Considerazioni
sul G8

di Sergio Tedeschi,
Giovanna Pasteris



Il prossimo anno si terrà in Italia e precisamente a Genova l'annuale incontro degli 8 paesi più potenti del mondo (tra cui anche il nostro): Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Russia e USA.

Questi paesi, che non hanno avuto alcuna legittimazione tramite trattati o accordi internazionali e che rispondono solo al loro stessi, si arrogano il diritto di governare il pianeta applicando politiche di mercato che li arricchiscano sempre più e che di conseguenza fanno aumentare la povertà nei paesi già poveri.

Inoltre queste politiche di mercato danno origine a sempre più larghe fasce di emarginazione e povertà anche all'interno degli stessi paesi ricchi ampliando il divario tra ricchi e poveri.

In un mondo in cui il 20% della popolazione (nazioni più ricche) consuma l'80% delle risorse mondiali, mentra all'altro 80% resta solo il 20 % delle risorse stesse, con tutto ciò che questo comporta, noi come semplici cittadini e particolarmente come cristiani, che tra l'altro vivono in uno dei paesi più ricchi del mondo, ci sentiamo fortemente interpellati.

Non è quindi per partito preso che siamo contro l'incontro dei G8, ma siamo contro la logica che ha finora permesso ai paesi più industrializzati e ricchi di essere sempre più industrializzati e ricchi a scapito dei più poveri.

Anche se i documenti e gli ordini del giorno finali dei G8 hanno sempre fatto cenno all'aiuto per il terzo mondo,  i precedenti incontri sono sempre serviti per fare il punto della situazione per un un' ulteriore spinta all'industrializzazione dei paesi ricchi, fingendo di ignorare che questo si sarebbe tradotto in ulteriore sfruttamento dei paesi poveri e delle riserve energetiche e delle materie prime.

Saremmo anzi favorevoli al vertice dei G8 se l'incontro del 2001 rappresentasse un rovesciamento totale della logica dello sfruttamento per:

- una seria analisi di ciò che ha rappresentato l'industrializzazione e la ricchezza di pochi paesi in riferimento all'impoverimento e alla deculturazione di intere popolazioni che rapresentano la maggioranza dell'umanità;

- un impegno concreto, con tempi certi, per la cessazione di tale politica di arricchimento affinchè non sia più il mercato globale diretto da un liberismo governato dalla logica del massimo profitto a 'condurre il gioco', ma una politica di solidarietà che contemperi uno sviluppo sostenibile dei paesi più industrializzati con un reale e verificabile sviluppo dei paesi poveri;

- la totale cancellazione del debito dei paesi poveri, nella consapevolezza che una semplice riduzione non farebbe altro che mantenerli nell'attuale situazione di dipendenza. Tale obiettivo appare concretamente praticabile se si considera che i più importanti paesi dei G8 sono anche i più autorevoli membri del Fondo Monetario Internazionale (FMI), della Banca Mondiale (BM), dell'Organizzazione Mondiale del Commercio Estero (WTO), dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE);

- perchè vengano posti limiti ben precisi allo sviluppo indusriale e si accetti che non tutto è consentito alla 'società di mercato', nella consapevolezza che la maggior parte dell'umanità soffre di fame, malattia e indigenza a causa della ricchezza accumulata dai paesi ricchi.

In definitiva crediamo che vi deve essere una inversione di tendenza dei G8 nell'ottica della sostenibilità dello sviluppo per tutti (a cominciare dai più poveri) che non deve essere sorgente di povertà e contemporaneamente non distruttivo della natura.

Per questi motivi rivolgiamo un appello ai cristiani che si sentono
provocati da questa realtà perchè si riesca ad organizzare incontri di riflessione, preghiera e di quanto altro è nello specifico del credente, ma anche perchè chi vuole si unisca a quanti altri, credenti e no, che già da tempo stanno progettando ed organizzando momenti di informazione, di coscientizzazione e interventi diretti nonviolenti in contemporanea alle giornate di incontro dei G8, nella speranza che cresca un'epoca di giustizia e quindi di pace.

Genova, 8 settembre 2000

e-mail del 19 settembre 2000
inviataci da Antonio Bruno, vice Presidente del Consiglio Comunale di Genova
Altro Polo - Sinistra Verde
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