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Scienze della Mente, Filosofia, Psicoterapia e Creatività
Mind Sciences, Philosophy, Psychotherapy and Creativeness 

  N. 3, anno 2, gennaio 2005 

"SCRIVERE DA DENTRO"

   

 

SCRIVERE PER DE SADE. 

di Pierre Klossowski
Breve storia di Charenton di Adeline FRIDE

 

NOTE SU DE SADE del dott. L.-J. Ramon Nota editoriale: 

Questo brano di Pierre Klossowski è tratto dal capitolo "Il filosofo scellerato", compreso in "Sade prossimo mio", Garzanti, Milano, 1975, trad.ital. di Aurelio Valesi (ed.  francese: "Sade mon prochain. Le philosophe scélérat", Seuil, Paris). 

Pierre Klossowski, nato a Parigi nel 1905 e morto nel 2001, fratello del pittore Balthus, fu legato d'amicizia a Rilke e a Gide. Dopo aver studiato filosofia scolastica e teologia a Lione ed a Parigi, nel 1947 pubblica la sua prima opera "Sade prossimo mio". Dal 1948 al 1950 ha collaborato con Sartre a "Les Temps Modernes". Cospicua la sua attività anche come traduttore (Kafka, Hamann, Nietzsche, Wittgenstein, Svetonio), avendo curato tra l'altro una traduzione dell'Eneide.

 


Il fatto tipicamente umano dello scrivere presuppone una generalità, della quale un membro rivendica l'adesione, testimoniando attraverso questa adesione la propria appartenenza a tale generalità. Sade, nel suo caso particolare, concepisce lo scrivere come una verifica della suddetta appartenenza. L'organo della generalità è all'epoca di Sade il linguaggio logicamente strutturato della tradizione classica: con la sua struttura, quel linguaggio riproduce e ricostituisce nell'ambito del gesto comunicativo la struttura normativa della specie umana negli individui. Detta specie, fisiologicamente parlando, si esprime attraverso una subordinazione delle funzioni vitali, subordinazione che assicura la conservazione e la propagazione della specie stessa. Il bisogno di riprodursi e perpetuarsi, agente in ogni individuo, corrisponde al bisogno di riprodursi e perpetuarsi per mezzo del linguaggio. Viene a stabilirsi in tal modo la reciprocità di persuasione che permette lo scambio delle singolarità individuali entro il circuito della generalità. La reciprocità di persuasione si effettua esclusivamente secondo il principio d'identità o principio di contraddizione, il quale fa coincidere il linguaggio logicamente strutturato con il principio generale dell'intelletto, cioè la ragione universale.

Conformemente a questo principio della generalità normativa della specie umana, Sade intende stabilire una controgeneralità corrispondente alla specificità delle perversioni, in grado di permettere uno scambio tra i vari casi di perversione che, in base alla generalità normativa esistente, si definiscono per un'assenza di struttura logica. Così si proietta la nozione sadiana di mostruosità integrale.

Ma questa controgeneralità, riferita alla specificità della perversione, egli la suppone già implicita nella generalità esistente: per Sade, l'ateismo proclamato dalla ragione normativa, in nome della libertà e della sovranità dell'uomo, è destinato a rovesciare la generalità esistente in detta controgeneralità.

In tal modo l'ateismo, atto supremo della ragione normativa, deve istituire il segno della totale assenza di norme.

Eleggendo a testimonianza dell'atto di ragione ch'è l'ateismo la maniera perversa di sentire e di agire, sprovveduta di logica, Sade rimette immediatamente in causa da un lato la ragione universale, in quanto la rende contraddittoria nell'applicazione, e dall'altro il comportamento umano quale espressione della subordinazione delle funzioni del vivere.

 

 



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