L' esercito di terracotta

Nel marzo del 1974 un contadino della comune agricola di Yanzhai tentando di scavare un pozzo per attingervi acqua per l'irrigazione dei campi trovò a 5 metri di profondità, a un chilometro e mezzo di distanza dal tumulo imperiale di Qin Shihuangdi (35 km a est della città di Xian) la testa in terracotta di un guerriero. Riportò il fatto e il reperto al comitato della comune agricola e questo informò Pechino. Arrivarono gli archeologi e nel 1976, dopo carotature e lo scavo di pozzi di ispezione scoprirono quella che doveva diventare la più importante scoperta archeologica del XX secolo. La fossa è stata protetta con un immenso hangar e non è consentito fotografare.



Nella zona ci sono tre fosse contenenti ognuna un esercito in terracotta. Le tre fosse sono state scavate, la n.2 (20 m a nord della n. 1 contenente 1000 guerrieri) e la n.3 (ad occidente di quest'ultima poco a nord del muro occidentale della n. 1 con 68 generali) sono state ricoperte per motivi di conservazione e le ricerche sono state concentrate intorno alla fossa n. 1, la più grande, ed è visitabile oggi. E’profonda 5 m, lunga 230 m da est a ovest e larga 62 m per una superficie complessiva di 14.260 mq. Nei muri perimetrali in mattoni crudi sono ricavate 3 porte sui lati brevi e 9 sui lati lunghi. La fossa è divisa nel senso della sua lunghezza da 11 muri in mattoni sui quali poggiavano grosse travi che sostennero il tetto. Queste furono ricoperte di stuoie in paglia di riso e poi con due metri di terra. Col tempo le travi si sono carbonizzate e sono crollate. La terra è caduta sui «guerrieri» rompendoli. La fossa n. 1 pavimentata con mattoni crudi contiene 6000 guerrieri alti da 1,75 a 1,97 m, senza dubbio la guardia imperiale vista la statura decisamente superiore alla media dei cinesi; ogni statua, piena fino alla cintura e cava nel tronco e nella testa, pesa fino a 200 kg. Meno di una terza parte della fossa n.1 è stata conservata sterrata ed è stata restaurata. I due terzi posteriori sono stati parzialmente sterrati e sono stati ricoperti per conservarli e restaurarli in un secondo tempo. Tre file di 70 balestrieri e arcieri ciascuna aprono la falange sul lato orientale e dietro a loro, disposti su 36 file di 150 guerrieri ciascuna, sono le varie squadre. Ogni squadra su 4 file è assistita da un carro montato da un auriga e un arciere e trainato da 4 cavalli (lunghi 2 m e alti 1,5 al garretto). Ci sono 35 carri nella prima fossa. Il fianco settentrionale, meridionale e occidentale è occupato da una fila di guerrieri che guarda l'esterno come per avvistare un eventuale attacco. I carri erano in legno come anche buona parte delle armi (più di 10.000 fra lance, archi, frecce, balestre e asce da guerra) ma le lame delle armi, le punte delle frecce e le spade erano in bronzo. Il legno si è decomposto lasciando calchi che ne hanno permesso la ricostruzione e le parti in bronzo stupendamente conservate e spesso ancora affilate e luccicanti sono state trovate ai piedi delle statue. Ogni guerriero è diverso dall’altro, le acconciature sembrano essere state fatte in fretta e all'ultimo momento, varie sono le uniformi e le fatture delle corazze a sottolineare che la guardia imperiale era composta da combattenti dei vari eserciti e provenienti da tutta la Cina. Ogni volto è diverso, chi ha un difetto (labbro leporino, sfregio, orecchio mozzato) chi porta baffi, chi barba e chi entrambi. Ci sono i lancieri col polso verticale stretto intorno all'impronta della lancia, gli arcieri col polso orizzontale stretto intorno all'impronta lasciata dall'arco, gli aurighi con le braccia tese e le mani nell'atteggiamento di stringere le redini (erano in cuoio e borchiate in bronzo dorato). Ma tutti hanno l'aria triste, mesta, nobile e dignitosa. Proteggono il Palazzo delle Tenebre che sta dietro a loro e vegliano sull'uomo più potente del mondo, un uomo che sembrano ancora ammirare dopo ventidue secoli a giudicare dai tratti pietrificati dei loro volti.