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"Mnemosyne": psicoanalisti e memoria dei traumi collettivi

 

 "La psicoanalisi in Russia" (1976)

 

di Jean Marti

 

Foto: un'immagine dell'insurrezione di Cronstadt del 1921 La presente traduzione in italiano è tratta da "La psychanalyse en Russie", articolo apparso nel marzo 1976 sulla rivista Critique (tome XXXII, n. 346).

 

Su Tatiana Rosenthal e la Storia della Psicoanalisi Russa si può consultare il sito web http://web.tiscali.it/tatianarosenthal  dove si può trovare la continuazione di questo testo.

 

                                             


 

 

 

Immaginare la storia della psicoanalisi in Russia  e nell'Unione Sovietica a partire dalla situazione in cui si trova oggi in U.R.S.S.  sarebbe decisamente sbagliato. In effetti, la psicoanalisi è stata accolta in Russia prima ancora di essere stata accettata o semplicemente conosciuta in molti paesi occidentali fra cui la Francia, l'Italia e, in misura minore, la Germania (1). Fin dal 1914, l'intelligencya russa si era familiarizzata con la psicoanalisi.

 

I. L'INFANZIA ZARISTA.

Nel 1909, al momento stesso in cui a Vienna si fonda il Jahrbuch für psychoanalytische und psychopathologische Forschungen (uscito al momento del primo <<Congresso>> psicoanalitico tenutosi a Salisburgo nel 1908), esce a Mosca un'importante rivista psichiatrica russa, Psychotherapie. Diretta dal dott. Wyrubov, informa regolarmente i suoi lettori sui progressi del movimento psicoanalitico e pubblica tutta una serie di lavori puramente analitici, fra cui diverse traduzioni degli scritti più recenti di Freud. I suoi collaboratori non sono soltanto moscoviti; vengono da Odessa, come il dottor Moshe Wulff (2), da Kiev, Rostov sul Don e da altre regioni; alcuni sono stranieri, e in particolare viennesi.

E' accertato che fin dal 1910 alcuni medici esercitavano la psicoanalisi in Russia. Nel suo contributo alla storia del movimento psicoanalitico, la cui redazione risale al 1914, Freud rende omaggio al dottor Wulff : <<Soltanto la città di Odessa, nella persona di M. Wulff, possiede uno psicoanalista competente>>, egli scrive a proposito della Russia. Ma se il suo apprezzamento, secondo cui <<i contributi dei medici russi alla psicoanalisi possono ancora essere considerati insignificanti>>, sembra fondato (3), ciò non toglie che Freud abbia ignorato l'esistenza di alcuni medici russi formati fin dall'inizio del secolo presso la scuola di Zurigo (Bleuler e Jung) di cui egli sottolinea i grandi meriti psicoanalitici; fu il caso per esempio di alcuni medici di Kazan o anche di Tatiana Rosenthal, come risulta da uno scritto di Luria del 1925. Tatiana Rosenthal <<dopo la laurea in medicina, nel 1911, ritorna a Pietroburgo come psicoanalista con la ferma volontà di diffondere l'insegnamento di Freud. Oltre a fare relazioni specializzate sulla psicoanalisi, essa non perdeva occasione per parlarne nelle riunioni scientifiche>>. Avremo l'occasione, più avanti, di seguire il destino di questa pioniera di Pietroburgo.

  Foto: A. Luria

A Mosca stessa è probabile alcuni giovani psichiatri, assistenti del professor Serbsky, raggruppati attorno ai medici Felzmann e Nicolas Ossipov, facessero trattamenti analitici; ad ogni modo essi applicavano dei principi terapeutici di Freud. La loro storia, esemplare per diversi aspetti, è degna di essere raccontata.

Il Dr. Ossipov, allora primario alla clinica dell'Università di Mosca, diretta dal professor Serbsky, aveva fatto una prima relazione, accolta favorevolmente, sulla dottrina freudiana. Nonostante che questa relazione sia stata fatta dopo il 1905, essa coglie gli aspetti dei primi lavori di Freud, senza tener conto dei <<Tre Saggi>>. Ma molto rapidamente Ossipov e i suoi colleghi raggiungono l'ultimo stadio della dottrina freudiana e la seguono <<passo a passo>>, <<assegnando sempre più all'etiologia sessuale delle nevrosi il ruolo determinante>>. E' allora che il professor Serbsky, pur rimanendo d'accordo nel privilegiare l'etiologia sessuale delle nevrosi, esprime pubblicamente e privatamente alcune obiezioni; secondo lui Freud <<sessualizza>> troppo l'universo. <<Serbsky, il quale conosceva molto bene le lingue straniere, pronunciava molto spesso il nome di Freud: Fre-ùd, in due sillabe e con l'accento sull'ud. La parola russa "ùd" significa precisamente l'organo sessuale maschile o femminile; ora questa parola non è più usata, ma ai tempi in cui il professor Serbsky faceva i suoi studi, si poteva trovare la parola "ùd" nei libri di medicina. Alla stessa epoca - continua il Dr. Ossipov - mi è capitato di parlare di Freund ("amico") invece dhe di Freud, manifestando in tal modo i miei sentimenti amichevoli per la teoria di Freud>>. Tuttavia il professor Serbsky è per caso <<uno dei sostenitori più coerenti e più stimati del liberalismo>>. In effetti nel 1911, per decisione del governo zarista, egli perde la direzione della clinica e la cattedra all'Università e quasi tutti gli altri medici - <<prescindendo dalle loro divergenze politiche>> - lasciano la clinica con lui, per solidarietà e << per la grande stima che nutrono per la sua personalità>>. Ma egli è soprattutto coerente nel suo liberalismo: tanto prima quanto dopo questi avvenimenti <<l'allontanamento teorico del concetto di sessualizzazione>> (4) non esercitava assolutamente alcuna influenza sui rapporti amichevoli del direttore con i medici della sua clinica. Inoltre nel suo <<Compendio sulla terapia psichiatrica>> destinato agli studenti, il professor Serbsky dedica alcune pagine alla <<psicoanalisi secondo Freud>> e conclude con queste parole: <<La teoria di Freud merita la più grande attenzione, non fosse altro che perché si basa su un trattamento terapeutico che ha ottenuto dei successi importanti e perfino sorprendenti >> (2a edizione, Mosca, 1911).

Parallelamente, i <<Lavori della clinica psichiatrica imperiale di Mosca>> che Rybakov pubblica in russo (con riassunti in francese) nel 1913 e nel 1914, si riferiscono frequentemente ai lavori e alle idee di Freud, Jung e Ferenczi. Ora, a titolo di paragone, dodici anni più tardi, i redattori della <<Zeitschrift>> terminano la loro rassegna della situazione in Francia con le seguenti parole: <<La letteratura francese sulla psicoanalisi dà l'impressione che, malgrado un progresso indubbio, la maggioranza degli autori che l'hanno studiata o criticata, la conoscano poco o niente, non conoscano la sua origine né la sua evoluzione, né, a maggior ragione, il ricco materiale sul quale si basa e ignorino la tecnica che non hanno praticamente mai cercato di sperimentare>>.

Il Dr. Ossipov aveva realizzato, con due suoi colleghi e con l'appoggio del professor Serbsky, l'idea di un <<ambulatorio psicoterapeutico>> in cui ognuno lavorava due giorni per settimana. La loro partenza collettiva dalla clinica psichiatrica dell'Università di Mosca mette termine a questa esperienza e, <<cosa particolarmente grave>>, li priva della biblioteca della clinica>>. Ma questa situazione presenta un lato positivo: essi si ritrovano con altri medici, in particolare con il dr. Felzmann, convinto sostenitore della psicoanalisi, per fondare un'associazione psichiatrica indipendente, dove si <<freudizza>> a tutto spiano. Si tratta dei <<piccoli venerdì>> inseriti una volta ogni quindici giorni fra le sedute della <<Società universitaria di neuropatologia e di psichiatria>> ufficiale le quali avevano luogo anch'esse un venerdì su due.

Per la concezione stessa di questi <<piccoli venerdì>> e la loro apertura verso l'esterno, essi erano all'avanguardia del movimento analitico. <<Nel 1912 la società dei <<piccoli venerdì>> diventò autonoma, ma conservò buoni rapporti con i <<grandi venerdì>>. Nelle due società, il professor Serbsky esercitava le funzioni di presidente. I <<piccoli venerdì>> si distinguevano dalle altre società mediche per il fatto che ammettevano come membri non soltanto dei medici, ma anche specialisti di discipline vicine alla psichiatria (criminologia, pedagogia, psicologia ecc.). In poco tempo le sedute dei <<piccoli venerdì>> furono apprezzate e frequentate da numerose persone. In questa associazione <<si freudizzava>> con assiduità. Nel 1914 una serie di sedute doveva essere dedicata in modo specifico alla dottrina freudiana, ma la guerra si portò via molti membri e di conseguenza la nostra associazione smise di riunirsi...>>.

L'importanza della psicoanalisi nella Russia del periodo prima del 1914 non può dunque essere giudicata attraverso il semplice fatto dell'esistenza di un gruppetto di analisti dispersi nell'immensità territoriale e demografica. Alla stessa epoca i membri dei due gruppi più consistenti, quelli di Vienna e di Zurigo, potevano contarsi sulle dita di due mani. Soltanto nel 1907, Freud, secondo le sue stesse parole, scopre all'estero - a Zurigo - i primi <<amici della psicoanalisi>>; la loro prima riunione, in seguito battezzata <<congresso>> ha avuto luogo a Salisburgo: nel 1908. Il numero dei medici russi contemporanei risulta relativamente alto; il loro numero potenziale sembra anche più alto, per quanto si può giudicare da ciò che precede e da quest'altro fatto: i "Consigli ai medici sul trattamento psicoanalitico" di Freud (1912) sono pubblicati in russo fin dall'anno successivo; soltanto nel 1953 essi saranno pubblicati in francese (5). D'altra parte, in Russia la psicoanalisi oltrepassa largamente gli ambienti specializzati di psichiatri, di medici o di studenti in medicina. Grazie ad un certo numero di traduzioni (i Russi di origine tedesca, ebrei o no, e gli emigrati svizzeri, servono da agenti naturali di trasmissione), Freud diventa popolare fra gli esponenti dell'intelligencya. Il Dr. Felzmann e Ossipov fanno fondato una <<biblioteca psicoterapeutica>> in cui le opere di Freud sono dei <<best-sellers>>... E' così che i <<Tre Saggi>> (1905) conoscono una prima edizione russa nel 1909, una seconda nel 1911; inoltre le <<Cinque lezioni sulla psicoanalisi>> tenute a Worcester nel 1909 vengono pubblicate a Mosca in tre edizioni successive, nel 1911, 1912, 1913... (Ossipov in contatto personale con Freud, lo ha incontrato a Vienna il 4 giugno 1910 per chiedergli la autorizzazione di pubblicarle). Il tempo di traduzione e di pubblicazione conferma quest'accoglienza favorevole; se ci vogliono tredici anni alla "Traumdeutung" per apparire a Mosca, ci vogliono soltanto quattro anni per i "Tre saggi", tre anni per l'<<Analisi del piccolo Hans>>, (Vienna 1909, Mosca 1912), per gli scritti ulteriori, il tempo di pubblicazione si riduce a uno o due anni. La prima traduzione francese di Freud risale al 1920! Si tratta precisamente delle "Cinque lezioni" (conosciute dai russi fin dal 1911), ma pubblicate in una rivista di Ginevra e soltanto la prima delle cinque lezioni.

Questa disponibilità dell'intelligencya russa almeno, nella sua frazione progressista, rappresenta uno dei numerosi effetti dell'attrazione esercitata dalle idee occidentali sotto uno zarismo soffocante. Perché l'oppressione, contrariamente a ciò che accadrà dopo il trionfo stalinista della burocrazia, non arriva a impedire, sia per indifferenza, sia per impotenza, sia ancora perché l'autocrazia zarista dipende economicamente e finanziariamente dalle borghesie occidentali (e più che mai dopo il 1905), la circolazione di scritti e di persone con <<l'Occidente illuminato>>; in particolare con la Svizzera, dove a Zurigo e a Ginevra molti studenti russi che seguivano passo a passo Plekhanov, Axelrod, Vera Zassulitch, Lenin, Lunatscharaschy, Rakovsky e altri, possono fare conoscenza con la teoria <<rivoluzionaria>> quale era all'epoca la psicoanalisi, nello stesso tempo in cui si formavano al marxismo rivoluzionario.

E' il caso per esempio di Tatiana Rosenthal. Inizia i suoi studi a diciassette anni con una indomita volontà  di perfezione; si entusiasma per le idee di felicità del popolo, aderisce al partito social-democratico, interrompe a varie riprese i suoi studi per partecipare al movimento rivoluzionario in Russia. Si occupa del movimento operaio del partito socialdemocratico ebreo e durante la prima rivoluzione, nel 1905, è presidente delle associazioni studentesche di tutte le Scuole superiori femminili di Mosca. Si scopre il dono di oratrice piena di temperamento. Nel 1906 torna a Zurigo, stanca, un po' confusa, esita fra medicina e legge, e pensa poi che quest'ultima professione possa meglio corrispondere alla sua attività sociale. E' per caso, come dice lei stessa, che legge la "Interpretazione dei sogni" di Freud, ne è entusiasta, parla degli orizzonti nuovi scoperti da Freud che aprono alla conoscenza di sé: <<Quale armonia potrebbe nascere da un'azione comune di Freud e di Marx!>>. Se poi decide di dedicarsi allo studio della medicina e specialmente della psichiatria, Freud vi ha contribuito per una buona parte.

Nel 1911, dopo aver conseguito la laurea in medicina, ritorna a Pietroburgo come psicoanalista con la ferma intenzione di diffondere gli insegnamenti di Freud. Oltre alle sue conferenze sul tema della psicoanalisi, coglie ogni occasione per parlarne nelle riunioni scientifiche.

Alla vigilia dei cambiamenti sociali, la Russia conosce dunque un movimento d'opinione abbastanza importante influenzato dalla psicoanalisi. Nel 1925, Luria potrà scrivere nell'organo ufficiale del freudismo: <<Il movimento psicoanalitico in Russia conta su una storia di diciassette-diciotto anni>>. La guerra e la rivoluzione con nuove preoccupazioni e nuove occupazioni disperdono psichiatri e medici sui fronti. Tuttavia il seme è gettato e germoglierà sul terreno sociale e ideologico dei Sovietici.

 

II. Il periodo di latenza. Guerra e Rivoluzione.

Il movimento psicoanalitico è l'unico movimento, osserva Freud, che abbia conservato dei legami, un'attività, delle pubblicazioni internazionali durante la guerra mondiale. Ma questi legami riguardano naturalmente l'Europa centrale, di lingua e di politica tedesca. I legami con la Russia sono completamente interrotti, anche dopo la guerra imperialista, fino alla fine della guerra civile. Nel 1921, al momento in cui questi rapporti si ristabilirono, una testimone, ex-attrice, la dottoressa Sara Neiditsch, tenta di fare il punto della situazione:

<<Risulta oltremodo difficile fare una relazione sulla evoluzione della psicoanalisi in Russia durante gli ultimi anni. La guerra civile legata alla grande Rivoluzione ha fatto scoppiare la Russia e i rapporti fra i diversi partiti sono stati quasi completamente interrotti. E' cessata la pubblicazione di qualsiasi periodico: durante i tre anni non è uscita una sola rivista scientifica>>.

<<La rivista Psychotherapia, l'unica che si sia occupata dei problemi di psicologia freudiana, fu sospesa nel 1917 (per motivi economici).

<<Queste circostanze hanno avuto come risultato che si è a conoscenza soltanto di quello che si è verificato nel proprio ambiente scientifico ristretto. E' possibile che in qualche parte della Russia si sia fatto del lavoro nel campo psicoanalitico, ma nessuno ne sa niente. Il mio rapporto si limiterà a Pietroburgo.

A Pietrogrado, una volta acquisito il cambiamento di regime, Tatiana Rosenthal ha continuato la sua attività rivoluzionaria curando i malati mentali per mezzo della analisi e diffondendo i principi <<psicologicamente liberatori>> della psicoanalisi. A Mosca i nomi conosciuti dei medici che avevano frequentato 'i piccoli venerdì' non riappaiono e mentre il liberale Serbsky muore in seguito ad una malattia renale nel marzo del 1917, in tempo per non vedere <<il passaggio dalla guerra alla rivoluzione>>, come scrive il dr. Ossipov, quest'ultimo fugge la <<tormenta>> rifugiandosi a Praga: è da Praga che egli racconta la preistoria della psicoanalisi moscovita ed è là che egli continuerà, fino alla sua morte nel 1934, a predicare la psicoanalisi alla colonia studentesca russa emigrata. Nonostante queste scomparse e defezioni, Freud ritrova a Mosca dei discepoli: nel 1921, il dr. Wulff in persona vi è presente. Egli contribuisce, insieme al prof. Ermakov, ad organizzare un nucleo psicoanalitico le cui attività si moltiplicano in breve tempo.

E' precisamente fra il 1921 ed il 1930 - la vittoria egemonica del potere bolscevico, poi la dominazione egemonica della tendenza staliniana sul Partito - che il movimento psicoanalitico russo conoscerà prima una certa evoluzione, poi un fallimento completo. Scomparirà stritolato fra due rivoluzioni: quella ideologica del movimento psicoanalitico internazionale, e quella del regime socio-politico dell'Unione Sovietica - certamente la più decisiva-. Converrebbe ricostruire le condizioni economiche, politiche e culturali, unici fattori suscettibili di spiegare questa lenta, insidiosa e brutale eliminazione. Viceversa il destino del movimento fornirebbe un punto di vista singolarmente complementare della tragedia politica della Rivoluzione russa a partire dal 1918: con uno spostamento cronologico dovuto soprattutto al suo carattere non immediatamente politico, la psicoanalisi sotto il regime <<sovietico>> riproduce e riflette il destino dei rivoluzionari. Quando lo spettacolo inizia, esso è già praticamente deciso; ma sul momento nessuno fra gli psicoanalisti se ne è reso conto - salvo una suicida forse, la dottoressa Rosenthal.

La morte di questa militante appassionata può sembrare un enigma. La dottoressa Neiditsch che la conosceva bene scrive: <<Era un essere molto complesso: indubbiamente molto dotata e molto attiva, viveva una profonda insoddisfazione interiore. Sotto un'apparenza fredda, dietro la sicurezza del suo atteggiamento, l'acutezza della sua intelligenza e la chiarezza del suo pensiero, si nascondeva un'irrequietezza interiore, un'anima tenera, romantico-mistica. Una raccolta di poesie pubblicata a Pietrogrado nel 1917 esprime meglio di tutto queste disposizioni>>. <<Era giovane (aveva trentasei anni), dotata, attiva, felice nella sua professione, madre di un bambino intelligente che amava teneramente. Si è data la morte, vittima di un destino che ha desiderato e con le sue proprie forze>>. Ma questo suicidio s'iscrive in un certo contesto: è il momento in cui il Partito bolscevico schiaccia gli scioperi operai di Pietrogrado e il movimento di massa (base bolscevica inclusa) di Cronstadt. <<Lenin>>  scrive Victor Serge (Memorie di un rivoluzionario) in questi giorni nefasti <<dice testualmente a uno dei suoi amici "E' Termidoro. Ma noi non ci facciamo ghigliottinare. Saremo noi a fare il Termidoro">> (6).

Marzo 1921: fine della guerra civile (ad eccezione di movimenti locali come quello della regione di Tambov, vinto in estate). Liberata da ogni opposizione esterna o interna (<<l'opposizione operaia>> è stata letteralmente soffocata durante il X Congresso), abbandonando finalmente il <<comunismo di guerra>> (le requisizioni), ma senza accordare le libertà rivendicate da Cronstadt, assicurando grazie alla N.E.P. un aumento della produzione agricola che allontanerà lo spettro della carestia (cinque milioni di persone  muoiono di fame nel 1921), la <<maggioranza leninista>> controlla solidamente il Partito. E questo con dei <<Soviet>> privati di qualsiasi vita democratica o amministrativa, per cui un certo numero di uffici sono già controllati centralmente da Stalin, esercita una <<dittatura del proletariato>>, la quale è già al servizio degli arrivisti e presto dei Nepmen. Per quanto riguarda la vita intellettuale... <<dal periodo di Cronstadt>> prosegue Victor Serge <<Pietrogrado viveva sotto la recrudescenza del terrore... Appartenevo all'ultima delle associazioni di libero pensiero; credo di essere stato l'unico comunista di questa Libera Associazione Filosofica (Volfila), il cui vero animatore era il grande poeta André Biély ... La Ceka e il Partito tenevano sempre d'occhio la Volfila. I suoi dirigenti si aspettavano da un giorno all'altro di essere arrestati>>. (Vengono ridotti al silenzio al silenzio alcuni mesi più tardi).

Marzo 1921: un'associazione psicoanalitica è fondata a Mosca. Liberamente. L'associazione libera è uno dei fondamenti della psicoanalisi.

 

 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 Note dell'autore:

1) In Germania nonostante Karl Abraham, venendo da Zurigo, si sia stabilito a Berlino a partire dal 1907, l'importante sviluppo berlinese della psicoanalisi è posteriore alla fine della seconda guerra mondiale. Nel 1914 Freud segnala, a proposito della Germania, che <<nessun istituto ufficiale è aperto all'insegnamento o alla pratica della psicoanalisi e sono pochi i medici che l'esercitano con successo>>. Se la psicoanalisi è conosciuta, è soprattutto per essere rifiutata, perché <<da parte dei medici, come da parte dei profani, provoca manifestazioni di biasimo senza riserva>>. Bisogna arrivare al 1923 perché Freud possa affermare con soddisfazione che anche in Germania <<le teorie analitiche si infiltrano a poco a poco nella psichiatria clinica>>.

2) Il 1° novembre 1909, Abraham scriveva a Freud: <<Un collega russo chiamato Wulff, per molto tempo assistente di Juliusburger in una clinica privata, si stabilisce ora a Odessa. E' molto interessato alla psicoanalisi ed è il motivo per cui ha perso il suo posto a Berlino nel giro di poche settimane. Lo conosco come uomo attivo e degno di fiducia, purtroppo la sua situazione materiale è incresciosa. Non sarebbe possibile a Lei (o a qualche Suo collega) mandargli, all'occasione, dei pazienti? Suppongo che si rivolgerà direttamente a Lei, dato che mi ha chiesto il Suo indirizzo. Ho saputo da Juliusburger che desidererebbe fare delle traduzioni in russo>> (Freud- Abraham, Correspondance, Gallimard, p. 87). Wulff tradurrà il <<Segantini>> di Karl Abraham, la <<Gradiva>> di Freud che pubblicherà (accompagnata dalla novella di Jensen) sulla rivista <<La vita dell'anima>> che egli fonda e dirige a Odessa. Nel 1913 Wulff, sempre a Odessa, figura fra i primi collaboratori permanenti dell'organo centrale del movimento analitico, l'Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse (in breve la <<Zeitschrift>>).

3) Nella sua relazione riguardo alle <<tendenze attuali della psicoanalisi russa>>, Luria afferma durante una riunione dell'Associazione psicoanalitica di Kazan, il 10 dicembre 1922: <<La psicoanalisi russa è ancora troppo giovane e non ha dato alcun contributo originale>>. Ma questa affermazione doveva intendersi soprattutto in paragone con la psicologia sperimentale russa; essa trascurava in modo particolare i lavori di estetica analitica.

4) E' un concetto che il professor Serbsky - come molti altri in seguito in Russia ed altrove - non riusciva a intendere <<in senso lato>>, con il conseguente rifiuto di ammettere che <<perfino il neonato manifesta impulsi sessuali>>.

5) Questo numero potenziale dei medici russi era tale che ogni medico, per poco che ci credesse (ciò supponeva il problema già a metà risolto con l'affrancamento di enormi resistenze culturali), poteva praticamente improvvisarsi psicoanalista. L'esigenza dell'analisi detta <<didattica>> è molto posteriore e ancora nel 1920 si vede Wilhelm Reich, prima di avere terminato gli studi medici, intraprendere dei trattamenti analitici con l'approvazione di Freud, alcuni mesi dopo avere <<scoperto>> la psicoanalisi!

 6)  Trotzky, da parte sua, fa risalire il <<Termidoro>> alla caduta dell'<<Opposizione di sinistra>> (la sua) verso la fine del 1927. E' vero che il 18 marzo 1921, dopo aver liquidato Cronstadt nel sangue, in occasione del 50° anniversario della Comune di Parigi ... Trotzky chiamava Thiers e Gallifet <<massacratori del popolo>>. Riguardo a questo episodio controverso, conviene raffrontare i discorsi di Lenin al X Congresso del P.C. (b) R (O.C. T 32) con le testimonianze di Victor Serge, di Voline (La Révolution inconnue) e soprattutto con le Izvestia di Cronstadt (La Commune de Cronstadt, Bélibaste, edit.).

 

 

 

 

 

Responsabile Editoriale : Giuseppe Leo

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