Gentile ricercatore/studente, nei prossimi giorni si svolgera' a
Genova il Tebio, un congresso sulle biotecnologie.
Nonostante sia pubblicizzato come un momento di
informazione sulla rivoluzione biotecnologica,
la presenza massiccia dellemultinazionali del Biotech
(Monsanto eNovartis in primis) sembra piuttosto alludere
ad un meeting in stile manageriale.
L'ingegneria genetica ha
assunto un ruolo di primo piano nel panorama della
ricerca internazionale.
Essa ha creato un bacino fertile per la nascita di
moltissime piccole, medie e grandi imprese "high
tech".Questa spinta imprenditoriale ha indotto un
importante cambiamento nel modo di fare ricerca
scientifica.
Il Biotech ripropone in
forme nuove il problema del rapporto tra scienza e
societa'. Il destino delle societa' rurali del Sud del
mondo, la liberta' di consumo e di accesso al sapere, il
diritto alla cura: le biotecnologie decideranno su temi
di cosi' vasta rilevanza.
Noi attori della ricerca
scientifica vogliamo prendere posizione e porre alcuni
dubbi.
Il patrimonio genetico non
puo' essere brevettato.
Nessun imprenditore puo' privatizzare un
"sapere" sociale costruito in milioni di anni
dalla Natura.
Esso rappresenta il fondamento della vita sul pianeta,
poiche' la sua variabilita' assicura l'adattamento
armonioso tra le specie. Il brevetto di qualsiasi
sequenza di DNA a fini commerciali e' quindi un furto
alla collettivita'. Il segreto industriale e il copyright
sono un limite allo svolgimento della ricerca, costretta
a pagare un "pizzo" per la propria attivita'
alle case chimico-farmaceutiche. Noi siamo contro il
copyright.
L'idea che le
biotecnologie siano necessarie per eliminare la fame nel
mondo e' falsa.
Il fallimento della Rivoluzione Verde ne e'
testimonianza. Il premio Nobel Amartya Sen indiano
dimostra che la causa delle carestie e' l'iniqua
distribuzione delle risorse, non la loro presunta
scarsita'.
Cio' non interessa le multinazionali. Le comunita'
agricole dei paesi del Terzo Mondo perdono la loro
autonomia e cadono in uno stato di moderna schiavitu' nei
confronti delle monocolture trasgeniche imposte. E il
problema dell'autonomia non e' limitato alle lontane
comunita' agricole indiane: anche come consumatori
occidentali ci viene impedito di controllare e decidere
di cosa nutrirci.
Ci opponiamo all'idea che
il DNA contenga tutti i pregi e tutti i difetti di una
persona.
Per giustificare gli enormi investimenti economici
nell'ingegneria genetica, si fa credere all'opinione
pubblica che le cosiddette anomalie (la
tossicodipendenza, la depressione, l'omosessualita', la
follia) siano causate dai geni. Cio' alimenta le
discriminazioni su base genetica (nelle assicurazioni,
nelle assunzioni, nelle terapie mediche) e
deresponsabilizza la comunita' nei confronti dei disagi
che essa stessa provoca. La "scoperta" di un
gene oggi vale molti miliardi per una societa' quotata in
Borsa. Non accettiamo che in nome del Nasdaq la
tossicodipendenza divenga un problema da genetisti e non
riguardi la societa' tutta.
Questi, e ce ne sono molti
altri, ci sembrano buoni motivi per manifestare a Genova
contro la vetrina delle multinazionali.
Tuttavia lo scopo di questa lettera non e' quello di un
volantino.
Questa lettera vuole stimolare un dibattito all'interno
di chi fa scienza.
Innanzitutto, perche' chi
fa ricerca scientifica vede da vicino i problemi in
questione. In secondo luogo, perche' i ricercatori, dopo
la battaglia sul nucleare, hanno rinunciato a esprimersi
pubblicamente, se non per chiedere fondi in televisione.
Sappiamo che e' difficile
muoversi tra ricerca pubblica e mercato, nella
flessibilita' temporale e geografica odierna.
Crediamo dunque che il biotech sia il tema adeguato per
riprendere in mano la propria soggettivita' di scienziati
nel nuovo contesto.
Infine, speriamo che la
manifestazione di Genova non dia una visione manichea del
problema, secondo cui chi e' dentro il congresso del
Tebio e' a favore delle biotecnologie e difende la
verita' scientifica e chi sta fuori a contestare e'
contro le biotecnologie e difende l'irrazionalismo
moralistico.
Noi saremo fuori a contestare il Tebio, a favore delle
biotecnologie come sapere pubblico accessibile a tutte le
donne e gli uomini del mondo.
La.S.E.R. Laboratorio
Scienza Epistemologia Ricerca
Per le adesioni a questo
documento e alla manifestazione, scrivere a la.ser@mailcity.com
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