GODEL
Kurt
Godel è uno dei piu’
grandi logici matematici vissuti nel nostro secolo, colui il quale ha
assorbito, sommarizzato, rielaborato ed espresso il sistema logico
mediante il quale l’uomo negli ultimi tremila anni circa ha costruito il
proprio pensiero filosofico e scientifico, tramite il quale ha cercato di
comprendere ed ha modellato la realtà nella quale viviamo. E
soprattutto lo ha criticato e ne ha trovato l’errore fondamentale. Godel
ha fornito un contributo fondamentale al pensiero dell’uomo
nell’ultimo secolo, ma contemporaneamente ne è stato un grande
distruttore. Nel 1931 il buon Kurt formulò quello che va sotto il nome di
"Teorema dell’incompletezza". Cercherò
di spiegarlo in termini divulgativi, cercando di evitare rigorose
formulazioni, a causa delle implicazioni e nonostante che io, da fisico,
sia portato al rigore. Ma mi sono reso conto che anche le parole contano
come le formule matematiche poichè sono frutto dello stesso tipo di
codifica e nascono dallo stesso sistema di pensiero sul quale l’uomo ha
costruito la propria comprensione della realtà ed ha basato la propria
evoluzione. I
filosofi ed i logici degli ultimi duemilacinquecento e rotti anni si sono
interrogati sulla realtà ed hanno cercato di comprenderne i meccanismi,
di smontarli e di codificarne le leggi. Di costruire cioè dei modelli che
permettessero di descriverla. Il compito dei logici e dei filosofi è
quello di fornire gli strumenti per l’indagine, ovvero dei sistemi
formali dai cui assiomi fondamentali, tramite relazioni logiche, sia
possibile derivare leggi e regole valide in assoluto da utilizzare per
costruire i modelli di ciò che ci circonda. Così
Euclide intorno al 300 a.c. stabilì e codificò i cinque postulati
fondamentali della geometria, considerati per quasi due millenni
assolutamente validi ed autoconsistenti, tramite i quali fu possibile
descrivere la forma del mondo che ci circonda. Aristotele prima di lui
codificò i sillogismi, ovvero i "quanti" che costruiscono il
pensiero razionale strutturato. Cartesio molto più tardi formalizzò il
sistema di riferimento, ovvero i "punti di vista" sotto i quali
gli oggetti che costituiscono il mondo possono essere visti;
l’impalcatura che racchiude e nella quale porre le leggi ed i modelli
descrittivi. Nell’800
i logici inglesi Boole e Morgan, Peano in Italia e Hilbert in Germania
lavorarono per raffinare i processi del pensiero razionale, definirne le
leggi ed i concetti fondamentali. Fino ad arrivare alla gigantesca opera
di Russel e Whitehead "I principia Matematica" che si poneva
l’ambizioso obiettivo di riformulare l’intera matematica dalla logica,
ovvero in un certo senso di fornire la codifica ultima degli strumenti di
analisi e del pensiero razionale dell’uomo, del metodo scientifico. E
quasi contemporaneamente nacque Godel, il più grande distruttore di realtà
della storia dell’Universo. Egli formalizzò e dimostrò semplicemente i
paradossi insiti a priori nel tentativo della ricerca di una codifica
della realtà, e la cosa affascinante e terribile al tempo stesso è che
ci riuscì in pieno. Il
ragionamento a parole è il seguente: nella costruzione e codifica di un
qualunque sistema formale non possono essere derivate completamente tutte
le proposizioni che discendono dai postulati sui quali il sistema formale
stesso si fonda. Bisogna per forza, prima o poi, ricorrere a
"contributi" esterni, senza i quali alla fine il sistema formale
conterrà delle incoerenze che finiranno per distruggerlo. In
altre parole, non si possono descrivere le leggi sulle quali si poggia un
sistema formale ricorrendo alle leggi stesse. In ciò è insito un
paradosso che porta alla non validità del sistema stesso. La
validità di quanto espresso mi saltò drammaticamente agli occhi
allorquando mi accingevo a completare il lavoro di tutta la mia vita: la
Teoria della Grande Unificazione. Finalmente avevo trovato la chiave
logico matematica che permetteva di descrivere in un unico insieme di
leggi le interazioni fondamentali che regolano tutti i processi
nell’universo, a qualunque scala e di qualunque natura. So
che può apparire eccessivamente presuntuoso, soprattutto perchè non potrò
mai dimostrare quanto sto scrivendo. Purtroppo la stesura formale di una
teoria così completa condurrebbe irrimediabilmente al paradosso di Godel.
E mi spaventano le implicazioni. Mi
spiego meglio: la realtà, l’Universo stessi tramite i passi teorici di
cui ho intravisto le possibilità possono essere codificati attraverso un
sistema formale molto complesso. E questo è il fine cui tende il pensiero
e la ricerca dell’uomo. I
simboli di tale sistema formale sono distribuiti nello spazio
quadridimensionale, ovvero le particelle elementari. Le regole del sistema
formale sono le leggi della fisica che regolano l’interazione tra i
costituenti della materia e ne forniscono la distribuzione spaziale e
temporale. I teoremi sono le "fotografie" della configurazione
dell’Universo nei vari istanti dopo il Big Bang. L’unico assioma
fondamentale è l’Universo stesso all’istante del Big Bang. Io
so come descrivere formalmente tutto ciò, ma ho paura ad eseguire gli
ultimi passaggi formali per la "codifica del Tutto" perchè, se
vale il Teorema di Incompletezza, allora i postulati fondamentali tramite
i quali l’Universo stesso è descritto come lo percepiamo e viviamo
conterrebbero in sè i germi della propria non giustificabilità ed
incoerenza. Questo equivale a sancire l’assurdità dell’Universo ad
esistere. In
altre parole, una volta descritta e codificata definitivamente la Realtà,
non sarebbe possibile riferirsi ad altro se non alla Realtà stessa per
giustificarne le leggi che la governano, provocando la conclusione,
secondo il Teorema di Incompletezza, che queste ultime sono incomplete e
non valide e che quindi la realtà stessa è assurda ad essere. Quindi
ho deciso di distruggere anche questi appunti e di gettare alle ortiche il
lavoro della mia vita. Conserverò solo alcune implicazioni secondarie che
almeno agli occhi della Comunità scientifica giustificheranno gli anni da
me spesi. |