Le principali organizzazioni economiche delle Americhe

Alla fine del 1992, i governi di Canada, USA e Messico hanno firmato il NAFTA (North American Free Trade Agreement = Accordo Nordamericano per il Libero Commercio), programmando di abbassare le barriere doganali entro il 2000. Si forma così un mercato di oltre 370 milioni di abitanti, dal Polo Nord ai Caraibi tropicali, aperto sui traffici dei due oceani: l'Atlantico, in contatto con il mercato comune dell'Unione Europea, e il Pacifico, oltre il quale vi sono il Giappone e alcuni piccoli Stati ad alta produttività e l'immensa Cina in rapido sviluppo.



Un accordo coraggioso, perché unisce due Paesi con oltre 20.000 dollari di reddito annuo pro capite a un Paese i cui abitanti ne hanno solo 3.400 di media. Potrebbe essere il primo passo verso una Comunità dei paesi americani. Ma c'è chi teme che esso dia via libera alle multinazionali, crei disoccupazione negli USA (per l'afflusso di altri lavoratori messicani) e occupazione mal pagata nel Messico. Un effetto del NAFTA sarà probabilmente un’ accresciuta specializzazione di alcune produzioni e attività nei tre Stati: legname nel Canada, cereali e carne negli USA, frutta e ortaggi nel Messico. Gli USA spostano verso sud le attività a maggiore contenuto di manodopera e si concentrano nelle nuove tecnologie. Di fronte al NAFTA, il Sudamerica ha cominciato a formare unioni economiche di gruppi di Stati, che prendono sigle diverse: Mercosur (Mercato Comune del Cono Sud), Mercato Comune Centroamericano, Patto Andino, Comunità dei Caraibi… Il Gruppo dei Tre (Colombia, Venezuela, Messico) può fare da collegamento con il NAFTA.