SANITÀ' E SERVIZI SOCIALI

L'Italia stanzia, per la Sanità, il 5% delle proprie risorse a fronte degli altri paesi europei che stanziano "per la salute" l'8%. Chi amministra la cosa pubblica deve dimenticare di essere un politico e diventare "il malato", un individuo che ha urgenza di assistenza. Personalmente ho conosciuto in passato, per svariate vicende familiari, la Sanità Italiana per cui ritengo, da utente, di parlarne con cognizione di causa.

Si parla di tagli, di "domande di salute che crescono e risorse sempre più limitate" (Bindi), di "razionalizzazione di servizi", di ospedali come aziende cui si chiede d'essere competitivi non in termini di qualità ma di risparmio. So che talvolta in alcuni reparti mancano perfino le garze ! Bisogna porsi dalla parte del malato.
II settore sanitario è un Giano bifronte in cui varie parti sociali si incontrano e si scontrano con problemi spesso irrisolvibili.

II medico di oggi ha bisogno di:

Il malato chiede:

Abbiamo bisogno di:

Ho fatto parte, per cinque anni, della Commissione Servizi Sociali del Comune di Cagliari, per cui conosco i problemi da un osservatorio privilegiato. Tuttavia non ritengo certo d'aver completato il panorama dei guasti della Sanità Sarda.

II concetto - base a cui mi ispiro in generale è la famiglia come centro del nostro interesse in tutti i componenti. Soprattutto è fondamentale avere un censimento delle realtà presenti nel territorio per poter predisporre tutta una serie di interventi tempestivi e pre-organizzati.

II mondo della Sanità è un vulcano in eruzione non ancora cristallizzato in forme e situazioni definite. Solo il buonsenso e la ragione possono guidarci verso l'OTTIMIZZAZIONE DI UN SERVIZIO che è primario perché da esso dipende non solo la qualità della vita umana, ma la sua vita stessa.

DISABILI E ANZIANI

Perché un capitolo a parte ?

Perché ci avviamo ad essere un popolo di anziani, per cui dobbiamo organizzarci tempestivamente. Perché i disabili costituiscono una fascia sociale in passato dimenticata dalle Istituzioni Pubbliche, per cui è tutto da costruire. Premetto che il termine "disabile" non mi piace.

Voglio parlare di persone con difficoltà motorie che hanno bisogno di servizi, ma soprattutto di poter vivere normalmente, sfruttando tutte le opportunità lavorative, culturali, sportive, etc. in una condizione di perfetta uguaglianza che un puro accidente fisico non può annullare. Sulla base di esperienze familiari, so che il "disabile" ha necessità di trovare le condizioni ambientali, urbanistiche, organizzative già predisposte senza essere costretto a chiedere, ad esibire assurdi certificati, a superare ostacoli per ottenere ciò che gli spetta di diritto quando trattasi di una condizione eclatante. Ho presentato nel programma "Giubileo 2000" una richiesta di finanziamenti per l'abbattimento delle barriere architettoniche che, mio malgrado, non sono stati approvati. Tuttavia con il ribasso d'asta del 10% delle altre quattro opere pubbliche finanziate l'Amministrazione comunale di Cagliari ha richiesto di utilizzare l'importo di due miliardi per l'abbattimento delle barriere architettoniche con ampie prospettive di successo; marciapiedi, edifici pubblici, scolastici etc. verranno messi a norma nella città di Cagliari.

I problemi spaziano dalle sale cinematografiche ai bagni pubblici, dalle strutture museali agli uffici pubblici, dalle abitazioni private alle strutture ospedaliere, sportive, etc., in una miriade di divieti, difficoltà, problemi che la persona fisicamente valida non immagina. Sono stata tra i promotori dell'inserimento di un tecnico disabile nella Commissione Edilizia che sta realizzando un'analisi di tutte le strutture. Ho richiesto in passato il finanziamento di barche a vela per i disabili; attività che è passata in sordina ma che ha portato risultati concreti. Ho portato avanti con successo un progetto che, all'uomo dal piè veloce, può apparire di poco conto: "la gruetta" per la piscina comunale, perché spero che la Regione realizzi corsi di idroterapia quotidiani.

Importante è l'ampliamento dei contributi regionali a destinazione specifica per particolari categorie, dall'infermità mentale ai minorati psichici, talassemici, nefropatici, etc.

Importante è la diffusione di comunità - alloggio per persone sole, prive di sostegno familiare e senza prospettive di sistemazione alloggiativa.

Importante è l'ottimizzazione dei servizi e la riqualificazione delle "strutture residenziali per anziani" (case di riposo), ma soprattutto la divulgazione più massiccia dell'assistenza domiciliare integrata per difendere la famiglia che è la cellula-base della società. Importante che vengano attrezzati gli ospedali per la riabilitazione, che esista una prosecuzione di terapia domiciliare, che ogni città o paese abbia servizi igienici pubblici.

Con l'invecchiamento della popolazione il problema è costituito anche dall'assistenza per i grandi anziani, perché mancano strutture di accoglienza che non siano il classico ospizio o, al contrario, non abbiano i costi altissimi delle cliniche di lusso.


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