Aspetti economici: l'agricoltura

L'economia indiana si basa in larga misura sull'agricoltura. Purtroppo il regime delle precipitazioni può compromettere il raccolto per l'eccesso di piogge, che causano alluvioni, o per il ritardo con cui arrivano. Per evitare le frequenti carestie che nel passato portavano alla sottoalimentazione ed alla diffusione di epidemie, negli ultimi anni sono state intraprese ingenti opere di regimazione dei corsi d'acqua (dighe) e di irrigazione (ci sono più di 126.000 km di canali). Si sono inoltre introdotte nuove varietà di cereali ad alta resa, così da ovviare alle carenze alimentari della popolazione (anche se persistono forti disparità tra luogo e luogo e tra le caste).



Oggi l'India può addirittura esportare derrate alimentari, nonostante l'incremento demografico. Molte sono le colture attuate, ma particolare importanza assumono per l'alimentazione il riso e il sorgo (dei quali, oltre che del grano, l'India è uno dei principali produttori mondiali). Poco sviluppato, invece, è l'allevamento, per motivi religiosi. La vastità del Paese e la varietà delle caratteristiche ambientali propongono una vegetazione spontanea alquanto ricca, che ha suscitato gli interessi coloniali. Se il colonialismo ha aperto le porte all'economia di tipo occidentale, nazionalizzando certe colture e introducendone altre, è vero, però, che lo sfruttamento indiscriminato delle foreste ne ha ridotto notevolmente l'estensione originaria. infatti, accanto alle piante da frutto, (come l'albero del pane, il mango, la papaia ed altre), in India si ritrovano piante da legno pregiato, come l'ebano, il mogano, il legno di rosa, il sandalo, il teak. Altre piante hanno rappresentato un elemento importante per l'economia, come l'hevea (una palma originaria dell'Amazzonia da cui si estrae il caucciù per incisione del tronco), il cocco, la noce moscata, la cannella, il pepe ed infine il the. Importato dagli Inglesi nel secolo scorso dalla Cina, il the si propone in molte varietà. La qualità varia secondo l'altitudine alla quale si attua la coltivazione: per questo motivo, il the viene spesso venduto sotto forma di miscela. Il raccolto si svolge durante tutto l'anno, tranne che in inverno, ed è effettuato dalle donne, che asportano con le mani dagli arbusti cespugliosi il germoglio e le prime foglie sottostanti. Le piantagioni, create dai colonizzatori, hanno continuato a produrre per i Paesi occidentali e sono spesso controllate da società multinazionali.



Aspetti economici: l'allevamento

L'India possiede il maggior patrimonio bovino del mondo (193 milioni di capi), cui vanno aggiunti 79 milioni di bufali d'acqua. Questo numero enorme si spiega con il fatto che gli induisti nutrono un grande rispetto per tali animali e sono contrari non solo alla loro macellazione per uso alimentare, ma anche all’abbattimento dei capi vecchi e malati; perciò i bovini non vengono selezionati come avviene negli allevamenti razionali e moderni: spesso si vedono per le strade questi animali magri e famelici, che vagano qua e là alla ricerca di qualcosa da mangiare, contendendo alimenti ad una popolazione che già vive in condizioni precarie. Anche se non sono fonte di proteine, i bovini vengono utilizzati nei lavori agricoli e forniscono modeste quantità di latte e burro, mentre lo sterco bovino essiccato è sfruttato come combustibile; anche le pelli vengono utilizzate e l'India è il maggior esportatore di cuoio. Oggi, comunque, la macellazione dei bovini è permessa in alcuni Stati, considerato che gruppi religiosi come i musulmani (85 milioni), i cristiani e anche gli intoccabili non sono tenuti a rispettare il divieto induista. Importante è pure l'allevamento dei caprini (famosa la capra del Kashmir, fornitrice della lana omonima) e degli ovini, principali fornitori di carne fino a non molto tempo fa. Da non dimenticare la bachicoltura, che fornisce però una seta poco pregiata: poiché l’induismo vieta l’uccisione della crisalide, per consentire l’uscita della farfalla dal bozzolo, il filamento di seta risulta spezzato in diversi punti, perciò il tessuto presenta molti nodi.