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Consiglio Regionale della Sardegna

           On.le Giampiero Pinna

 MONTEPONI- POZZO SELLA

(Per il Parco Geominerario)

Lunedi, 11 giugno 2001

(219° giorno di occupazione)

  

COMUNICATO STAMPA

 

         Il giorno 10 marzo u.s., dopo 126 giorni di occupazione del Pozzo Sella, avevo deciso di interrompere la mia lunga azione di protesta per l’istituzione del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna in quanto, dopo  l’approvazione della legge istitutiva e l’ottenimento dei primi significativi finanziamenti, l’assenso dato alla bozza del decreto istitutivo del Parco da parte di tutte le Istituzioni dello Stato (Governo,Regione, Provincie e Comuni) consentiva:

 

1)     la stabilizzazione occupazionale, nell’ambito delle attività del Parco Geominerario, dei 480 lavoratori impegnati da 30 mesi sotto la direzione dell’IGEA nel progetto LSU dello stesso Parco Geominerario attraverso la successiva sottoscrizione di una specifica intesa Governo-Regione;

 

2)     la costituzione del Comitato Provvisorio di Gestione del Parco per assicurare  il tempestivo avvio della gestione e il funzionamento del Parco;

 

3)     la costituzione di una Commissione per la predisposizione del primo statuto e del primo regolamento di amministrazione e contabilità del Consorzio del Parco.

 

Secondo le assicurazioni fornite pubblicamente dal Ministro dell’Ambiente la promulgazione del decreto istitutivo sarebbe dovuta avvenire entro i 15 giorni successivi all’approvazione dello stesso decreto da parte delle Istituzioni coinvolte ( 6 marzo 2001 ), mentre agli impegni sopra richiamati si  sarebbe provveduto con l’adozione contestuale degli atti necessari entro i 10 giorni successivi alla promulgazione dello stesso decreto istitutivo.

A distanza di oltre tre mesi, essendo avvenuta con due mesi di ritardo  la promulgazione del decreto istitutivo e pur essendo stata firmata l’intesa Governo-Regione per la stabilizzazione occupazionale dei lavoratori LSU, non si è ancora provveduto alla costituzione del Comitato Provvisorio di Gestione e della Commissione per la predisposizione del primo statuto del Parco.

Ora è del tutto evidente che la mancata costituzione del Comitato Provvisorio di Gestione impedisce l’avvio dell’attività operativa dello Parco Geominerario con il rischio di vedere vanificati i sacrifici finora  profusi per l’istituzione dello stesso Parco.

 

 

Non meno importante è la costituzione della Commissione per la predisposizione del primo statuto il cui lavoro deve consentire di recuperare quel ruolo primario nella gestione del Parco da parte dei Comuni, in linea con l’adozione effettiva dei principi del federalismo, della devoluzione  e del decentramento dei poteri, che è stato loro negato nella stesura del decreto istitutivo dello Parco. 

Per queste ragioni ho deciso di ritornare a fianco dei lavoratori per proseguire, in coerenza con gli impegni assunti con gli stessi lavoratori e con l’opinione pubblica, l’azione di protesta iniziata il 5 novembre 2000 con l’occupazione del Pozzo Sella della Miniera di Monteponi fino a quando le Istituzioni competenti non avranno adottato e reso operativi questi atti fondamentali.

Per queste ragioni mi rivolgo alle forze politiche e sociali, alle tante Amministrazioni locali, alle diverse Associazioni culturali e ai tantissimi cittadini che hanno creduto e sperato nell’istituzione del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna riconosciuto dall’UNESCO perché vogliano sostenere, nelle forme che riterranno più opportune, questa importante e decisiva battaglia.

Un appello particolare desidero rivolgerlo al nuovo Ministro dell’Ambiente perché possa provvedere con la necessaria tempestività ad adottare gli atti di sua competenza recuperando i ritardi e le inadempienze lasciategli in eredità dal suo predecessore.

Con la ripresa della mia azione di protesta non intendo interferire con la trattativa sindacale in atto per ottenere una più dignitosa stabilizzazione occupazionale per i lavoratori LSU del Parco Geominerario.

Tuttavia, essendo stato impegnato per oltre due mesi nel Consiglio Regionale su questo specifico argomento, non posso che esprimere un giudizio fortemente negativo sui contenuti del piano di stabilizzazione sottoscritto dal Presidente della Regione Sarda con il Ministero del Lavoro in quanto ritengo un grave errore la mancata costituzione delle società miste tra l’IGEA e le imprese locali per la realizzazione degli interventi per la bonifica delle aree minerarie dismesse e per il recupero e la valorizzazione dei beni culturali.

E’ stato in tal modo compiuto un atto iniquo e discriminatorio nei confronti dei lavoratori LSU del Parco Geominerario, sono state trascurate le competenze attribuite alla società IGEA emarginando il suo patrimonio tecnico e professionale  ed è stato creato un grave danno alle imprese locali che perdono, a vantaggio delle imprese esterne alla Sardegna, una irripetibile opportunità per la loro crescita e il loro sviluppo.

Non sono contro le imprese esterne che decidono di rischiare i loro capitali in Sardegna per creare nuove attività produttive e neppure contro le imprese esterne che si aggiudicano appalti pubblici con le normali regole del mercato.

Ma in questo caso nessuno rischia nulla e si assegnano in convenzione appalti pubblici senza le normali regole di mercato come, peraltro, consentito dalle leggi che agevolano la stabilizzazione occupazionale dei lavoratori socialmente utili.

Quale migliore occasione poteva, dunque, essere colta per sostenere le imprese locali?

 

 

Avendo fatto quanto mi era possibile a livello istituzionale per sostenere questa battaglia, non posso che rivolgermi alle forze produttive della nostra Regione perché facciano sentire la loro voce per fare in modo che commesse pubbliche per quasi 100 miliardi, a cui potranno seguirne altri 1.000 con il graduale e progressivo finanziamento necessario per realizzare la bonifica e il recupero ambientale delle aree minerarie dismesse della Sardegna, possano contribuire alla crescita e allo sviluppo della nostra imprenditoria.

Non mi meraviglia che a questa logica contraria agli interessi della Sardegna si sia adeguata la Giunta Regionale in contrasto netto con le promesse fatte ai lavoratori e con quanto formalmente comunicato in precedenza alla Commissione Industria del Consiglio Regionale.

Quello che mi sconcerta è invece l’assenso che è stato dato alla Giunta Regionale per attuare queste inaccettabili scelte da alcuni esponenti del mio Gruppo consiliare smentendo clamorosamente le decisioni del proprio Capo Gruppo e quelle del Segretario regionale del proprio partito.

Lasciando ad ognuno l’assunzione delle proprie responsabilità non potevo che trarre le conseguenze delle posizioni assunte dai miei compagni di Gruppo.

Per queste ragioni ho deciso di autosospendermi dal Gruppo DS del Consiglio Regionale fino a quando non interverrà un chiarimento di fondo, non solo su questo particolare e spiacevole episodio, ma anche e soprattutto sulle capacità del Gruppo DS di esistere come soggetto politico collettivo capace di discutere e di assumere posizioni politiche da sostenere, dentro e fuori il Consiglio Regionale, in coerenza con gli interessi sociali che esso deve rappresentare e con la sua collocazione di forza di opposizione.

Queste sono le motivazioni che mi hanno spinto, in questo difficile momento della mia vita, ad autosospendermi dal mio Gruppo consiliare, con la speranza che il chiarimento richiesto possa intervenire al più presto anche perché non è mio intendimento cambiare posizione in Consiglio Regionale e tanto meno cambiare partito.

 Giampiero Pinna                                           Consigliere Regionale

 

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