L’economia: agricoltura, allevamento, pesca

A partire dagli anni Cinquanta il Messico ha realizzato un notevole potenziamento delle proprie strutture produttive, collocandosi tra i primi Paesi in via di sviluppo dell'America Latina. La sua economia è di tipo misto, in quanto assai consistenti sono gli interventi e i controlli dello Stato. Grazie al forte impegno statale sono state realizzate importanti infrastrutture ed opere idrauliche, che hanno consentito il decollo industriale. Questo è stato possibile anche per il consistente contributo degli Stati Uniti, con i quali il Messico intrattiene intensi rapporti commerciali e dai quali continua a ricevere notevoli aiuti finanziari. Nonostante la crescita rilevante, il Messico presenta una situazione per molti aspetti " problematica, con tassi di disoccupazione e d'inflazione elevatissimi e forti squilibri sociali ed economici, in relazione sia alle regioni sia ai settori produttivi. Nelle campagne, ad esempio, il reddito rimane bassissimo, l'analfabetismo e la mortalità infantili sono notevolmente elevati.



L'agricoltura occupa ancora un posto di rilievo nell'economia messicana; assorbe infatti il 28% della popolazione attiva. La riforma agraria ha abolito il latifondismo, distribuendo circa la metà delle terre coltivabili alle comunità di villaggio (ejidos) e a piccoli proprietari; tuttavia le terre più fertili del Paese sono rimaste nelle mani di pochi grandi proprietari che, grazie ai loro capitali, possono utilizzare tecniche produttive più avanzate ma mantengono i contadini in una situazione di sfruttamento assoluto. Pagati spesso non in denaro, ma con buoni acquisto, sono obbligati a spenderli in spacci interni all'azienda, gestiti dagli stessi proprietari. L'agricoltura è in larga misura di pura sussistenza e dà redditi bassissimi. Colture prevalenti per il consumo interno sono quelle del mais, dei fagioli, del frumento, dell'orzo, dell' avena, del sorgo e del riso. Fra le piante industriali notevole peso hanno quelle delle fibre tessili (cotone e sisal, le agavi per la produzione di bevande (tequila e pulque). La canna da zucchero, il caffé, il cacao, i frutti tropicali e gli ortaggi sono in gran parte esportati. Il Messico dispone di un buon patrimonio boschivo (21,4% del territorio), da cui si ricava legname pregiato: mogano, ebano, sandalo, cedro, legno di rosa. La notevole estensione dei prati e dei pascoli (38% del territorio) consente un buon allevamento di bovini, ovini ed equini, praticato principalmente nelle «tierras frias». La pesca ha i centri principali sul Golfo della California. Il pescato (gamberi giganti, acciughe, sardine e tonni) è in buona parte esportato.