IL PROBLEMA DONNA

Oggi molte donne sarde per libera scelta o per necessità non lavorano fuori dalle mura domestiche. Molte ancora non partecipano alla vita politica della regione. E' un errore perché ognuna di noi può far valere i propri e quindi comuni diritti solo con la partecipazione.

Non si finirà mai di parlare dell'importanza che riveste la donna che " lavora " nella sua famiglia, come educatrice, come assistente sociale per genitori e figli, come docente, come collaboratrice domestica. Tutti ruoli che ricopre per affetto, per principio, per dovere. Per aiutare la donna nel momento in cui si fa carico di oneri che andrebbero ad incidere economicamente sulla comunità, dobbiamo cominciare a considerare che questi " ruoli straordinari " debbono essere retribuiti:

una donna che cura e sostiene un anziano allettato ha diritto ad una quota speciale;
una donna che cura e sostiene un figlio o un familiare portatore di handicap ha diritto ad una quota speciale;
una donna che lavora ha diritto agli asili nido; e, nel caso di anziani a suo carico, di una assistenza;
una donna che lavora ha diritti che l'attuale società non le riconosce perché non riconosce l'importanza sociale del suo ruolo.


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