spazio virtuale

Simulazione. La simulazione non è nata con l'informatica. Gli antichi utilizzavano un metodo efficacissimo per ricordare eventi complessi, pensavano a un'appartamento con tante stanze, in ciascuna delle quali, localizzavano un fatto elementare. Ripercorrendo mentalmente le stanze potevano ricostruire con facilità l'intero evento che altrimenti avrebbero dimenticato. Altro espediente per ricordare una frase, era quello di fisicizzarla in una persona che lo rappresentasse. Possiamo parlare di spazio come telescopio interiore. Da tempo immemorabile quindi esiste una relazione fra la virtualità della mente e la realtà dei fatti, fra il modo in cui organizziamo il pensiero e le forme architettoniche.

Virtuale. La mente ricorre a metafore spaziali per visualizzare le proprie strutture concettuali. William J. Michtell : << [...] la rete è antispaziale, tu non puoi sapere dove si trovi o descrivere le sue forme e proporzioni.La rete è un'ambiente, in nessun posto ma dappertutto. Eppure la rete ricorre a metafore spaziali : indirizzo, cartelle, come le stanze degli antenati.>> Il virtuale è in questo senso la formalizzazione del pensiero, la trasformazione del pensiero in spazio architettonico. La giungla rappresenta un'ottima metafora dello spazio virtuale poiché qui non riusciamo a distinguere la terra dall'aria, dall'acqua. La nostra percezione dell'informazione oggi, si basa su una visione tattile, digitale. In una giungla, è importante costruire non tanto mondi abitabili quanto eventi di relazione, dove rendere possibile il passaggio, l'informazione, l'imprevedibile. L'attenzione si sposta altrove, dove l'unica forma è data dal flusso delle informazioni. Realtà virtuale come total surround - immersione. Nello spazio reale non ci si perde, da questo mondo deriva la nostra conoscenza. Nello spazio virtuale abbiamo la sensazione del sentirci persi, cadono le nostre cognizioni originali, abbiamo una percezione diversa e quindi è diversa la nostra esperienza. Nello spazio virtuale abbiamo bisogno di altri riferimenti, di nuove cognizioni tanto più affidabili quanto più ci sentiamo persi. Si dà vita ad uno spazio sempre più dell'immaginazione, creativo ed imprevedibile dove veramente ci si può immergere. Uno spazio dove ciò che immaginiamo può essere trasferito su uno schermo, condivisibile in tempo reale con persone reali, uno spazio pubblico. Parliamo di immaginario oggettivo. In un mondo virtuale lo spazio è interattivo, quindi l'ambiente che circonda il visitatore può apparire come qualcosa di vivo o animato. D. de Kerckhove, parla di cyberspazio pubblico, qualcosa che tutti possiamo condividere e che ha un'espandibilità infinita, in questo spazio avremo sempre un posto e quindi una realtà che dipendono solo da noi.

Fluidità è la parola chiave dell'informatica. Il singolo atomo informativo è costituito da impulsi elettrici. Il mondo informatico è come una ragnatela mobile dove l'elemento fondamentale sono le interconnessioni. La dinamicità caretterizza questo mondo. Le figure retoriche creano interconnessioni in modo da mettere in relazione dati per inviare messaggi. Solo attraverso l'informatica è possibile concettualizzare in architettura, spazialità, fluidità e metafora. Nella giungla non c'è dialettica.

Informazione. Le informazioni private di peso possono viaggiare all'interno di campi elettrici, possono essere scambiate, trattate e immagazzinate. McLuhan : << [...] con l'elettronica tutte le estensioni dell'uomo, compresa la città, saranno tradotte in termini di informazione. La società informatica sarà simile ad un complesso sistema nervoso pronto a captare dati dall'esterno e a trasmetterli per rielaborarli. Gli oggetti grazie all'elettronica si umanizzano. L'elettronica stimola il nomadismo, cioè la disponibilità ad essere sradicati dai luoghi, a vivere viaggiando, sia attraverso spostamenti materiali, sia per mezzo degli strumenti di comunicazione.

Il sogno al di là della rete è quello di uno spazio d'informazione in comune. Condividendo l'informazione si condivide conoscenza. La comunicazione deve essere interattiva, come un ipertesto, poiché quando si lavora nel mondo reale, si trovano connessioni ovunque. Milioni di schermi intorno al globo stabiliscono connessioni, quasi "sinaptiche" con milioni di menti che si scambiano informazioni. Proiezioni: proiettare su schermi. Per il filosofo proiettare significa proiettare su uno specchio i nostri pensieri per osservarne da un punto di vista sufficientemente distaccato, la struttura e la coerenza interna. Lo psicanalista parla di transfert ovvero il bisogno di immedesimazione, al fine di comprendere meglio noi stessi. La galleria virtuale è una metafora, è come se si diventasse capaci di occupare fisicamente l'immaginazione fuori dalla testa, il che rende il concetto d'immaginario oggettivo, ancora più tangibile.

Alla base di questa nuova esperienza cognitiva, deve esserci il desiderio di conoscenza, quindi la domanda fondamentale che dobbiamo porci è :" vogliamo o no essere responsabili dei nostri desideri? "

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