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"Apeiron". Tra psicoanalisi e religiosità.

 

 

Dal "Frammento inedito" (1931)

 

 di Sigmund Freud

 

Questo "Frammento inedito", scritto da Sigmund Freud nel 1931, è stato tradotto per la prima volta in italiano nel volume "Scritti di metapsicologia" (Bollati Boringhieri, 2005) nell'edizione curata da Michele Ranchetti.

                             

 Il metodo dell'identificazione, di cui l'Io si serve per appagare le pretese pulsionali, è un procedimento molto idoneo e impiegato in maniera insolitamente frequente. Abbiamo già seguito il processo in base al quale l'attività aggressiva verso il padre conduce all'identificazione con esso e alla creazione del Super-Io, e quello in base al quale la passività verso il padre diventa identificazione con la madre. Tuttavia, altre innumerevoli identificazioni vengono compiute quotidianamente da ogni individuo. Si è osservato come il bambino, al quale viene tolto il suo gattino, trovi un risarcimento per la perdita dell'oggetto identificandosi con il gattino stesso, miagolando, aggirandosi e mangiando dal pavimento come lui. Un bambino, abituato al fatto che il padre <<come un cavallo>> lo porti in giro sulle proprie spalle, può mettersi, durante un'assenza più lunga del solito da parte del padre, una bambola sulle spalle e portarla come il padre porta lui, cosicché adesso è egli stesso a interpretare il padre.

Un uomo che ha perduto una donna amata, finché non avrà trovato un nuovo amore, può cercare di sostituire l'oggetto amoroso perduto mediante la propria persona (ci imbatteremo in un istruttivo esempio di questo tipo nella vita di Wilson). L'uomo, la cui passività verso il proprio padre non ha potuto trovare una scappatoia diretta, si aiuterà spesso tramite una doppia identificazione. Si identificherà con suo padre e cercherà un uomo più giovane, che egli identificherà con se stesso e al quale donerà lo stesso amore che egli, in seguito alla sua passività inappagata verso il padre, si è augurato da quest'ultimo. In questa maniera, può diventare un omosessuale attivo. In molti casi, un uomo il cui atteggiamento passivo verso il padre non ha trovato alcuna espressione diretta, si creerà tale espressione identificandosi con Gesù Cristo.

 

   Questa identificazione è un evento per così dire regolare nella vita psichica di un cristiano; secondo le testimonianze della psicoanalisi essa può essere rinvenuta in persone normalissime. Questo non ci deve meravigliare, poiché tale identificazione realizza quel gioco di prestigio di conciliare uno con l'altro, come con un miracolo, due desideri affatto possenti e che si contraddicono a vicenda in maniera assoluta, adempiendoli entrambi contemporaneamente. I due desideri sono: di essere assoggettato del tutto passivamente nei confronti del padre, di essere completamente femminile, e d'altro canto, di essere totalmente maschile, potente, imperativo come il padre stesso.

 Cristo è stato in grado, sottomettendosi umilmente alla volontà di Dio padre, di diventare egli stesso Dio, è stato in grado, votandosi alla più completa femminilità, di raggiungere l'obiettivo estremo della mascolinità. Diventa quindi comprensibile che l'identificazione con Cristo venga intrapresa così spesso, al fine di risolvere il più rilevante dei due problemi edipici: il rapporto con il padre.   

 

Non è forse un caso che, nei primi secoli dopo la nascita di Cristo, con la diffusione del cristianesimo nel mondo, una straordinaria regressione  nell'espressione diretta dell'omosessualità coincida con una repressione della stessa. Questa espressione diretta infatti non era più indispensabile. L'identificazione con Cristo diede espressione all'omosessualità in una maniera che non solo trovò approvazione sociale, ma che doveva essere gradita anche al Super-Io, che difatti anela sempre alla somiglianza con dio. Cristo rappresenta appunto la più completa conciliazione di mascolinità e femminilità. La fede nella sua natura divina include la fede nel fatto che mediante l'estrema passività si possano realizzare i sogni più arditi di attività, che assoggettandosi senza riserve al padre, si possa superarlo e diventare essi stessi dio.  Questo meccanismo di conciliazione delle tendenze antitetiche di mascolinità presenti nell'essere umano, per natura bisessuale [operante] con l'aiuto dell'identificazione con Cristo, è qualcosa di così appagante da garantire lunga vita alla religione cristiana. Gli uomini non diventano inclini tanto in fretta ad abbandonare quello che per loro significa la liberazione dal conflitto più grave con il quale devono lottare. Essi si serviranno ancora per molto tempo della identificazione con Cristo.

 

 

 

 

Nota iconografica:

le riproduzioni che illustrano questa pagina sono di disegni di Susan Perl e sono tratti da "Psychoanalysis is a Great Big Help" (by Hubert I. Bermont, Frederick Muller Limited, London, 1963)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

Responsabile Editoriale : Giuseppe Leo

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