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 Chronology

 

NOTE SU DE SADE

 

di L.-J. RAMON  (medico di Charenton all'epoca della morte del marchese)

 

(da "Cahiers personnels. Textes inédits établis, préfaces et annotés par Gilbert Lely", Correa, Paris, 1953, pagg. 107-122). Traduzione italiana di Giuseppe Leo

NOTA EDITORIALE DI Giuseppe LEO:

In questo scritto il dott. Ramon, medico di Charenton all'epoca della morte di De Sade,  oltre a redigere un resoconto 'necroscopico' sulle cause della morte del "Divin Marchese", ne tratteggia anche  un commovente ritratto 'fisiognomico' e psicologico, preso dal vivo, durante gli ultimi giorni della sua vita. Il resoconto di Ramon si arricchisce del 'giallo' della fine del cranio di De Sade, che fu prestato da Ramon a Spurzheim, ma che questi non restituì mai più. La sparizione del cranio del Marchese avvenne dopo che il  Dr. Ramon lo ebbe studiato dal punto di vista frenologico, ed in questo scritto ne dà un ampia trattazione.

 Lo scritto di Ramon, è preceduto da un'introduzione di Gilbert Lely, insigne studioso e biografo di De Sade, il quale per primo scoprì  il manoscritto del medico di Charenton e lo pubblicò nel libro sopra citato.

 

  MAN RAY, Portrait imaginaire du marquis de Sade, peinture, 1938. 

 

INTRODUZIONE DI G. LELY

 

Le Note qui pubblicate per la prima volta (basate) sul commovente manoscritto autografo facente parte della nostra collezione, sono state scritte  nel dicembre 1867 dal dottor L.-J. Ramon il  quale, 53 anni prima, in qualità di primo allievo interno della real casa di Charenton, aveva vegliato il marchese De Sade moribondo e raccolto il suo ultimo respiro.

Il vecchio medico - la cui bonarietà e l'evidente preoccupazione dell' oggettività arrivano difficilmente a rimediare alla disinvoltura con cui abbandonò il cranio dell'autore di Juliette ad un frenologo tedesco - aveva scritto le pagine qui di seguito dietro sollecitazione di Alfred Bégis, ricercatore e liquidatore giudiziario, il quale ne fece il capitolo finale delle sue Mémoires sur le marquis de Sade, ultimate nel 1875 e restate finora inedite. Nel manoscritto di Alfred Bégis, di cui possediamo una copia, il lavoro del dottor Ramon è accompagnato da qualche nota. Tre di esse sono interessanti. Se ne troveranno due al loro posto; la terza verrà immediatamente esposta: <<Il dottor Ramon, morto recentemente [nel 1875 ] all'età di più di ottant'anni, dopo esser stato medico interno a Charenton, ne fu nominato medico sorvegliante generale, così come lo apprendiamo da Esquirol nel suo resoconto inserito negli Annales d'Hygiene et de Médecine légale, t. Ier, p.102>>.

 

 

NOTE  SU DE SADE

 

<<Essendo io entrato nella casa reale di Charenton in data 11 novembre 1814, non avevo avuto alcun rapporto nè alcuno scambio con il marchese De Sade, il quale morì il 2 dicembre a seguito di una malattia che non avevo potuto studiare se non per qualche ora e che non mi ha lasciato altra impressione se non quella di un' improvvisa affezione polmonare accompagnata forse da uno spandimento sieroso nel torace, con respirazione difficile  e sibilante, come avviene nell'accesso d'asma.

Non avrei riconosciuto De Sade se non  me lo avessero segnalato. Lo incontravo frequentemente mentre passeggiava da solo, con un passo pesante e strascicante, dall'aspetto molto trascurato, nel corridoio prospiciente all'appartamento in cui abitava; non l'ho mai sorpreso a conversare con qualcuno. Passando di lato a lui, lo salutavo, ed egli mi rispondeva con una fredda cortesia che allontanava qualsiasi proposito di iniziare una conversazione con lui.

De Sade era per me uno dei personaggi curiosi dell'epoca della seconda metà del diciottesimo secolo; curioso poiché ne avevo sentito parlare, perché non ne avevo ancora letto i libri, per quanto li conoscessi, in realtà molto approssimativamente, per sentito dire. Ma certamente, lo devo dire, nulla mi poteva far supporre in lui l'autore di Justine e di Juliette; egli non provocava  in me altro effetto che quello di un vecchio gentiluomo altero e tetro.

 

Il primo dicembre 1814, aggravandosi lo stato di salute di De Sade, lo si trasferì in un altro appartamento composto da due stanze, dove fu affidato alla sorveglianza di un domestico.

Nel pomeriggio, uno dei suoi figli venne a trovarlo. Era un uomo di un'età almeno matura, che aveva prestato servizio militare, emigrato in Russia, sia nell'esercito che nella marina (1). Questo signore mi pregò di vegliare su suo padre (cosa a cui le mie funzioni di primo allievo non mi obbligavano in alcun modo). Presi dunque questo incarico alla fine del giorno. Le mie funzioni si limitarono a fargli prendere qualche sorso di tisana e di una bevanda che gli era stata prescritta. La respirazione, che era rumorosa e faticosa, si faceva sempre più stentata. Verso la metà della notte, e poco dopo aver fatto bere De Sade, non sentendo più alcun rumore, e sorpreso di quella calma, mi avvicinai al suo letto e potetti constatare che era morto.  

Prima di prendere servizio, avevo incontrato, uscendo da de Sade che d'altronde  visitava da diversi giorni, l'abate Geoffroy, cappellano di Charenton, ecclesiastico illuminato che era stato segretario dell'arcivescovo di Parigi fino alla rivoluzione del 1789. Quest'uomo eccellente mi parve, se non edificato, quantomeno soddisfatto della sua visita, e mi disse che il moribondo gli aveva dato appuntamento per l'indomani mattina.

Era cosa nota a Charenton che tutti quelli che vi morivano erano sottoposti ad autopsia, e come primo allievo interno ero incaricato di tale operazione. Confesso che l'esame del cranio e del cervello di de Sade mi sembravano di un grande interesse. Ma, ecco cosa accadde: il Sig.  de Sade figlio, che mi aveva pregato di prendermi cura del padre, venne con un'istanza al Direttore volta a chiedere un'eccezione alla regola, cioè che il corpo del padre fosse inumato senza esame né dissezione.

Il cadavere di de Sade, che forse è il solo che non sia stato aperto dalla fine del 1814 a tutto il 1817, fu sepolto nel cimitero di Charenton, all'estremità orientale destra, quasi al confine di Saut-de-Loup che separa il cimitero dal bosco di Vincennes; la fossa fu ricoperta di una pietra sulla quale nessun nome fu inciso e che non aveva altro ornamento se non una semplice croce.

Qualche anno dopo - non potrei stabilire l'epoca con esattezza - essendosi operato uno sconvolgimento nel cimitero, e trovandosi la fossa di de Sade compresa tra quelle che venivano esumate, io non mancai di assistere all'operazione, e mi feci consegnare il cranio di de Sade, senza che si potesse avanzare alcun dubbio sull'autenticità di tale reliquia. Ero d'altronde accompagnato da persone che conoscevano tanto bene de Sade ed il luogo della sua sepoltura quanto me.

Mi preparai a conservare il suo cranio, quando ricevetti la visita di un amico, Spurzheim, celebre frenologo, discepolo di Gall. 

Dovetti cedere alle sue insistenze e lasciare che si portasse via il cranio, che mi promise di restituirmi con numerosi esemplari ottenuti dal calco che si sarebbe fatto fare. Il mio amico Spurzheim è andato a tenere dei corsi in Inghilterra ed in Germania; è morto nel giro di poco tempo, e non riebbi mai più il cranio2

Il cranio di de Sade non è stato tuttavia in mio possesso per diversi giorni senza che io l'abbia studiato dal punto di vista della frenologia di cui m'occupavo molto a quell'epoca, così come di magnetismo. Cosa risultò da quell'esame? 

Bello sviluppo della volta del cranio (teosofia, benevolenza); nessuna prominenza esagerata nelle regioni temporali (nessuna ferocia); nessuna prominenza esagerata dietro ed al di sopra delle orecchie (nessuna combattività - organo così sviluppato nel cranio del Guesclin); cervelletto di dimensioni moderate, nessuna distanza esagerata da un'apofisi mastoide all'altra (nessun eccesso nell'amore fisico).

In una parola, se nulla mi faceva indovinare in de Sade una condotta severa, e direi quasi, patriarcalmente, l'autore di Justine e di Juliette, l'ispezione della sua testa me lo fece assolvere dalla colpa di aver scritto tali opere; il suo cranio era in tutto somigliante a quello di un padre della Chiesa. 

Non ho detto in ciò che precede se non  ciò che ho visto o osservato relativamente al marchese de Sade. Ciò che segue non è che il riassunto di ciò che ho potuto raccogliere in ciò che si diceva a Charenton, dove Sade, personaggio celebre, era certamente anche personaggio molto importante ed influente.

De Sade, prigioniero alla Bastiglia, aveva potuto avere, non so come, poco tempo prima del 14 luglio 1789, conoscenza su ciò che si preparava. Era diventato un arringatore del popolo, attraverso la feritoia o la finestra della sua cella che dava sui fossati; si serviva per tale scopo  di un tubo della stufa di cui  faceva uso come di un megafono. 

Messo in libertà, ricoprì ancora delle funzioni amministrative nella sua sezione, e forse persino alla 'commune' di Parigi, dato che mi è stato detto che fu in seguito ad un rapporto al quale egli aveva preso parte che i poveri malati degli ospedali ebbero ciascuno un letto e non furono più messi due o tre insieme nello stesso letto, come era avvenuto da tanto tempo.

Ecco ancora cosa si diceva:

Dopo il Direttorio, con l'arrivo del Consolato, il primo console, vedendo non so su quale opera (non dico se non quello che mi è stato riferito) il nome di Sade, tstimoniò la più viva indignazione del fatto che quest'uomo non fosse stato imprigionato. Ordinò la reclusione di de Sade nelle prigioni di Bicetre, chiuse nel 1790, credo, all'epoca della soppressione degli ordini religiosi. Ci vollero, mi dissero, molti tentativi e  sollecitazioni perché si ottenesse per lui, e come un favore molto grande, il trasferimento a Charenton, che non abbandonò mai più.

A quell'epoca gli alienati non erano oggetto di alcuna cura. Solo la più profonda ignoranza sulla loro malattia poteva, se non giustificare, almeno spiegare l'indifferenza, per non dire di più, alla quale, in disprezzo a qualsiasi rispetto per l'umanità, tali disgraziati erano abbandonati. 

Una corsia alla Salpetriere.

Bicetre e la  Salpetriere furono allora aperti come 'asiles d'alienes', il primo per gli uomini, la seconda per le donne; era, credo, il 1794 o il 1795. Le cure di questi poveri malati furono affidate al venerabile ed illustre Pinel, che divenne allora per i pazzi un autentico Vincent de Paul e fece, dell'alienazione mentale, una medicina, direi quasi a parte della medicina generale. 

Ma ben presto questi due ospedali furono insufficienti; restavano ancora i folli delle 'Petites-Maisons' e quelli dell'Hotel Dieu. Si era stabilito, è vero, per essi una sala comune, ma in essa nulla di adeguato era stato organizzato, sala di cui posso parlare in quanto l'ho potuta vedere nella mia giovinezza. Il Sig. de Coulmiers, anziano superiore dei 'Prémontrés' ed ex-membro dell'Assemblea Costituente, uomo influente per il suo spirito e per le sue relazioni altolocate, avendo ottenuto che Charenton, diretto altre volte dai religiosi della 'Charité' di Parigi, fosse messo a sua disposizione per essere organizzato come ospedale per alienati, ebbe ben presto da sistemare quelli che restavano ancora all'Hotel Dieu e alle 'Petites-maisons'. 

Charenton

Istituito all'inizio come succursale di Bicetre e della Salpetriere, Charenton non tardò a prendere una nuova destinazione. Vi furono ammessi degli ospiti borghesi; vi furono inviati i militari ed i marinai in attività di servizio, nonché quelli colpiti da alienazione. Un servizio amministrativo  ed uno medico, con personale numeroso, vi furono organizzati. Il Sig. de Coulmiers regnò dispoticamente sul tutto, ma il suo dispotismo non aveva nulla di austero né di duro, e, lo si può dire, il Sig. de Coulmiers era caro a tutti i suoi amministrati, impiegati ed ospiti. Era, in una parola, un governo paterno, ma un pò permissivo. Furono organizzati delle riunioni, dei balli, dei concerti, delle rappresentazioni teatrali.  E' in questa situazione che de Sade divenne un personaggio importante a Charenton: riunioni, feste, balli, spettacoli, tutto era da lui organizzato. Sceglieva le opere teatrali, tra cui qualcuna era di sua composizione, assegnava i ruoli, presiedeva e dirigeva le rappresentazioni. 

  Un fotogramma del film "Quills" (2000)

Tutto accadeva così da diversi anni, durante i quali, bisogna dirlo, certi spiriti tetri che trovavano Charenton, per la sua destinazione, era condotta con un pò di leggerezza, inviavano di tanto in tanto dei rapporti al ministro dell'Interno; ma queste relazioni non arrivavano mai a destinazione.

Nel 1812 o 1813, accadde che un ufficiale di cavalleria, di cui non saprei indicare il reggimento, essendo stato inviato alla scuola di Alfort per studiare l'ippiatrica, si era legato d'amicizia con un uomo che ricopriva delle funzioni ragguardevoli a Charenton sin dalla sua organizzazione. Un progetto di sconvolgimento dell'ospedale fu ordito dai due uomini. Il primo, che aveva ogni libertà di accesso nell'ospedale, attendeva con sagacia, ma anche forse con un pò di malanimo, le differenti branche dell'amministrazione: finanze, economato, e tutto ciò che vi era collegato, moralità, ecc.. Con l'ausilio di documenti che gli erano stati dati dal secondo, preparò ben presto un rapporto lungo e dettagliato, il quale, non potendo essere sottratto al suo iter, venne messo sotto gli occhi del ministro degli Interni che era, credo, il Sig. de Montalivet.

Menziono qui tale rapporto solo per ciò che riguarda la costituzione morale di Charenton. I costumi erano molto permissivi, e a quanto sembrava, poco 'decollettées'; non c'erano, come abbiamo detto, che festini, balli, concerti, rappresentazioni teatrali, ai quali erano invitati molti stranieri, qualche letterato e molte celebrità teatrali prese soprattutto tra gli attori ed attrici dei teatri del 'boulevard'. L' eroe del balletto era soprattutto il famoso Trénitz, illustrazione coreografica dell'epoca, che veniva vestito con bei abiti che non era facile fargli lasciare senza  resistenza o lotta.

De Sade era l'organizzatore di tali feste e spettacoli. Così non è sorprendente che nel novero delle lamentele imputate all'amministrazione di Charenton ci fosse la relazione tra il direttore e de Sade. Ciò che accadeva a Charenton era lontano dall'essere in accordo con l'apparato di discrezione che doveva circondare un ospedale del genere, ed, alla Restaurazione che seguì a breve distanza di tempo il rapporto sopra menzionato, al Sig. de Coulmiers fu revocato l'incarico.

Per quanto riguarda de sade, tornò ad essere un ospite tanto anonimo dell'ospedale quanto lo era alla fine del 1814, quando io ebbi occasione di vederlo.

De Sade aveva adottato, quanto ai libri che, diceva, gli si imputavano, un sistema di negazione assoluto. Tuttavia, si diceva, risultò da diverse indagini fatte dalla polizia la scoperta di scritti ejusdem farinae di quelli di cui egli sosteneva di essere stato calunniosamente imputato come l'autore. 

Tale sistema di negazione perseguito con tutti i personaggi importanti che, andando a visitare Charenton si mettevano in rapporto con lui, non ebbe mai successo. Un venerabile principe della Chiesa, il cardinale de Beausset, venuto a Charenton, si mise in rapporto con de Sade che lo arringò, si dice (cosa che non credo); ma ciò che è certo è che dopo una lunga conversazione, senza testimoni, che si tenne nel vasto giardino dell'ospedale, il cardinale, fortemente dubbioso circa la colpevolezza di de Sade, fu messo nelle condizioni di consultare dopo il dossier inviato alla prefettura di Polizia e di riconoscere che era stato tratto in inganno.

Concludendo, devo dichiarare che non ho mai inteso dire nulla sul Sig. de Sade, il quale godeva di una grande libertà di comunicazione con l'esterno, che potesse, in alcun modo, giustificare la reputazione che gli avevano attirato i suoi scritti ed i fatti di cui era stato accusato>>.

 

Autorizzo la pubblicazione di queste Note

 

             L.-J. Ramon

 

Dicembre, 1867

 

NOTE: 

(1) Il dottor Ramon qui confonde Donatien-Claude-Armand de Sade con il cavaliere de Sade, del ramo de Tarascon, ufficiale di marina già in pensione a quell'epoca ed autore di numerose opere quali la Tydologie ed il Lexicon politique.

(2) Nota di Alfred Bégis: <<Sulla base delle indicazioni del Dr. Ramon, abbiamo fatto un tentativo con M. Dumontet, anziano prevosto di sala e preparatore del corso di Spurzheim, per ottenere un'informazione precisa circa il cranio di M. de Sade. M. Dumontet ci ha detto che pensava che Spurzheim l'avesse lasciato in America. Il cranio ha dovuto essere replicato, come dice il Dr. Ramon, e questo stampo deve essere in commercio>>.

 

 

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