Ponente e Valpolcevera come area ad alta concentrazione di Rischio Ambientale
di Antonio Bruno
Vicepresidente del Consiglio Comunale di Genova
Altro Polo - Sinistra Verde



La zona interessata alla proposta di Area ad Elevato Rischio Ambientale, mai recepita dalle istituzioni, è compresa tra le aree di fondovalle dei torrenti Varenna e Polcevera, fino a comprendere a Nord ovest il nucleo abitato di Campo Silvano e a Nord Est quello di S.Biagio e S.Quirico.

In tutto 70  KMQ  (un terzo circa del Comune di Genova)  con  222.362 abitanti (1990), con una densita’ di 27 ab/ha, comprendenti le circoscrizioni di Pegli,   Sestri,   Cornigliano,  Rivarolo,   Bolzaneto, Pontedecimo, Sampierdarena.

E’ attraversata da 2 linee ferroviarie (Genova-Savona e Genova-
Ovada-Acqui),  un'autostrada (Genova-Ventimiglia), la strada  costiera Aurelia e comprende l'Aeroporto di Genova-Sestri Ponente.

E' rilevante la movimentazione  e  il deposito di  sostanze  chimiche  e  prodotti petroliferi,  deflagranti o infiammabili da e per il porto Petroli  di Genova Multedo e le aziende petrolchimiche Carmagnani e Superba e  nel suo territorio insiste una grande Impianto Siderurgico.

Acciaierie di Cornigliano: responsabile della quasi totalita’  delle emissioni  di ossido di carbonio,  biossido di zolfo,  ossidi  di azoto e polveri (cockeria; impianto di agglomerazione, preparazione minerali  e omogeinizzazione; 3 altoforni per la produzione di  ghisa, con  capacita’ complessiva 2.400.000 t/a, di cui solo uno  in  funzione con  produzione di 1.100.000 t/a; acciaieria e  colate  continue; aree portuali, banchine attrezzate e stoccaggi; uffici e servizi vari.

Ilva (laminazione a freddo, 1.000.000 t/a; banda stagnata,  420.000 t/a; zincato caldo 350.000 t/a; aree portuali, banchine attrezzate  e stoccaggio; uffici e servizi vari di stabilimento).

Porto  Petroli di Multedo (4 pontili con 8 accosti  per  greggio  e prodotti  petroliferi;  1 banchina (Molo Ovest) con  2-3  accosti  per prodotti  speciali; fascia a terra tra filo di costa e  ferrovia,  con fasci  tubieri, stazioni di pompaggio, impianti e servizi portuali;  2 attracchi offshore): congiunge la parte marittima e la parte terrestre del sistema  di approvvigionamento energetico  delle  regioni centro-occidentali   dell'Italia   settentrionale   (un   quinto fabbisogno)  e  del Centro Europa. Il movimento e’ di 26-27  milioni  di tonnellate di  petrolio  per  anno  greggio  e  raffinato. Vengono movimentate oltre 240.000 tonnellate di prodotti petrolchimici.n recente studio della Polytecna Harris (marzo 1994) sottolinea che, in caso di incidente, il raggio di pericolosita’ per le persone e' di circa 400 metri per la situazione attuale, coinvolgendo  3 abitazioni,  l'azienda  petrolchimica  Superba,   la ferrovia Genova-Savona, 1 campo di calcio, alcuni edifici adibiti  ad  attivita’ commerciali (Fininvest, Secolo XIX, artigiani),  bar, 3 distributori di carburante, una spiaggia frequentata, la Coop di v. Merano.

Carmagnani:   capacita’: 11.000  mc  di  sostanze infiammabili, tossiche, cancerogene; movimenta fino a 121.000 tonnellate.

Superba: il deposito e' autorizzato per lo stoccaggio  di  prodotti facilmente infiammabili di categoria A per una capacita’ complessiva di mc 31.360.  I  depositi sono 47, organizzati in  quattro  parchi.  Il globale del  prodotto movimentato nel 1989 ammonta  a  circa  189.000 tonnellate. Numero  totale addetti 38 di cui esposti  a  rischio  32.

Oleodotti:  Su Genova e' imperniato il piu’  importante  sistema  di oleodotti  italiano, che rifornisce gran parte delle raffinerie  della Val Padana  e  le  due raffinerie di  Aigle  (Svizzera)  e  Ingolstad (Germania).  Oggi l’oleodotto per Ingolstad e’ dismesso a causa della sua obsolescenza e il traffico petrolifero si e’ attestato sulle 16 milioni di tonnellate. A parte il collegamento tra depositi genovesi e  impianti portuali, il sistema di oleodotti si articola su 4 direttrici diverse:
- SNAM, 2 oleodotti di greggio verso Ferrera e 1 verso Cremona; - ERG: oleodotto verso depositi di Arquata Scrivia; COMITA: oleodotto per greggio e prodotti da S.Quirico a Lacchiarella;
- IPLOM/OLGESA: 2 oleodotti per greggio verso deposito di Busalla.
- DEPOSITI  SNAM:  23  serbatoi SNAM a Fondega Nord e  Fondega  Sud, area 296.000 mq,  stoccaggio fino a 573.000 mc di  prodotti  (greggio 423.500, gasolio 89.900, virgin nafta 55.200, varie 4.400);
Il  SIAR (Servizio Informazioni Aziende a Rischio) del Ministero dell'Ambiente  prevede  un  raggio di area decessi di 70  metri e  di feriti  di  100,  coinvolgendo con quest'ultimo  dato  un consistente tratto dell'autostrada Genova-Savona, una casa di riposo per anziani, il campo sportivo Pio XII e alcune case di civile abitazione.

Depositi Fegino Campi: nell'area di 297.00 mq ci sono 40 depositi  con  uno stoccaggio complessivo di 759.800 mc di greggio (604.050 mq), olio combustibile  (102.400),  gasolio (14.000),  benzina  (19.000),  varie (17.350). Le aziende interessate sono SNAM ex IP, CON.ITA ex SOM, ERG -  COLISA. Area decessi di 80 metri e di feriti di 110 (fonti SIAR).

Depositi S. Quirico: nell'area di 156.720 mq insistono 552.340  mq  di prodotti   petroliferi  (13.200  mq  di  benzina,  163.100   di   olio combustibile,  227.160  di  gasolio, 116.700  di  benzina,  28.100  di petrolio). Le aziende interessate sono CON.ITA ex COMITA,  ERG-COLISA, ERG NORMOIL.A, ERG-NORMOIL.B.

LISTA INCIDENTI COLLEGABILI ALLA PRESENZA DEL TERMINALE PETROLIFERO       
1977:  incendio  ad  un  serbatoio  della  Superba. Evacuazione  case adiacenti.

1981:  esplosione  petroliera  HAKUYOU  MARU. 6  morti  tra  i  membri dell'equipaggio e i soccorritori. Danni agli edifici.

1983:  incendio  boschivo che lambisce il  muro  di  cinta dello stabilimento petrolifero SNAM di Fondega.

1985: incendio a bordo di una petroliera ormeggiata al moloA.

1985 e 1986: incendio di una autobotte alla Carmagnani.

1986: incendio alla sala pompe della Carmagnani.

1987:  esplosione  di  diversi serbatoi alla  Carmagnani.  4  morti  - evacuazione  delle  case adiacenti - pericolo di  esplosione  anche  a distanza per la presenza di gas nelle fognature del quartiere.  Blocco della circolazione stradale e ferroviaria.

1991:  incendio  alla super petroliera HAVEN, ormeggiata al  largo:  5 morti tra l'equipaggio.

1992:  rottura  di una tubazione dell'impianto ex Colisa  dell'ERG  di S.Quirico  con  versamento nel torrente Ricco’ in  Valpolcevera  di  30 tonnellate di petrolio.

PIANI DI EVACUAZIONE:
Non ne esistono credibili e seri: l'unico piano legato  alla  presenza  degli impianti  SNAM e’   gravemente  lacunoso, impreciso e con la presenza di ospedali (Martinez di Pegli) oggi non piu’ in funzione.

INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Da una relazione della Provincia di Genova del 24 ottobre 1995 si legge: "la movimentazione dei prodotti petroliferi in duce nella zona di Multedo un significativo incremento degli Idrocarburi non Metanici in aria; in particolare tale contributo è stato stimato in quantità pari al 46% degli Idrocarburi presenti nell’area esaminata e, pertanto, in quantità non trascurabili; i valori di diossido di zolfo che raggiungono valori orari di significativa entità possono essere attribuiti ai fumi derivanti dalla combustione delle navi attraccate al Porto Petroli."

Non ci risulta che siano stati presi provvedimenti per ovviare alla grave presenza di inquinamento in zona!

Nell’area di Multedo vengono movimentati: ortoxilolo, metaxilolo, xilolo, linearachil-benzolo, trielina, formurea, acetato vinile monomero, alfametilstirolo. Tutte sostanze sicuramente tossiche secondo le tabelle del Decreto Ministeriale del 12 luglio 1990, ma alcune (linearachil benzolo, xilene, toluene, trielina) sarebbero sospette di cancerogenicità, in quanto capaci di generare certi tipi di leucemia: noi riteniamo valida la linea di condotta espressa dalla comunità scientifica che a fini tossicologici, considera come pericolose tutte quelle sostanze che non siano state provate SICURAMENTE NON CANCEROGENE.

Ricordiamo casi passati quando al recipimento in tabelle di cancerogenicità ufficiali si sia giunti molti anni dopo l’evidenza scientifica, con gravi danni per la salute delle popolazioni esposte (DDT-Amianto-Benzene- ecc.)

INQUINAMENTO ACUSTICO
Da anni i cittadini lamentano forti disturbi causati dalle stazioni di
pompaggio a terra del Porto Petroli e da quelle delle navi. Nonostante la cosa fosse stata oggetto anche d’indagine da parte dell’Autorità Giudiziaria, il disturbo è rimasto invariato nel tempo.

RISCHIO IDROGEOLOGICO
Nell'area interessata ci sono 16 torrenti soggetti a piene alluvionali  autunnali,  che vedono il loro letto ostruito da tombinature e  strade sulle sponde con grave rischio per persone e cose.

Il  Torrente  Varenna e' soggetto a piene  alluvionali  nei mesi autunnali.  E'  stato  protagonista  di un  disastroso  evento  il  23
settembre  1993, causando due morti e notevoli danni a case e  strade.

Il  dissesto idrogeologico creato dalla presenza di  cave, deviazioni forzose   del  letto  del  fiume  (clamoroso  e' il
restringimento all'altezza  della  piastra della sottostazione  ENEL asservita  alla SNAM),  incuria e discariche abusive rende questo torrente tra  quelli piu’ a rischio anche in un prossimo futuro.

CAVE
Provocano  il  massimo impatto ambientale, sia per  l'entita’  del materiale asportato, sia per il danno al paesaggio, sia,  soprattutto, perche’  si  trovano  nelle  immediate  vicinanze  di  aree  densamente popolate, attraversate da un incessante traffico di automezzi pesanti.  Le cave generano dissesto idrogeologico creando fenomeni di  frana  e nuove vie di ruscellamento non regimato, che favoriscono processi  di dilavamento, distacchi e smottamenti.

- Val Varenna: cava di serpentino "CHIESINO" (Soc. Nuova Coleol S.P.A. - via Carpenara  5 GE)- da pochi mesi dismessa e sede di attività di riciclaggio inerti e degli sfalci dei giardini e delel ppotature;
- cava di materiale gabbrico-diabase  "TANA  DEI BANDITI" (Societa’ Lombardini S.P.A.);
- cava di diabase "PIANDICARLO" (Societa’ Edilcave Liguria S.R.L., C.so Ferrari 74, Albissola Sup.)
- Monte  Gazzo:  cava di calcare "GNEO" (F.lli Ghigliazza - Via  Gneo  5 Ge);
- Nuova  Isoverde SRL (v. Chiaravagna 128 r.  GE);  Calce  Dolomia S.P.A.(V. Chiaravagna 144 r, loc. Panigaro GE);
- Pietra Calcarea s.r.l.  (Loc. Vecchie Fornaci 16154 GE T. 674542); Calcestruzzi Genova  s.r.l.  (V.Cantore 8G 16149 GE 6458889).

DISCARICA RIFIUTI URBANI: SCARPINO.
Nella  zona montana della Circoscrizione di Sestri Ponente  sorge l'immensa  discarica  di rifiuti solidi urbani della  'Grande  Genova'  dove  vengono smaltiti 260.000 t/anno di RSU e 116.000 metri  cubi  di fanghi provenienti dagli impianti civili di depurazione. Inoltre, sono attive alcune  discariche  per rifiuti  speciali  (del  tipo  2A   - classificazione  DPR  915/82).

I rifiuti  della  discarica  inquinano pesantemente i torrenti Cassinelle e Chiaravagna. Molti disagi per gli abitanti circonvicini sono causati dall'incessante traffico di  camion diretti alla discarica.

L'AEROPORTO 'CRISTOFORO COLOMBO.
Anche  l'aeroporto di Genova-Sestri Ponente dà il suo  contributo  al  degrado  del Ponente. Gli abitanti di Pegli e Sestri  lamentano  i danni  provocati  dagli  arrivi e dai decolli degli  aerei.  Rumore  e vibrazioni  che comprometterebbero la sicurezza degli edifici.

A quest'area va aggiunto il Porto Container di Pra - Voltri. Negli anni sessanta le forze politiche del tempo hanno fortemente voluto e sostenuto uno sviluppo economico occupazionale, per la città, basato sulla portualità.Non solo la riorganizzazione ed il rientro sulla scena del Mediterraneo del tradizionale porto di Genova, per decenni dilaniato da conflitti interni, ma anche la costruzione di una nuova struttura portuale nel ponente cittadino: il porto di Voltri, poi dato in concessione alla V.T.E. (Voltri Terminal Europa).

Tutto questo sulla base di previsioni di traffico nel Mediterraneo molto promettenti, ma senza tenere in minima considerazione le esigenze della popolazione preesistente, realizzando uno scempio igienico – ambientale che avrebbe potuto essere evitato, pur costruendo le stesse opere. Sarebbe semplicemente bastato un approccio progettuale diverso, invece di dar corso ad una diabolica soluzione : realizzare il porto attraverso una immensa discarica.

Negli anni 70 iniziarono a costruire il porto , o meglio dettero inizio alla grande discarica, e guarda caso, nessuno si avvide, o fece finta, che su quel litorale vivevano da sempre più di 70.000 persone e che i loro scarichi urbani (acque nere) finivano nel mare di fronte, proprio dove doveva sorgere il porto.  E, cosa gravissima, non fu costruito un depuratore come primo logico atto progettuale.

La situazione attuale è che lo specchio d’acqua che circonda il porto ha un livello altissimo di inquinamento. Oggi il porto è stato costruito con un riempimento totale di 5 moduli, ciascun modulo è lungo circa 300 metri, è in fase di riempimento il sesto
modulo, che permetterà di avere a disposizione una banchina per le navi di circa 1800 metri. Stanno funzionando a pieno regime 4 moduli, si sta per attivare anche il quinto; con il sesto modulo la capacità produttiva del porto sarà di circa 1.400.000 di TEU movimentati / anno.

Lo specchio d’acqua fortemente inquinato è quello del canale di calma, poiché manca di uno sbocco verso ponente e l’unica via d’uscita delle acque risulta il canale di accesso delle navi dentro il porto.

Nel canale di calma sfociano i torrenti Sacchi, S. Michele, Branega e San Pietro (nell'alluvione 1993 un morto).
Su questo canale di calma hanno sede alcune società di nautica sociale, si vorrebbe realizzare anche una pista di canottaggio, molto prestigiosa e con caratteristiche internazionali, ma l’ambiente risulta molto precario per le condizioni igieniche.

Inoltre l’operatività del porto sta causando un disagio da tenere presente: l’inquinamento acustico.  Sirene, rumori metallici derivanti dalla movimentazione dei containers fanno armai parte dell’ambiente. Di giorno attenuati dai rumori della strada e della vita quotidiana.  Di notte fortemente fastidiosi che obbligano in piena estate alle finestre chiuse.

Un’altra considerazione va fatta sulla sequenza di costruzione del porto, vale a dire che la logica avrebbe dovuto suggerire: costruzione del depuratore, dragaggio del canale inquinato, riempimento del 6° modulo con il materiale del dragaggio. Il depuratore è appena iniziato e pertanto i tempi di realizzazione saranno molto lunghi, e l’inquinamento rimarrà per tanto tempo, ma intanto i riempimenti procedono lo stesso per esigenze di discarica.

Nel Dicembre 96 l’Autorità Portuale ha chiamato quattro famosi architetti europei (Koolhaas, Smetz, Solà, Secchi) per avere un contributo alla redazione del nuovo Piano Regolatore Portuale di Genova. Costoro hanno anche esposto, in una serie di incontri pubblici i progetti da loro realizzati in tutto il mondo.

Quello che colpì in modo particolare fu il tipo di messaggio unanime che espressero, pur nella diversità degli stili e delle idee personali: "armonizzare sempre i nuovi insediamenti industriali con l’ambiente preesistente, sia naturale che abitativo".

E’ conseguenza di questa armonizzazione che e' stato richiesto e, per il momento ottenunto, lo stop definitivo del porto alla realizzazione del 6° modulo.  Armonizzare non è solo un fatto estetico, ma un modo di affrontare e risolvere i seguenti problemi:
Permettere un ricambio delle acque per evitare maggior inquinamento;
Garantire uno sfogo adeguato ai corsi d’acqua, contro possibili alluvioni;
Contenere l’inquinamento acustico;
Dare la possibilità alla popolazione di esercitare attività socio sportive sulla costa;
Contenere l’impatto visivo di un terrapieno immenso.

Il lavoro, l’occupazione, l’economia della città sono cose importantissime, ma abbiamo avuto l’impressione che specie l’occupazione, sia un concetto facilmente strumentalizzabile. Ne abbiamo constatato gli effetti in occasione delle manifestazioni che abbiamo fatto contro il degrado.
Diventa l’arma del ricatto per fare recedere qualsiasi protesta anche se altrettanto legittima come quella del lavoro. Sino ad ora il V.T.E. non ha dato molta occupazione, ma ha distrutto molto.
Era partito con una promessa di 5.500 posti di lavoro, oggi gli occupati nel porto sono circa 600, dei quali circa 150 abitanti del ponente. Gli addetti per ogni modulo in più o in meno si contano per così dire su due mani e cioè l’unità di misura non sono le migliaia, come promesso, bensì le decine.
La continua richiesta di spazi non può essere la causa di un continuo ed eterno riempimento del mare.

FASCIA  DI  RISPETTO
Il piano regolatore Portuale del 1980 non prevedeva né la Fascia di Rispetto né il Canale di calma. Ma era stato approvato con un
terrapieno totale che cancellava il litorale dalla località Risveglio di Pegli sino a Voltri.

Nel 1985, sulla diga del Porto già delineata , compariva una scritta, fatta da anonimi, ma che durò per molto tempo alla lettura della popolazione del Ponente:    "PRA’  CONTRO".

Fu l’anima dei Praesi, cittadini e pescatori, a scrivere quella frase, cancellata sì dal tempo ma indimenticabile per tutti, amministratori pubblici compresi.  Questo fatto diede inizio ad una concreta opposizione popolare a quel Piano Regolatore.

Venne così approvata una variante al P.R.P. dell’80, che prevedeva la così detta "Fascia di Rispetto, anche se senza il Canale di Calma.

La "Fascia di Rispetto", cuscinetto tra l’abitato ed il nuovo Porto fu una esigenza di Prà che nacque da un forte bisogno sociale, e ciò porto la Circoscrizione di allora a condividere tale indicazione.

Nell’88 vennero tracciati i primi progetti di realizzazione della fascia, in particolare fu definito il campo di calcio della Praese, poi finalmente attivato nel ’95, e nell’89 venne data una prima risposta alle attività nautiche con l’ipotesi concreta di un canale, approfittando del fatto che la diga di levante non era stata radicata a terra, ma lasciava un passaggio navigabile richiesto a suo tempo dalla popolazione di Pegli per un possibile utilizzo nautico/turistico della zona del Lido.

Sempre nell’89 l’uso sociale della fascia indusse la Circoscrizione a chiedere lo spostamento a mare della linea ferroviaria, per la quale c’è da registrare nell’Aprile del’ 97, un impegno formale di progettazione e relativa finanziamento assunto in Regione sia dall’allora  Ministro Burlando, sia dal Presidente delle F.S. ing. Cimoli.

Nel’92 viene definita la nuova Bretella ferroviaria Voltri – Borzoli per il traffico ferroviario dei containers e con i materiali di risulta degli scavi in galleria necessari per tale opera fu realizzato l’attuale terrapieno della "Fascia di Rispetto".

Nel 92 venne avanzata la richiesta di realizzare nel canale di calma un campo di regata per il canottaggio, esteso dal Branega alla Pria – Pulla.

La mancata canalizzazione dei rii, l’alluvione del 93 e il pericolo costante di tale disastrosa eventualità, la richiesta delle società sportive presenti sul territorio, portò finalmente nel 96 ad un accordo di Programma tra Comune – Provincia – Regione – Autorità Portuale ed F.S. per il Canale di Calma, definito con una larghezza di 140 metri (100 metri di campo, 20 metri di libera circolazione e 20 metri per gli approdi).

Questo risulterà un atto molto importante, perché per la prima volta venne sancito un nuovo affaccio al mare per la delegazione di Prà.

Seguirono i problemi dei nostri giorni non ancora risolti che vogliamo elencare: inquinamento del Canale per la mancata costruzione del depuratore, la lentezza delle opere previste sulla Fascia in particolare la piscina, a carico del V.T.E. per gli oneri di urbanizzazione, ma non ancora definita nella definitiva esecuzione , lo spostamento della ferrovia con le problematiche dei binari aggiunti in più a quelli esistenti e i sotto passi necessari per l’accesso al Canale.

e-mail del 14 settembre 2000 da:
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