L’economia: risorse minerarie e industrie

Il Paese è tra i massimi produttori di argento, piombo, zinco e zolfo, ma possiede anche oro, rame, ferro, antimonio, molibdeno ecc. Oltre ai giacimenti di carbone, importanti sono quelli di petrolio e di gas naturale, il cui sfruttamento, insieme alla buona disponibilità di energia idroelettrica, ha consentito l'avvio dell'industrializzazione. Negli ultimi decenni, infatti, le fortune minerarie del Messico si sono rinnovate con la scoperta di vasti giacimenti di petrolio nella fascia atlantica, che fanno di questa nazione il maggior produttore dell’America Latina e il quinto nel mondo, originando una forte industria chimica.



L'esportazione di greggio, inoltre, ha dato al Paese mezzi per svincolarsi, almeno in parte, dall'ingerenza pesante del capitale straniero. Accanto all'industria estrattiva, particolarmente importante per il Messico, nel settore secondario si sono sviluppate le industrie a questa collegate e quelle di trasformazione dei prodotti agricoli. Notevole impulso hanno avuto anche i settori siderurgico, meccanico, petrolchimico, chimico, tessile ed alimentare. Le industrie hanno i loro maggiori centri a Città del Messico e nel triangolo Monterrey-Saltillo-Monclova, nel Nord-Est.



La presenza straniera particolarmente nei settori automobilistico («Volkswagen», «Renault», «Datsun»), elettromeccanico ed elettronico («Philips», «General Electric») si spiega con i bassi costi della manodopera. La percentuale di occupati nel settore terziario è alta, ma si tratta di occupazioni poco produttive. In grande espansione il turismo, per le meravigliose attrattive naturali, archeologiche, balneari. Il governo messicano ha svolto una febbrile attività per stipulare accordi di libero scambio nell'ambito del Gruppo dei Tre (Messico, Colombia, Venezuela), dell'America Centrale istmica, e del Nordamerica (NAFTA). Il NAFTA gioverà molto al Messico del Nord, dove già in molte fabbriche manifatturiere di proprietà americana, poste proprio sul confine, operai messicani montano pezzi prodotti in USA a un decimo del costo di un lavoratore statunitense. C'è timore che si allarghi la povertà del Sud, dove la popolazione india è prevalente ed è a contatto con i focolai di guerriglia dell'America Centrale. L’esasperazione degli indios, che si battono anche per vedere riconosciuta la loro identità culturale, esplode ogni tanto in rivolte come quelle dell’esercito zapatista (dal nome di Emiliano Zapata, eroe, assieme a Pancho Villa, della rivoluzione del 1910).