Il
metodo dell'identificazione, di cui l'Io si serve per appagare le pretese
pulsionali, è un procedimento molto idoneo e impiegato in maniera
insolitamente frequente. Abbiamo già seguito il processo in base al quale
l'attività aggressiva verso il padre conduce all'identificazione con esso
e alla creazione del Super-Io, e quello in base al quale la passività
verso il padre diventa identificazione con la madre. Tuttavia, altre
innumerevoli identificazioni vengono compiute quotidianamente da ogni
individuo. Si è osservato come il bambino, al quale viene tolto il suo
gattino, trovi un risarcimento per la perdita dell'oggetto identificandosi
con il gattino stesso, miagolando, aggirandosi e mangiando dal pavimento
come lui. Un bambino, abituato al fatto che il padre <<come un cavallo>>
lo porti in giro sulle proprie spalle, può mettersi, durante un'assenza
più lunga del solito da parte del padre, una bambola sulle spalle e
portarla come il padre porta lui, cosicché adesso è egli stesso a
interpretare il padre.
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Un uomo che ha perduto una donna amata, finché non avrà trovato
un nuovo amore, può cercare di sostituire l'oggetto amoroso
perduto mediante la propria persona (ci imbatteremo in un
istruttivo esempio di questo tipo nella vita di Wilson). L'uomo,
la cui passività verso il proprio padre non ha potuto trovare
una scappatoia diretta, si aiuterà spesso tramite una doppia
identificazione. Si identificherà con suo padre e cercherà un
uomo più giovane, che egli identificherà con se stesso e al
quale donerà lo stesso amore che egli, in seguito alla sua
passività inappagata verso il padre, si è augurato da quest'ultimo.
In questa maniera, può diventare un omosessuale attivo. In molti
casi, un uomo il cui atteggiamento passivo verso il padre non ha
trovato alcuna espressione diretta, si creerà tale espressione
identificandosi con Gesù Cristo.
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Questa identificazione è un evento per così dire regolare nella vita
psichica di un cristiano; secondo le testimonianze della psicoanalisi essa
può essere rinvenuta in persone normalissime. Questo non ci deve
meravigliare, poiché tale identificazione realizza quel gioco di prestigio
di conciliare uno con l'altro, come con un miracolo, due desideri
affatto possenti e che si contraddicono a vicenda in maniera assoluta,
adempiendoli entrambi contemporaneamente. I due desideri sono: di essere
assoggettato del tutto passivamente nei confronti del padre, di essere
completamente femminile, e d'altro canto, di essere totalmente maschile,
potente, imperativo come il padre stesso.
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Cristo
è stato in grado, sottomettendosi umilmente alla volontà di Dio padre,
di diventare egli stesso Dio, è stato in grado, votandosi alla più
completa femminilità, di raggiungere l'obiettivo estremo della
mascolinità. Diventa quindi comprensibile che l'identificazione con
Cristo venga intrapresa così spesso, al fine di risolvere il più
rilevante dei due problemi edipici: il rapporto con il padre. |
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Non è forse un caso che, nei primi secoli dopo la nascita di Cristo,
con la diffusione del cristianesimo nel mondo, una straordinaria
regressione nell'espressione diretta dell'omosessualità
coincida con una repressione della stessa. Questa espressione
diretta infatti non era più indispensabile. L'identificazione con
Cristo diede espressione all'omosessualità in una maniera che non
solo trovò approvazione sociale, ma che doveva essere gradita anche
al Super-Io, che difatti anela sempre alla somiglianza con dio.
Cristo rappresenta appunto la più completa conciliazione di
mascolinità e femminilità. La fede nella sua natura divina include
la fede nel fatto che mediante l'estrema passività si possano
realizzare i sogni più arditi di attività, che assoggettandosi senza
riserve al padre, si possa superarlo e diventare essi stessi dio.
Questo meccanismo di conciliazione delle tendenze antitetiche di
mascolinità presenti nell'essere umano, per natura bisessuale
[operante] con l'aiuto dell'identificazione con Cristo, è qualcosa
di così appagante da garantire lunga vita alla religione cristiana.
Gli uomini non diventano inclini tanto in fretta ad abbandonare
quello che per loro significa la liberazione dal conflitto più grave
con il quale devono lottare. Essi si serviranno ancora per molto
tempo della identificazione con Cristo.
Nota iconografica:
le riproduzioni che illustrano questa pagina sono di
disegni di Susan Perl e sono tratti da "Psychoanalysis is a
Great Big Help" (by Hubert I. Bermont, Frederick Muller
Limited, London, 1963)
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