"Che cosa ne pensi?" Dissi: "Va bene che è il primo numero e devono crescere, ma ‘Giovaria’ avrebbe potuto cominciare le pubblicazioni con qualcosa di meglio!"

Ero con Stefano a casa mia e commentavamo, libro alla mano, il primo numero di una nuova collana bimestrale di fantascienza.

Condividevo con Stefano oltre che lo stesso tipo di studi all’Università: sei anni passati a Fisica a spaccarci il cranio, anche il tipo di lavoro: consulenti per una Società di Informatica, lavoro certamente attinente con gli studi compiuti... ma almeno ci dava adeguatamente di che vivere.

Fantascienza e Fantasy erano le nostre passioni fin da ragazzi e, ora che potevamo permettercelo economicamente, ogni nuova pubblicazione era subito presa, letta ed analizzata con l’occhio critico del fanatico.

Il lancio pubblicitario mi aveva convinto, ma questa prima antologia proprio no. Soprattutto l’ultimo racconto. E poi neanche c’era il nome dell’autore in copertina, sicuramente dimenticanza in fase di stampa. Ciò, comunque, deponeva ancora meno a favore della collana.

"E poi qua c’è scritto che la spiegazione delle conclusioni della bizzarra teoria del prof Gunther sono al fondo, chissà che si è inventato sto qua!"

"Dai leggiamo" fa Stefano "Abbiamo fatto 30, facciamo 31".

Leggemmo.

 E l’Universo finì.

 

Forse le conclusioni del professor Gunther sono qui allegate o forse no, ma nel dubbio: