Il Centro Velico Caprera

 

Il CVC, come si usa scrivere tra gli appassionati del mare, va citato in questo capitolo "Marina e marineria" come l'iniziativa più nobile nata nell'Arcipelago dopo la guerra e la più degna di rappresentare una linea di continuità ideale con la grande tradizione marinara dei secoli scorsi.

Il centro nacque nel 1967, ad opera di un gruppo di appassionati del mare facenti parte della Lega Navale Italiana di Milano e del Touring Club Italiano; le due associazioni trovarono nella Marina Militare, nella persona dell'allora Capo di Stato Maggiore Ammiraglio Michelagnoli, il patronato, la comprensione e i contributi più ampi ed immediati per la nascita del C.V.C.

Nessun luogo in Italia si presta ad una scuola di vela come il ventoso arcipelago di La Maddalena e nessuna tra le sue isole offre condizioni di protezione e logistiche migliori di Caprera.

Perciò la Marina concesse al nascente centro la parte sud-occidentale dell'isola tra Punta Coda e il meraviglioso golfo di Porto Palma. Qui, sul lato di Punta Coda, sorgevano vecchi edifici militari con camerate, mensa, servizi, aule di lezione per il primo corso, quello di iniziazione.

Successivamente si costruirono due piccoli villaggi di "tucul" immersi nella macchia, l'uno ai piedi di Monte Fico su una piccola cala, l'altro sulla sponda Ovest di Porto Palma, per ospitare gli altri due corsi fondamentali, il Perfezionamento (che iniziò nel 74) e il Precrociera. Un quarto corso, il Crociera che ebbe inizio nel 70, essendo itinerante, non dispone di base propria, o per meglio dire, ha la sua base naturale in mare.

Nacque una carpenteria per la costruzione e la manutenzione delle barche, una veleria, un'officina meccanica; fu realizzata una rete idrica, furono installati generatori di corrente e un servizio antincendio mediante idranti ed estintori distribuiti nelle tre basi e lungo la stradina che collega correndo nell'inestricabile folto della macchia.

L'insieme del CVC non blandisce i potenziali allievi, anzi, nell'opuscolo di programma è esplicitamente scritto: "Qualora le prospettive che ti offriamo suscitassero in te delle perplessità, il nostro consiglio e di rinunciare ad iscriverti."

La durezza di queste discipline fu tanto salutare che già nel 1969 si formò spontaneamente una Associazione Allievi del CVC, che sei anni dopo entrò a far parte dell'Assemblea del centro come terzo socio, insieme con la Lega Navale Italiana e il Touring Club. Egli allievi che nel 67 furono 390, salirono a 824 nel 70, 1369 nel 75, e superarono i 1500 nel 1980.

A partire dal 74 il CVC fu riconosciuto affiliato alla Federazione Italiana Vela e il Ministero della Marina Mercantile lo abilitò a condurre corsi e a rilasciare patenti veliche a norma di legge,

Il CVC è collegato fin dall'origine al grande sodalizio velico francese, il Centre Nautique des Glénans, col quale avviene un continuo scambio di esperienze tecniche; fa parte infine dell'Associazione Internazionale delle Scuole di Vela.

Mi sono soffermato su tale iniziativa, perché essa rappresenta senza ombra di dubbio, una delle più importanti direttrici del futuro per La Maddalena e comunque quella che più di ogni altra corrisponde alla valorizzazione del luogo e delle sue tradizioni. Anche su scala nazionale, il CVC è una scuola di vita e non soltanto di vela; l'allievo vi riceve una formazione alla responsabilità civile ed ecologica sulla base di una continua sperimentazione pratica. oltre alla plasmazione del proprio carattere.

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