I. L'INFANZIA ZARISTA.
Nel 1909, al momento
stesso in cui a Vienna si fonda il Jahrbuch für
psychoanalytische und psychopathologische Forschungen
(uscito al momento del primo
<<Congresso>> psicoanalitico tenutosi a Salisburgo nel 1908), esce
a Mosca un'importante rivista psichiatrica russa,
Psychotherapie. Diretta dal dott. Wyrubov, informa
regolarmente i suoi lettori sui progressi del movimento
psicoanalitico e pubblica tutta una serie di lavori puramente
analitici, fra cui diverse traduzioni degli scritti più recenti di
Freud. I suoi collaboratori non sono soltanto moscoviti; vengono
da Odessa, come il dottor Moshe Wulff (2), da Kiev, Rostov sul Don
e da altre regioni; alcuni sono stranieri, e in particolare
viennesi.
E' accertato che fin dal 1910
alcuni medici esercitavano la psicoanalisi in Russia. Nel suo
contributo alla storia del movimento psicoanalitico, la cui
redazione risale al 1914, Freud rende omaggio al dottor Wulff :
<<Soltanto la città di Odessa, nella persona di M. Wulff, possiede
uno psicoanalista competente>>, egli scrive a proposito della
Russia. Ma se il suo apprezzamento, secondo cui <<i contributi dei
medici russi alla psicoanalisi possono ancora essere considerati
insignificanti>>, sembra fondato (3), ciò non toglie che
Freud abbia ignorato l'esistenza di alcuni medici russi formati
fin dall'inizio del secolo presso la scuola di Zurigo (Bleuler e
Jung) di cui egli sottolinea i grandi meriti psicoanalitici; fu il
caso per esempio di alcuni medici di Kazan o anche di Tatiana
Rosenthal, come risulta da uno scritto di Luria del 1925. Tatiana
Rosenthal <<dopo la laurea in medicina, nel 1911, ritorna a
Pietroburgo come psicoanalista con la ferma volontà di diffondere
l'insegnamento di Freud. Oltre a fare relazioni specializzate
sulla psicoanalisi, essa non perdeva occasione per parlarne nelle
riunioni scientifiche>>. Avremo l'occasione, più avanti, di
seguire il destino di questa pioniera di Pietroburgo.
Foto:
A. Luria
A Mosca stessa è probabile alcuni
giovani psichiatri, assistenti del professor Serbsky, raggruppati
attorno ai medici Felzmann e Nicolas Ossipov, facessero trattamenti
analitici; ad ogni modo essi applicavano dei principi terapeutici di
Freud. La loro storia, esemplare per diversi aspetti, è degna di
essere raccontata. Il
Dr. Ossipov, allora primario alla clinica dell'Università di Mosca,
diretta dal professor Serbsky, aveva fatto una prima relazione,
accolta favorevolmente, sulla dottrina freudiana. Nonostante che
questa relazione sia stata fatta dopo il 1905, essa coglie gli aspetti
dei primi lavori di Freud, senza tener conto dei <<Tre Saggi>>. Ma
molto rapidamente Ossipov e i suoi colleghi raggiungono l'ultimo
stadio della dottrina freudiana e la seguono <<passo a passo>>,
<<assegnando sempre più all'etiologia sessuale delle nevrosi il ruolo
determinante>>. E' allora che il professor Serbsky, pur rimanendo
d'accordo nel privilegiare l'etiologia sessuale delle nevrosi, esprime
pubblicamente e privatamente alcune obiezioni; secondo lui Freud <<sessualizza>>
troppo l'universo. <<Serbsky, il quale conosceva molto bene le lingue
straniere, pronunciava molto spesso il nome di Freud: Fre-ùd, in due
sillabe e con l'accento sull'ud. La parola russa "ùd" significa
precisamente l'organo sessuale maschile o femminile; ora questa parola
non è più usata, ma ai tempi in cui il professor Serbsky faceva i suoi
studi, si poteva trovare la parola "ùd" nei libri di medicina. Alla
stessa epoca - continua il Dr. Ossipov - mi è capitato di parlare di
Freund ("amico") invece dhe di Freud, manifestando in tal modo i miei
sentimenti amichevoli per la teoria di Freud>>. Tuttavia il professor
Serbsky è per caso <<uno dei sostenitori più coerenti e più stimati
del liberalismo>>. In effetti nel 1911, per decisione del governo
zarista, egli perde la direzione della clinica e la cattedra
all'Università e quasi tutti gli altri medici - <<prescindendo dalle
loro divergenze politiche>> - lasciano la clinica con lui, per
solidarietà e << per la grande stima che nutrono per la sua
personalità>>. Ma egli è soprattutto coerente nel suo liberalismo:
tanto prima quanto dopo questi avvenimenti <<l'allontanamento teorico
del concetto di sessualizzazione>> (4) non esercitava assolutamente
alcuna influenza sui rapporti amichevoli del direttore con i medici
della sua clinica. Inoltre nel suo <<Compendio sulla terapia
psichiatrica>> destinato agli studenti, il professor Serbsky dedica
alcune pagine alla <<psicoanalisi secondo Freud>> e conclude con
queste parole: <<La teoria di Freud merita la più grande attenzione,
non fosse altro che perché si basa su un trattamento terapeutico che
ha ottenuto dei successi importanti e perfino sorprendenti >> (2a
edizione, Mosca, 1911).
Parallelamente, i <<Lavori della clinica psichiatrica imperiale di
Mosca>> che Rybakov pubblica in russo (con riassunti in francese) nel
1913 e nel 1914, si riferiscono frequentemente ai lavori e alle idee
di Freud, Jung e Ferenczi. Ora, a titolo di paragone, dodici anni più
tardi, i redattori della <<Zeitschrift>> terminano la loro rassegna
della situazione in Francia con le seguenti parole: <<La letteratura
francese sulla psicoanalisi dà l'impressione che, malgrado un
progresso indubbio, la maggioranza degli autori che l'hanno studiata o
criticata, la conoscano poco o niente, non conoscano la sua origine né
la sua evoluzione, né, a maggior ragione, il ricco materiale sul quale
si basa e ignorino la tecnica che non hanno praticamente mai cercato
di sperimentare>>. Il
Dr. Ossipov aveva realizzato, con due suoi colleghi e con l'appoggio
del professor Serbsky, l'idea di un <<ambulatorio psicoterapeutico>>
in cui ognuno lavorava due giorni per settimana. La loro partenza
collettiva dalla clinica psichiatrica dell'Università di Mosca mette
termine a questa esperienza e, <<cosa particolarmente grave>>, li
priva della biblioteca della clinica>>. Ma questa situazione presenta
un lato positivo: essi si ritrovano con altri medici, in particolare
con il dr. Felzmann, convinto sostenitore della psicoanalisi, per
fondare un'associazione psichiatrica indipendente, dove si <<freudizza>>
a tutto spiano. Si tratta dei <<piccoli venerdì>> inseriti una volta
ogni quindici giorni fra le sedute della <<Società universitaria di
neuropatologia e di psichiatria>> ufficiale le quali avevano luogo
anch'esse un venerdì su due.
Per la concezione stessa di questi
<<piccoli venerdì>> e la loro apertura verso l'esterno, essi erano
all'avanguardia del movimento analitico. <<Nel 1912 la società dei
<<piccoli venerdì>> diventò autonoma, ma conservò buoni rapporti con i
<<grandi venerdì>>. Nelle due società, il professor Serbsky esercitava
le funzioni di presidente. I <<piccoli venerdì>> si distinguevano
dalle altre società mediche per il fatto che ammettevano come membri
non soltanto dei medici, ma anche specialisti di discipline vicine
alla psichiatria (criminologia, pedagogia, psicologia ecc.). In poco
tempo le sedute dei <<piccoli venerdì>> furono apprezzate e
frequentate da numerose persone. In questa associazione <<si
freudizzava>> con assiduità. Nel 1914 una serie di sedute doveva
essere dedicata in modo specifico alla dottrina freudiana, ma la
guerra si portò via molti membri e di conseguenza la nostra
associazione smise di riunirsi...>>.
L'importanza della psicoanalisi
nella Russia del periodo prima del 1914 non può dunque essere
giudicata attraverso il semplice fatto dell'esistenza di un gruppetto
di analisti dispersi nell'immensità territoriale e demografica. Alla
stessa epoca i membri dei due gruppi più consistenti, quelli di Vienna
e di Zurigo, potevano contarsi sulle dita di due mani. Soltanto nel
1907, Freud, secondo le sue stesse parole, scopre all'estero - a
Zurigo - i primi <<amici della psicoanalisi>>; la loro prima riunione,
in seguito battezzata <<congresso>> ha avuto luogo a Salisburgo: nel
1908. Il numero dei medici russi contemporanei risulta relativamente
alto; il loro numero potenziale sembra anche più alto, per quanto si
può giudicare da ciò che precede e da quest'altro fatto: i "Consigli
ai medici sul trattamento psicoanalitico" di Freud (1912) sono
pubblicati in russo fin dall'anno successivo; soltanto nel 1953 essi
saranno pubblicati in francese (5). D'altra parte, in Russia la
psicoanalisi oltrepassa largamente gli ambienti specializzati di
psichiatri, di medici o di studenti in medicina. Grazie ad un certo
numero di traduzioni (i Russi di origine tedesca, ebrei o no, e gli
emigrati svizzeri, servono da agenti naturali di trasmissione), Freud
diventa popolare fra gli esponenti dell'intelligencya. Il Dr. Felzmann
e Ossipov fanno fondato una <<biblioteca psicoterapeutica>> in cui le
opere di Freud sono dei <<best-sellers>>... E' così che i <<Tre
Saggi>> (1905) conoscono una prima edizione russa nel 1909, una
seconda nel 1911; inoltre le <<Cinque lezioni sulla psicoanalisi>>
tenute a Worcester nel 1909 vengono pubblicate a Mosca in tre edizioni
successive, nel 1911, 1912, 1913... (Ossipov in contatto personale con
Freud, lo ha incontrato a Vienna il 4 giugno 1910 per chiedergli la
autorizzazione di pubblicarle). Il tempo di traduzione e di
pubblicazione conferma quest'accoglienza favorevole; se ci vogliono
tredici anni alla "Traumdeutung" per apparire a Mosca, ci vogliono
soltanto quattro anni per i "Tre saggi", tre anni per l'<<Analisi del
piccolo Hans>>, (Vienna 1909, Mosca 1912), per gli scritti ulteriori,
il tempo di pubblicazione si riduce a uno o due anni. La prima
traduzione francese di Freud risale al 1920! Si tratta precisamente
delle "Cinque lezioni" (conosciute dai russi fin dal 1911), ma
pubblicate in una rivista di Ginevra e soltanto la prima delle cinque
lezioni.
Questa disponibilità dell'intelligencya
russa almeno, nella sua frazione progressista, rappresenta uno dei
numerosi effetti dell'attrazione esercitata dalle idee occidentali
sotto uno zarismo soffocante. Perché l'oppressione, contrariamente a
ciò che accadrà dopo il trionfo stalinista della burocrazia, non
arriva a impedire, sia per indifferenza, sia per impotenza, sia ancora
perché l'autocrazia zarista dipende economicamente e finanziariamente
dalle borghesie occidentali (e più che mai dopo il 1905), la
circolazione di scritti e di persone con <<l'Occidente illuminato>>;
in particolare con la Svizzera, dove a Zurigo e a Ginevra molti
studenti russi che seguivano passo a passo Plekhanov, Axelrod, Vera
Zassulitch, Lenin, Lunatscharaschy, Rakovsky e altri, possono fare
conoscenza con la teoria <<rivoluzionaria>> quale era all'epoca la
psicoanalisi, nello stesso tempo in cui si formavano al marxismo
rivoluzionario. E' il
caso per esempio di Tatiana Rosenthal. Inizia i suoi studi a
diciassette anni con una indomita volontà di perfezione; si
entusiasma per le idee di felicità del popolo, aderisce al partito
social-democratico, interrompe a varie riprese i suoi studi per
partecipare al movimento rivoluzionario in Russia. Si occupa del
movimento operaio del partito socialdemocratico ebreo e durante la
prima rivoluzione, nel 1905, è presidente delle associazioni
studentesche di tutte le Scuole superiori femminili di Mosca. Si
scopre il dono di oratrice piena di temperamento. Nel 1906 torna a
Zurigo, stanca, un po' confusa, esita fra medicina e legge, e pensa
poi che quest'ultima professione possa meglio corrispondere alla sua
attività sociale. E' per caso, come dice lei stessa, che legge la
"Interpretazione dei sogni" di Freud, ne è entusiasta, parla degli
orizzonti nuovi scoperti da Freud che aprono alla conoscenza di sé:
<<Quale armonia potrebbe nascere da un'azione comune di Freud e di
Marx!>>. Se poi decide di dedicarsi allo studio della medicina e
specialmente della psichiatria, Freud vi ha contribuito per una buona
parte. Nel 1911, dopo
aver conseguito la laurea in medicina, ritorna a Pietroburgo come
psicoanalista con la ferma intenzione di diffondere gli insegnamenti
di Freud. Oltre alle sue conferenze sul tema della psicoanalisi,
coglie ogni occasione per parlarne nelle riunioni scientifiche.
Alla vigilia dei cambiamenti
sociali, la Russia conosce dunque un movimento d'opinione abbastanza
importante influenzato dalla psicoanalisi. Nel 1925, Luria potrà
scrivere nell'organo ufficiale del freudismo: <<Il movimento
psicoanalitico in Russia conta su una storia di diciassette-diciotto
anni>>. La guerra e la rivoluzione con nuove preoccupazioni e nuove
occupazioni disperdono psichiatri e medici sui fronti. Tuttavia il
seme è gettato e germoglierà sul terreno sociale e ideologico dei
Sovietici.
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II.
Il periodo di latenza.
Guerra e Rivoluzione.
Il movimento psicoanalitico è
l'unico movimento, osserva Freud, che abbia conservato dei legami,
un'attività, delle pubblicazioni internazionali durante la guerra
mondiale. Ma questi legami riguardano naturalmente l'Europa
centrale, di lingua e di politica tedesca. I legami con la Russia
sono completamente interrotti, anche dopo la guerra imperialista,
fino alla fine della guerra civile. Nel 1921, al momento in cui
questi rapporti si ristabilirono, una testimone, ex-attrice, la
dottoressa Sara Neiditsch, tenta di fare il punto della
situazione:
<<Risulta oltremodo difficile
fare una relazione sulla evoluzione della psicoanalisi in Russia
durante gli ultimi anni. La guerra civile legata alla grande
Rivoluzione ha fatto scoppiare la Russia e i rapporti fra i
diversi partiti sono stati quasi completamente interrotti. E'
cessata la pubblicazione di qualsiasi periodico: durante i tre
anni non è uscita una sola rivista scientifica>>.
<<La rivista
Psychotherapia, l'unica che si sia occupata dei problemi di
psicologia freudiana, fu sospesa nel 1917 (per motivi economici).
<<Queste circostanze hanno
avuto come risultato che si è a conoscenza soltanto di quello che
si è verificato nel proprio ambiente scientifico ristretto. E'
possibile che in qualche parte della Russia si sia fatto del
lavoro nel campo psicoanalitico, ma nessuno ne sa niente. Il mio
rapporto si limiterà a Pietroburgo.
A Pietrogrado, una volta
acquisito il cambiamento di regime, Tatiana Rosenthal ha
continuato la sua attività rivoluzionaria curando i malati mentali
per mezzo della analisi e diffondendo i principi
<<psicologicamente liberatori>> della psicoanalisi. A Mosca i nomi
conosciuti dei medici che avevano frequentato 'i piccoli venerdì'
non riappaiono e mentre il liberale Serbsky muore in seguito ad
una malattia renale nel marzo del 1917, in tempo per non vedere
<<il passaggio dalla guerra alla rivoluzione>>, come scrive il dr.
Ossipov, quest'ultimo fugge la <<tormenta>> rifugiandosi a Praga:
è da Praga che egli racconta la preistoria della psicoanalisi
moscovita ed è là che egli continuerà, fino alla sua morte nel
1934, a predicare la psicoanalisi alla colonia studentesca russa
emigrata. Nonostante queste scomparse e defezioni, Freud ritrova a
Mosca dei discepoli: nel 1921, il dr. Wulff in persona vi è
presente. Egli contribuisce, insieme al prof. Ermakov, ad
organizzare un nucleo psicoanalitico le cui attività si
moltiplicano in breve tempo.
E' precisamente fra il 1921
ed il 1930 - la vittoria egemonica del potere bolscevico,
poi la dominazione egemonica della tendenza staliniana sul
Partito - che il movimento psicoanalitico russo conoscerà prima
una certa evoluzione, poi un fallimento completo. Scomparirà
stritolato fra due rivoluzioni: quella ideologica del movimento
psicoanalitico internazionale, e quella del regime socio-politico
dell'Unione Sovietica - certamente la più decisiva-. Converrebbe
ricostruire le condizioni economiche, politiche e culturali, unici
fattori suscettibili di spiegare questa lenta, insidiosa e brutale
eliminazione. Viceversa il destino del movimento fornirebbe un
punto di vista singolarmente complementare della tragedia politica
della Rivoluzione russa a partire dal 1918: con uno spostamento
cronologico dovuto soprattutto al suo carattere non
immediatamente politico, la psicoanalisi sotto il regime
<<sovietico>> riproduce e riflette il destino dei rivoluzionari.
Quando lo spettacolo inizia, esso è già praticamente deciso; ma
sul momento nessuno fra gli psicoanalisti se ne è reso conto -
salvo una suicida forse, la dottoressa Rosenthal.
La morte di questa militante
appassionata può sembrare un enigma. La dottoressa Neiditsch che la
conosceva bene scrive: <<Era un essere molto complesso: indubbiamente
molto dotata e molto attiva, viveva una profonda insoddisfazione
interiore. Sotto un'apparenza fredda, dietro la sicurezza del suo
atteggiamento, l'acutezza della sua intelligenza e la chiarezza del
suo pensiero, si nascondeva un'irrequietezza interiore, un'anima
tenera, romantico-mistica. Una raccolta di poesie pubblicata a
Pietrogrado nel 1917 esprime meglio di tutto queste disposizioni>>.
<<Era giovane (aveva trentasei anni), dotata, attiva, felice nella sua
professione, madre di un bambino intelligente che amava teneramente.
Si è data la morte, vittima di un destino che ha desiderato e con le
sue proprie forze>>. Ma questo suicidio s'iscrive in un certo
contesto: è il momento in cui il Partito bolscevico schiaccia gli
scioperi operai di Pietrogrado e il movimento di massa (base
bolscevica inclusa) di Cronstadt. <<Lenin>> scrive Victor Serge
(Memorie di un rivoluzionario) in questi giorni nefasti <<dice
testualmente a uno dei suoi amici "E' Termidoro. Ma noi non ci
facciamo ghigliottinare. Saremo noi a fare il Termidoro">> (6).
Marzo 1921: fine della guerra civile
(ad eccezione di movimenti locali come quello della regione di Tambov,
vinto in estate). Liberata da ogni opposizione esterna o interna
(<<l'opposizione operaia>> è stata letteralmente soffocata durante il
X Congresso), abbandonando finalmente il <<comunismo di guerra>> (le
requisizioni), ma senza accordare le libertà rivendicate da Cronstadt,
assicurando grazie alla N.E.P. un aumento della produzione agricola
che allontanerà lo spettro della carestia (cinque milioni di persone
muoiono di fame nel 1921), la <<maggioranza leninista>> controlla
solidamente il Partito. E questo con dei <<Soviet>> privati di
qualsiasi vita democratica o amministrativa, per cui un certo numero
di uffici sono già controllati centralmente da Stalin, esercita una
<<dittatura del proletariato>>, la quale è già al servizio degli
arrivisti e presto dei Nepmen. Per quanto riguarda la vita
intellettuale... <<dal periodo di Cronstadt>> prosegue Victor Serge <<Pietrogrado
viveva sotto la recrudescenza del terrore... Appartenevo all'ultima
delle associazioni di libero pensiero; credo di essere stato l'unico
comunista di questa Libera Associazione Filosofica (Volfila),
il cui vero animatore era il grande poeta André Biély ... La Ceka
e il Partito tenevano sempre d'occhio la Volfila. I suoi
dirigenti si aspettavano da un giorno all'altro di essere arrestati>>.
(Vengono ridotti al silenzio al silenzio alcuni mesi più tardi).
Marzo 1921: un'associazione
psicoanalitica è fondata a Mosca. Liberamente. L'associazione libera è
uno dei fondamenti della psicoanalisi. |