Le vie porticate

Le strade porticate, diffuse in tutte le Alpi, testimoniano la vitalità che in passato animava i traffici e la vita dei villaggi montani. Esse furono edificate nel corso dei secoli XV-XVII, servivano per riparare dalle intemperie i mercanti e le loro carovane e passavano talvolta sotto le case, legando in stretta connessione il tracciato viario con la struttura urbana. Se osserviamo dove sono sorti i principali centri montani, vediamo che essi si trovano vicini ad un fiume, fonte d'energia per mulini e fabbriche, e lungo le maggiori vie di comunicazione. Proprio per la ristrettezza del territorio situato tra il fiume e la montagna, spesso i centri abitati potevano svilupparsi solo lungo il tracciato della strada oppure le rive del corso d'acqua. Probabilmente questa mancanza di spazio fece nascere l’uso di far passare le strade sotto le case. La tecnica di costruzione delle strade porticate si ripete comunemente con le stesse caratteristiche: a) ampia volta d'accesso al portico in blocchi squadrati di pietra poggianti su pilastri tramite una spalletta in roccia; b) soffittatura a travi di legno; c) spazio verso il fiume o la valle scandito da arcate che danno luce al portico, mentre sul lato opposto si aprono le botteghe. La strada fu per questi centri un’importante fonte di prosperità e il destino di molti paesi, un tempo importanti e fiorenti, come Serina oppure il Cornello cambiò radicalmente per la decadenza o l’abbandono dell’antica strada che li attraversava. La costruzione di nuove vie ,come la Priula, favorì al tempo stesso lo sviluppo e la prosperità di altre località, come Zogno. La strada porticata costituiva un importante elemento di vita sociale e un punto di riferimento per i viandanti, i corrieri e le carovane di mercanti che vi trovavano ristoro e riparo dalle intemperie. Nei centri fortificati come il Cornello, dove era possibile chiudere le porte di accesso, il portico aveva la funzione di controllo sulle vie di comunicazione e garantiva sicurezza alle carovane durante le soste. Nei centri più importanti le vie porticate accoglievano stazioni di posta, ospizi, locande, stalle per i cavalli, botteghe e mercati. Spesso, in prossimità dei portici, vi era una fontana e un abbeveratoio. Se osserviamo l’originale struttura di San Giovanni Bianco, situato alla confluenza del torrente Enna nel fiume Brembo, notiamo come i ponti che collegano i vari nuclei abitativi abbiano consentito la formazione di un tessuto urbano unitario e armonioso. Suggestiva la sequenza dei portici che risalgono verso il centro abitato, con la piazza dove spicca la presenza del monumento a Vistallo Zignoni. Il tracciato della via che si snoda sotto le volte dei tratti porticati ci fa pensare alla viabilità antica che faceva capo a questa importante località: San Giovanni Bianco, stazione di posta, era sede già nel 1440 di un rinomato mercato tre giorni alla settimana. Dalla riva destra del Brembo il tracciato della strada Priula sale verso il centro del paese, sotto una serie di ampi tratti porticati, con gli archi aperti verso il fiume. Risalendo la riva del torrente Enna un’altra strada porticata, dalle strutture poderose, raggiunge i portici della caratteristica piazza del paese, nella quale si ammira la statua dedicata allo Zignoni.



L’insediamento medioevale del Cornello dei Tasso si presenta raggruppato sopra una roccia. Si tratta di un esempio organico di luogo di sosta e di mercato, attraversato da due vie longitudinali: una inferiore porticata e una superiore, collegata con scale alla prima. Più in alto sorge la chiesa, con numerosi affreschi. Nella penombra del portico del Cornello troviamo oggi la stessa quiete che cercava il viaggiatore del passato: una pausa che durava poche ore o una notte intera, al riparo dalle intemperie, dall’umidità della notte e anche dai pericoli che i portoni del borgo, quando venivano sbarrati, tenevano lontani. Il Cornello era, infatti, un luogo fortificato, sede di un importante mercato, situato sul percorso della antica cavalcatoria che collegava l’alta valle Brembana con la via dei Trafficanti. La fortuna del Cornello visse con la strada. Era sede, il Cornello, di un importante mercato: S.Giovanni Bianco e Cornello si contesero a lungo il diritto per farlo. Da Venezia il tribunale ducale diede dapprima ragione al Cornello, ma dieci anni dopo S.Giovanni godette il diritto di tenere tre mercati a settimana. Coincidendo i giorni con quelli del Cornello, ne derivarono molti inconvenienti, per cui S.Giovanni dovette spostarlo nei giorni di martedì e venerdì. La questione del mercato interessò anche il comune di Zogno che proibì severamente ai suoi mercanti di esporre e vendere a S.Giovanni Bianco. Il borgo del Cornello è percorso da una serie di strade impostate su tracciati orizzontali situati a diversi livelli. Il percorso inferiore è rappresentato dal camminamento sotterraneo che correva a livello degli scantinati. Al di sopra si snoda la via porticata, dove si teneva il mercato e si aprivano le locande, le botteghe e le officine. Ad un livello ancora superiore attraversa l’abitato un terzo percorso e su di esso si affacciano gli ingressi delle abitazioni sovrastanti il porticato. Gli edifici hanno così la caratteristica di poter avere due accessi: uno inferiore sulla via porticata e uno superiore. Con la nascita della nuova strada della valle, la Priula, si crearono le condizioni della crisi e dell’abbandono del borgo. La nuova strada, per consentire il passaggio dei carri, doveva essere pianeggiante il più possibile: e Cornello rimase lassù, isolato. Cessò l’andirivieni delle carovane e sui portici, un tempo così animati, scese il silenzio. Gli abitanti furono costretti ad andare lontano, in cerca di lavoro.