto
del color del suo corpetto,
giunge il sire trafelato
e si mette a lei di lato.
Ad ognun dei pezzi, avanti,
in difesa stanno i fanti.
All'attacco! Ardito e franco
primo sempre muove il bianco.

(tratto da Scacco!, ottobre 1972, p. 345)

TIMUR LO ZOPPO, E GLI SCACCHI (Arrigo D'Augusta)

Spento il suono del corno,
Timur, lo Zoppo, parlo'
"Tartari, udite, il deserto avanza,
riduce in rigagnoli i fiumi
dissecca i pascoli, uccide il bestiame.
Di sabbia saprà il nuovo grano,
mescolato alla sabbia
è il latte dei nostri figli.
Prima che s'insabbi il fodero stesso
delle nostre scimitarre,
lontan da qui conviene andare,
altrove consumar la nostra rabbia,
su altre genti rovesciar
la nostra sventura."
"Timur, comanda!" fu l'urlo dell'orda.
E il Tartaro disfece la tenda,
riunì la mandria,
aggiogò i buoi al carro,
montò a cavallo e attese il segnal.
Timur, intanto, destinava la meta:
un falco volava verso occidente.
"Seguiremo il sole!" il Capo gridò.
I carri in mezzo, ai lati il bestiame,
alla testa e alla coda gli armati,
lenta la schiera si mosse.
Per molte lune, nessun canto,
se non di morte, dai Tartari s'alzò.
Comuni e orrendi,
il gracchiar del corvo
e l'ombra dell'avvoltoio,
il sibilar delle frecce,
l'abbaiar dei cani, il nitrir dei cavalli,
tutti i rumori, le voci del campo,
dell'orda in cammino,
dell'orda in battaglia.
La sera,, gli è caro il silenzio
e il gioco è silenzio
e silenzio, il gioco.
A Timur la palma di gran giocatore?
Non so... Varcati gli spazi,
appreso da un vinto,
quel gioco, da tempo,
diletta anche noi.

(Tratto da L'Italia scacchistica n. 1067, settembre 1994, pag. 287)

Scacchi e Poesia

E' noto che gli scacchi hanno ispirato non pochi poeti. Vi presento in questa pagina cinque componimenti di due autori della mia regione. Il primo è Salvatore Ragaglia (calabrese di adozione), scacchista e poeta abitante ad Amantea, ed il secondo è Francesco Grano di Mesoraca.
Mi piace ricordare che il componimento "Gli Amici Meravigliosi" fu realizzato su "commissione" del sottoscritto. Nel senso che chiesi al Dott. Ragaglia, col quale ci vedevamo spesso davanti ad una scacchiera qualche anno fa, e di cui mi erano note le sue capacità di delicato e musicale rimatore, di lasciarsi ispirare dal nostro amato gioco. Qualche settimana dopo mi mostrò appunto "Gli Amici Meravigliosi" poi pubblicati nella sua raccolta di poesie aneliti sussulti trasparenze, Centro Letterario del Lazio, 1991. Qualche mese più tardi compose "Il Nobil Gioco". Queste poesie vennero declamate con gran successo ai vari tornei cui partacipava il nostro poeta e molti scacchisti dovrebbero già conoscerle. Le riporto di seguito ringranziandolo non solo per le belle poesie ma anche per ciò che mi ha insegnato sulla scacchiera.

Le prime due poesie del Prof. Francesco Grano sono tratte dalla sua raccolta ORIZZONTI vicini e lontani, 1998; la terza è invece inedita. Mi sono state tutte spedite dall'amico Giuseppe Longo che ringrazio.

Sarò ben lieto di aggiungere in questa pagina altri componimenti.

3 luglio 2001
Ho aggiunto altre tre poesie speditemi da Giuseppe Solenghi. Per chi non lo sapesse, e sono molti i giovani rampolli calabresi a non saperlo, Solenghi ci ha insegnato ad organizzare tornei internazionali (a Cirella) e a pensare in grande già quando ancora non esistevano circoli scacchistici in Calabria. Ritornando alle poesie esse sono del compianto Agostino Agostini di Roma.

7 luglio 2001
Altre sei poesie di autore speditemi dal solito Solenghi.

19 dicembre 2001
Ho aggiunto un'altra poesia di Francesco Grano

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