CON LA COLLA SULLA STRADA


All'inizio degli anni novanta, la popolazione infantile latino-americana toccava i 57 milioni. I ragazzi tra i 5 e i 14 anni erano 102 milioni. In totale, poco più di un terzo di tutta la popolazione è costituito da minorenni. Ogni anno nascono 12 milioni di bambini e ne muoiono 852.000 nella fascia inferiore ai 5 anni di età. Come dire che ogni giorno muoiono 2.334 bambini piccoli, al ritmo di circa 100 ogni ora. Dei sopravvissuti, circa 4 milioni sono in condizioni di denutrizione, fatto che mette una serie ipotetica sul loro sviluppo successivo. Si calcola che attualmente circa 170 milioni di latino-americani vivono in condizioni di povertà assoluta, cioè il 40% della popolazione, e di questi, 75 milioni sono ragazzi minori di 15 anni. In altre parole, si può affermare che praticamente la maggioranza dei bambini latino-americani sono poveri e che la maggioranza dei poveri sono bambini. Circa un milione di minori di 5 anni muore ogni anno per cause in gran parte evitabili. Si calcola che 6 milioni di bambini della stessa fascia di età soffrano in condizioni di denutrizione media e un milione di denutrizione grave. In tutto il continente latino-americano 44 milioni di ragazzi non hanno terminato la scuola elementare e 12 milioni non sono mai andati a scuola. Circa 15 milioni di minorenni, cioè circa un decimo della popolazione nella fascia tra i 6 e i 18 anni, lottano per la propria sopravvivenza in mezzo alla strada. Senza istruzione, senza appoggi familiari e senza nessuna integrazione sociale, nelle vaste aree marginali delle grandi città molti di questi ragazzi sono oggetto di ogni genere di sfruttamento: sul lavoro, nel traffico di droghe, nella prostituzione e nella delinquenza più o meno organizzata. Si stima che circa 30 milioni di ragazzini siano costretti a lavorare per contribuire al magro bilancio familiare. Bambini e bambine di strada, o che stanno per strada. Si chiamano bambini/e "di strada" quelli/e che vivono costantemente o provvisoriamente per la strada rompendo i legami familiari o con altri adulti facenti le veci dei genitori. Si dice che i bambini/e "stanno per strada" quando stanno tutto il giorno lontani da casa per poter aiutare economicamente la famiglia senza che si sia avuta una rottura dei vincoli familiari. Secondo dati dell'UNICEF riferiti a undici paesi latino-americani, in tali paesi dai sette agli otto milioni di minorenni sono bambini/e "di strada", e di essi probabilmente solo l'1% riceve qualche aiuto per i suoi bisogni primari. I paesi con maggiori indici di bambini/e "di strada" sono il Brasile, il Messico, la Repubblica Dominicana, la Bolivia, l'Argentina e il Perù. Nei paesi con grandi concentrazioni urbane gli indici sono più elevati; il fenomeno è più allarmante nelle grandi metropoli come Sao Paulo, Lima, Bogotà e Città del Messico. Vale la pena di ricordare che negli ultimi 30 anni l'indice di urbanizzazione in America Latina è passato dal 49% al 72%.



Tra i bambini brasiliani le droghe più diffuse sono i diversi tipi di inalanti (con prevalenza della colla da calzolaio) che abbondano sul mercato, hanno un prezzo accessibile per i ragazzi di strada e non sono sotto il controllo dei trafficanti di droga perché il loro valore aggiunto non è remunerativo. D'altro canto la maggior parte dei prodotti consumati dai bambini di strada non sono droghe illegali: la vendita di colla è proibita ma non ne è proibito il consumo. Questo peraltro non evita ai bambini la repressione della polizia militare coi suoi interventi pesanti ed arbitrari, e la considerazione dei bambini da parte della pubblica opinione come tossicodipendenti e delinquenti. La vita del bambino di strada non contribuisce a farlo diventare tossicodipendente: lo costringe a mettere in atto una moltitudine di strategie di sopravvivenza, di cui la droga non è un elemento predominante: è assunta in compagnia di altri bambini e soprattutto con una forte connotazione ludica e di sfida verso gli adulti. E' probabile che sviluppino una maggiore dipendenza i bambini che non hanno lasciato il loro ambiente locale o che, i bambini di strada diventino dipendenti dell'alcool o dei farmaci e comunque possano cessare immediatamente di consumare inalanti. Consumare inalanti è dunque uno stile di vita, una strategia temporanea di sopravvivenza, non una patologia, un bisogno di auto distruzione. Perché consumano inalanti? Per sentirsi all'altezza di una impresa che si intende intraprendere, piacevole o pericolosa che sia. Per motivi compensatori: far passare i momenti difficili meglio possibile, lottare contro il nemico. L'inalante non è dunque solo una sostanza che modifica le sensazioni e le percezioni individuali e non è un fine in sé, ma un mezzo che permette al bambino di partecipare alle attività di un gruppo. E il bambino sa dosare in modo deliberato la quantità di prodotto da inalare, in funzione degli effetti che vuole ottenere. Ci sono anche fasi di consumo diverse, ora più rimarcato ora meno, secondo cicli variabili in rapporto alla carriera del bambino di strada. Sembra dunque che mentre le droghe in uso nei paesi del Nord prendono il sopravvento sulla persona e ne determinano la dipendenza, gli inalanti sono sempre sotto il controllo del consumatore. Gli inalanti sono droghe di una classe d'età che si identifica col mondo di strada. Quando questa identificazione cessai essa porta alla diminuzione o all'arresto del consumo di questa sorta di prodotti.