Presentation   News Events   Archives    Links   Sections Submit a     paper Mail

FRENIS  zero 

Psicoanalisi applicata alla Medicina, Pedagogia, Sociologia, Letteratura ed Arte

  Home Frenis Zero

        

 

Frenis Zero  Publisher

     "Spazio Rosenthal. Tra psicoanalisi e femminile". Numero 17, anno IX, 2012. 

 

 "Questioni su trasmissione e femminile: funzione paterna e processo di fraternità"

di Massimiliano Sommantico

 

 

 

Questo testo è l'adattamento dell'intervento come "discussant" agli interventi di Adele Nunziante Cesaro e di Sandra Parrello che l'autore ha fatto al seminario internazionale "La trasmissione del femminile" (Napoli, 25 marzo 2011). Si ringrazia l'autore di questo testo per l'autorizzazione concessa a Frenis Zero alla pubblicazione.

Massimiliano Sommantico è Ricercatore Confermato di Psicologia clinica all'Università degli Studi di Napoli “Federico II”, è membro fondatore del Dipartimento di Psicoanalisi Applicata alla Coppia e alla Famiglia (ISPPREF - Napoli), ed è membro del "Bureau dell’AIPC".


 



Foto: F. Kahlo, "I miei nonni, i miei genitori ed io - Albero genealogico", 1936



 

 

 

            

 

 

  

 

Rivista "Frenis Zero" - ISSN: 2037-1853

Edizioni "Frenis Zero"

clicca qui per la ricerca nel sito/Search in the website
A.S.S.E.Psi. web site (History of Psychiatry and Psychoanalytic Psychotherapy ) 

 

A.S.S.E.Psi.NEWS (to subscribe our monthly newsletter)

 

Ce.Psi.Di. (Centro di Psicoterapia Dinamica "Mauro Mancia") 

 

Maitres à dispenser (Our reviews about psychoanalytic congresses)

 

Biblio Reviews (Recensioni)

 

Congressi ECM (in italian)

 

Events (art  exhibitions)

 

Tatiana Rosenthal and ... other 'psycho-suiciders'

Thalassa. Portolano of Psychoanalysis

 

PsychoWitz - Psychoanalysis and Humor (...per ridere un po'!)

 

Giuseppe Leo's Art Gallery

Thalassa. Portolano of Psychoanalysis

Spazio Rosenthal (femininity and psychoanalysis)

Psicoanalisi Europea Video Channel

A.S.S.E.Psi. Video Channel

EDIZIONI FRENIS ZERO

 Nuova pubblicazione/New issue:

"Psicoanalisi e luoghi della negazione" a cura di A. Cusin e G. Leo (Editors)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian,  A. Cusin, N. Janigro, G. Leo, B.E. Litowitz, S. Resnik, A. Sabatini Scalmati, G. Schneider, M.  Šebek, F. Sironi, L. Tarantini.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-4-2

Anno/Year: 2011

Pages: 400

Click here to order the book

 

"Lebensruckblick"

by Lou Andreas Salomé

(book in German)

Author:Lou Andreas Salomé

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-97479-00-0

Anno/Year: 2011

Pages: 267

Prezzo/Price: € 19,00

Click here to order the book

 

"Psicologia   dell'antisemitismo" di Imre Hermann

Author:Imre Hermann

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-903710-3-5

Anno/Year: 2011

Pages: 158

Prezzo/Price: € 18,00

Click here to order the book

 

"Id-entità mediterranee. Psicoanalisi e luoghi della memoria" a cura di Giuseppe Leo (editor)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian, W. Bohleber, M. Breccia, A. Coen, A. Cusin, G. Dana, J. Deutsch, S. Fizzarotti Selvaggi, Y. Gampel, H. Halberstadt-Freud, N. Janigro, R. Kaës, G. Leo, M. Maisetti, F. Mazzei, M. Ritter, C. Trono, S. Varvin e H.-J. Wirth

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-2-8

Anno/Year: 2010

Pages: 520

Prezzo/Price: € 30,00

Click here to have a preview 

Click here to order the book

 

 

"Vite soffiate. I vinti della psicoanalisi" di Giuseppe Leo 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-0-4

Anno/Year: 2008

Prezzo/Price: € 18,00

Click here to order the book

OTHER BOOKS

"La Psicoanalisi e i suoi confini" edited by Giuseppe Leo

Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jiménez, O.F. Kernberg, S. Resnik

Editore/Publisher: Astrolabio Ubaldini

ISBN: 978-88-340155-7-5

Anno/Year: 2009

Pages: 224

Prezzo/Price: € 20,00

 

"La Psicoanalisi. Intrecci Paesaggi Confini" 

Edited by S. Fizzarotti Selvaggi, G.Leo.

Writings by: Salomon Resnik, Mauro Mancia, Andreas Giannakoulas, Mario Rossi Monti, Santa Fizzarotti Selvaggi, Giuseppe Leo.

Publisher: Schena Editore

ISBN 88-8229-567-2

Price: € 15,00

Click here to order the book

 

 

 

 

 

Innanzitutto vorrei ringraziare le Professoresse Nunziante Cesaro e Parrello, così come il dottor Stanziano, per i loro ricchi e stimolanti interventi; entrambi hanno messo in evidenza punti salienti e punti ciechi di un lavoro di ricerca teorico e clinico che voglia rendere conto del legame tra  due termini chiave: trasmissione e femminile come due termini che interrogano la psicoanalisi contemporanea, a partire dalla sua radice freudiana (Kaës, 1993; Freud, 1932)

Prima però di proporre le mie brevi note di discussione vorrei raccontare un episodio di qualche giorno prima del seminario su "La trasmissione del femminile".

Nelle ultime settimane prima del seminario, stavo rileggendo dei lavori che, nel ricordo, avevano avuto la forza di stimolare la mia riflessione su due questioni così ampie come, appunto, quella della trasmissione e quella del femminile.

Ebbene, ho ritrovato un pregevole lavoro di Patrizia Cupelloni (2008), scritto come introduzione ai lavori per il Convegno del Centro Psicoanalitico di Roma Generi e generazioni. Ordine e disordine nelle identificazioni. Con mia sorpresa, ho ritrovato così la traccia che, credo, mi abbia guidato nella scelta del quadro della locandina del nostro Seminario. La Cupelloni, infatti, commenta proprio lo stesso quadro di Frida Kahlo, I miei nonni, i miei genitori ed io – Albero genealogico, del 1936; e lo fa con queste parole:

 

<<La pittrice, che nella sua opera coniuga, con disperata cifra femminile, lo storico e il fantasmatico, il reale e l’immaginario, sempre eccentrica e drammatica, raffigura in questo quadro se stessa bambina e mostra la sua nudità che evidenzia un’esposizione tenera e patetica. Ci consente di osservarla come colei che, piccola, tiene il filo che lega le generazioni che l’hanno preceduta; grazie a loro è lì, centrale, sola in uno spazio definito. C’è un senso di passato e di desueto nella postura dei suoi nonni e dei suoi genitori, ma come tutti i nonni e i genitori, naturalmente sia quelli di Frida Kahlo che i nostri sono collocati sopra, antecedenti, vengono prima. Nel quadro l’importanza dell’antenato è data come struttura che coniuga il passato genealogico con l’attualità del presente. Questa immagine pittorica prende forma dal vissuto autorappresentativo dell’artista che con un’icona piatta, tutta in superficie, svela sia l’aspetto inattuale di se stessa bambina in posizione eretta e osservante, sia la percezione attuale di se stessa pittrice adulta>> (p. 15).

 

E continua:

 

<<Una donna artista dipinge la vicissitudine del femminile coniugando la sua esperienza singolare con la valenza generale. La pittrice evidenzia l’inquietudine di ogni donna alle prese con l’identificazione con la madre, che biologicamente e destinalmente colloca tutte nell’area del materno, sia che nel tempo ognuna senta il desiderio, o scopra il non desiderio, di maternità>> (ibidem, p. 16).

 

Dalla lettura dei testi  delle due autrici, due punti hanno colpito la mia attenzione e mi sembrano importanti da riprendere: da un lato, quel che ne è della funzione paterna in casi di relazione madre-figlia come quello descritto nel romanzo La Pianista, o in situazioni di nascita di figli con handicap – entrambe situazioni in cui c’è come una sorta di indissolubilità mortifera del legame madre-infans; dall’altro, la specifica qualità dei legami fraterni che si instaurano in un fratria con un membro portatore di handicap.

 

Per quel che riguarda il primo punto, manca, a mio avviso, qualcuno, qualcosa. Manca, è assente il padre, la funzione paterna. Vorrei brevemente soffermarmi su questa mancanza, riprendendo una domanda che ci aveva accompagnati nel Seminario del 2009 (De Rosa, Sommantico, 2010), sempre alla presenza di Anne Loncan, su I 400 colpi di François Truffaut: Where is the father? Dov’è il padre?

In situazioni come quella descritta, assistiamo ad un’assenza di riferimento al terzo, inteso quale necessario punto d’interrogazione e motore dell’attività psichica (Green, 2008), ad una faglia nella sua funzione che, come ci ricorda Winnicott (1957-1964), consiste nel vegliare sulla voracità della madre: usurpazione della funzione paterna da parte della madre onnipotente, assenza della funzione mediatrice del padre nella relazione madre-infans che diventa, così, una relazione diretta, immediata.

Come ricorda Kaës (2009), se funzione paterna – “organizzatrice delle alleanze sulle quali poggiano la filiazione e le identità sessuate” (p. 189) – e funzione materna sono entrambe necessarie, esse non sono, però, simmetriche. In tal senso, Roussillon (2003) sostiene che “non c’è funzione simbolizzante della madre senza riferimento al padre e al suo posto nella sessualità di questa [così come non c’è] funzione paterna simbolica senza riferimento alla madre e al posto che la donna occupa nel suo desiderio” (p. 187). Le due funzioni, inoltre, rappresentano e si esprimono in tempi logici differenti; se, infatti, l’alleanza originaria è, tanto per i figlio che per la figlia, un’alleanza con la madre, l’alleanza paterna vi interviene per inquadrarla e per introdurvi il tempo logico della separazione e della strutturazione edipica; cioè, il tempo della differenza dei sessi e delle generazioni. Il riferimento è qui a quelle situazioni, in cui, come nel caso del patto oscuro madre-figlia descritto da Jacqueline Godfrind (2001), ciò che non si realizza è quel che Kaës (2009)  definisce come un fondamentale “doppio riconoscimento da parte del padre della funzione originante della madre e della femminilità della figlia” (p. 189). 

Detto altrimenti, la funzione paterna ha uno statuto paradossale: se da un lato il padre non viene che per secondo, interponendosi tra madre e figlio, intervenendo così in questo legame altrimenti irresolubilmente narcisistico e confusionale, dall’altro la paternità fonda la maternità e la filiazione, proprio in quanto personaggio essenziale della scena primaria e che occupa in diverse forme un posto importante nel pensiero e nei fantasmi consci ed inconsci della madre (Gaddini, 1974; Guillaumin, 2000). Come vedremo, in particolare con l'articolo di Anne Loncan "La trasmissione del femminile nella famiglia", va in tal senso tutta una mole di studi sul femminile dove sempre più viene riconosciuta l’importanza del padre nell’attività fantasmatica della madre (Shaeffer, 1997; Shaeffer et al., 1999; André et al., 2003), riconoscendo che tale attività introduce la figlia, ma anche il figlio, all’integrazione delle identificazioni bisessuali, ossia all’“integrazione della differenza dei sessi nelle identificazioni introiettive maschili e femminili post-edipiche” (Kaës, 2008, p. 98).

Quello che viene dunque messo in questione, in situazioni come quelle di cui stiamo trattando, è il versante protettivo della funzione paterna, ossia la possibilità, necessaria, di offrire un’alternativa economica all’investimento totalizzante del primo oggetto d’amore, preludio alla possibilità per il soggetto di trovare un’inscrizione nella successione delle generazioni e di accettare la differenza dei sessi. O ancora, per dirlo con Recalcati (2011), e seguendo in ciò il suo percorso di ricerca sul pensiero lacaniano, quello che viene meno è la Legge della castrazione simbolica come “condizione strutturale del desiderio”, quella legge che “sorge sulla definizione di un impossibile” che altro non è se non il “godimento della Cosa materna…  emblema di un godimento assoluto e senza mancanza che comporta il rifiuto dell’esperienza del limite” (p. 55).

 

Rispetto al secondo punto, Santa Parrello ci conduce verso un’interrogazione sulla natura complessa del legame madre-infans, specialmente nel caso in cui l’infans sia portatore di un handicap, fallendo dunque nella sua imprescindibile iniziale funzione di complemento fallico della madre; funzione che, nei casi da lei descritti, può essere infaustamente devoluta, in maniera permanente, all’altro figlio a cui spetta il compito di colmare questa mancanza, trovandosi così intrappolato in un materno fagocitante, in una presa mortifera, specie quando, anche qui, e ricollegandoci a quando detto prima, la funzione paterna è compromessa.

Una prima questione, dunque, ci porta a chiederci, come dicevamo, cosa ne è delle componenti fisiologiche del complesso fraterno, in una fratria in cui uno dei fratelli è portatore di handicap. Più in particolare, se come dice Kaës (2008), il complesso fraterno designa “una organizzazione fondamentale dei desideri amorosi, narcisistici e oggettuali, dell’odio e dell’aggressività nei confronti di questo 'altro' rispetto a cui il soggetto si riconosce come fratello o come sorella” (pp. 17-18), dobbiamo allora chiederci cosa ne è della rivalità tra concorrenti della stessa generazione, ossia delle componenti preedipiche del fraterno, ma anche della conflittualità radicale e mortifera, ossia delle componenti arcaiche del fraterno, in situazioni come quelle descritte.

Seguendo in questo Regine Scelles (2010), possiamo infatti dire che l’handicap ha un impatto particolare sullo svolgersi dei processi di identificazione e differenziazione necessari, dal un lato alla costituzione del soggetto, dall’altro alla creazione e al mantenimento di un legame fraterno, ma pone dei problemi specifici anche nella gestione dell’odio e dell’aggressività. Inoltre, è lo stesso lavoro elaborativo del pensiero che può essere turbato dall’handicap di un fratello. Se, infatti, l’handicap del fratello può dar vita ad una situazione in cui “è difficile investire l’altro come soggetto-fratello… identificarsi al suo funzionamento psichico” (p. 95), questo stesso fratello può portare il soggetto verso una “radicale assenza di senso” (idem) che, se da un lato può produrre un disinvestimento dell’attività di pensiero, dall’altro può generare un sentimento di “inquietante estraneità” (Freud, 1909) che turba il vissuto di familiarità.

Come ben sottolinea la Parrello, inoltre, il fratello di un bambino handicappato si trova anche, e molto spesso, inconsciamente costretto a tentare di guarire la ferita narcisistica provocata nei genitori dalla nascita di questo bambino che André (1986) definisce “insufficientemente buono”. Non è difficile immaginare come ciò provochi un’ulteriore difficoltà per il bambino di esprimere i propri vissuti nei confronti di questo fratello e del suo handicap, proprio perché “l’espressione troppo chiara della propria sofferenza può costituire un’effrazione dell’involucro fraterno e familiare, ed aggravare ulteriormente la ferita narcisistica genitoriale” (Scelles, 2010, p. 111).

In sintesi, possiamo dire che se inevitabilmente il legame ed il complesso fraterno sono in stretta correlazione con le vicende edipiche, è altrettanto inevitabile che ciò che passa tra fratelli non renda conto esclusivamente di una relazione duale, ma sia invece subordinato anche alla dinamica figli-genitori e, dunque, a ciò che questi ultimi hanno vissuto in relazione all’handicap. Allo stesso tempo, però, ci sono aspetti molto specifici del fraterno che rimandano, come detto prima, alle vicende identificatorie e speculari che presentano inflessioni particolari nel caso in cui uno dei membri della fratria presenti un handicap (Korff-Sausse, 2006).

Infine, e rilegando quanto sin qui detto alla questione della trasmissione del femminile, la Parrello, ci invita, anche, a chiederci quale sia il modello identificatorio che una madre di un figlio handicappato trasmette alla propria figlia. Rispetto a ciò, se da un lato, condividiamo l’idea secondo cui, con molta probabilità, i vissuti depressivi e sacrificali di una tale madre vengano trasmessi alla figlia, nuovamente ci preme sottolineare il ruolo che può anche qui giocare una funzione paterna in grado di temperare questo legame così complesso.

 

 

 

 

 

Riferimenti bibliografici

André F. (1986), L’«enfant insuffisamment bon» en thérapie familiale psychanalytique, Lyon, PUL.

André J. et al. (2003), Mères et filles. La menace de l’identique, Paris, PUF.

Cupelloni P. (2009), Introduzione. “Plasma germinale”. Generi e generazioni dentro l’urgenza della vita, in Centro Psicoanalitico di Roma, Generi e generazioni. Ordine e disordine nelle identificazioni, Milano, Franco Angeli.

De Rosa B., Sommantico, M. (a cura di), La famiglia nel cinema: un oggetto della psicoanalisi applicata, Napoli, Liguori.

Freud S. (1919), Il perturbante, OSF vol. IX, Torino, Bollati Boringhieri.

Freud S. (1932), Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni), lezione 33, La femminilità, OSF vol. XI, Torino, Bollati Boringhieri.

Gaddini E. (1974). Formazione del padre e scena primaria. In, Scritti. Cortina, Milano 1989.

Godfrind J. (2001), Come la femminilità arriva alle donne, Roma, Borla 2002.

Green A. (2008), La construction du père perdu, in D. Cupa (sous la dir de) (2008), Images du père dans la culture contemporaine. Hommages à André Green, Paris, PUF.

Guillaumin J. (2000). Archéologie du père, entre l’angoisse d’une présence et la métaphore d’une absence, le “père de la préhistoire personnelle”. Topique, 72.

Kaës R. et al. (1993), Trasmissione della vita psichica tra generazioni, Roma, Borla 1995.

Kaës R. (2008), Il complesso fraterno, Roma, Borla 2009.

Kaës R.  (2009), Le alleanze inconsce, Roma, Borla 2010.

Korff-Sausse S. (2006), Un double étrange: handicap et relation fraternelle. L’apport de la psychanalyse, in C. Bert (sous la dir. de), La fratrie à l’épreuve du handicap, Toulouse, érès.

Recalcati M. (2011), Cosa resta del padre? La paternità nell’epoca ipermoderna, Milano, Raffaello Cortina.

Roussillon R. (2003), Figures du père: le plaisir de la différence, in J. Guillaumin, G. Roger (sous la dir. de) (2003), Le père. Figures et réalité, Paris, L’Esprit du Temps.

Scelles R. (2010), Liens fraternels et handicap. De l’enfance à l’âge adulte, souffrances et ressources, Toulouse, érès.

Shaeffer J. (1997), Le refus du féminin, Paris, PUF (éd. Quadrige, 2008).

Shaeffer J., Cornut-Janin M., Faure-Pragier S., Guignard F. (sous la dir. de) (1999), Clés pour le féminin, Paris, PUF.

Winnicott D.W. (1957-1964), Il bambino, la famiglia e il mondo esterno, Roma, MaGi 2005.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
   

 

 

 

 

   

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
 

 

   
   
 

 

   
   
   
 

 

   
   
   
   
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

Responsabile Editoriale : Giuseppe Leo

Copyright - Ce.Psi.Di. - Edizioni "FRENIS ZERO" All right reserved 2004-2005-2006-2007-2008-2009-2010-2011  2012