Elementi
della biografia e del percorso letterario del « Diseredato ».
di Jean-Pierre Vérot
Gérard
Labrunie nacque a Parigi il 22 maggio del 1808 al n. 96 della
" rue Saint Martin".
L'indomani
fu battezzato nella chiesa di "Saint-Merry" prima di
partire con il suo prozio e col suo nonno materno che lo alleverà
fino all'età di 7 anni nel comune di Ver nei pressi di Mortefontaine dans l’Oise.
Trarrà il suo nome d'arte <<de Nerval>> a partire da un
terreno detto <<de Nerval>> che apparteneva alla sua
famiglia. <<Clos de Nerval ou Nerva>> secondo la
pronuncia locale in uso la cui origine etimologica verrebbe da
<<Noirval>>, termine ritrovato nei più antichi titoli
di proprietà che spiega, sembra, al meglio l'aspetto oscuro
che conferivano a quel luogo i grandi boschi che lo circondavano.
Suo
padre era medico nell'esercito napoleonico, sua madre lo accompagnò
nelle campagne successive: Aukstam, Dantzig, Lintz.. quella
d'Austria ..., prima di raggiungere il 7 aprile 1810 l'ospedale di
Hannover, un corpo d'armata in Germania, quindi quello di Glogau il
6 giugno dello stesso anno.
La madre
di Gerard morì il 29 novembre 1810 a fianco di suo marito a Glogau.
Egli non l'ha conosciuta, solo qualche lettera stabilì un legame
tra lui e lei. La guerra ed il freddo ebbero ragione del suo fragile
organismo. Ella morì per una affezione febbrile contratta
nell'attraversare un ponte pieno di cadaveri (secondo suo figlio) e
fu sepolta nel cimitero di Gross-Glogau in Slesia. Suo padre fu
fatto prigioniero nei dintorni di Smolensk dopo essere stato ferito
il 10 dicembre 1812 essendo stato coinvolto nei tragici episodi
della ritirata di Russia delle truppe napoleoniche.
<<Non
ho mai visto mia madre....>> scriveva Gérard de Nerval nelle
sue "promenades et souvenirs"..., <<i suoi ritratti
sono stati perduti o rubati ; so solo che lei assomigliava a
un'incisione di quei tempi, tratta da Prud'hon o Fragonard,
che si chiama "La Modestia". La febbre di cui è morta mi
ha preso tre volte, in epoche che formano nella mia vita delle
divisioni singolari, periodiche; sempre in queste epoche mi sono
sentito lo spirito colpito da immagini di lutto e di
desolazione che hanno circondato la mia culla. Le lettere che
scriveva mia madre, dalle rive del Baltico o da quelle della Spreé
o del Danubio, mi sono state lette tante volte! il sentimento del
meraviglioso, il gusto dei viaggi lontani sono stati senza dubbio
per me il risultato di tali impressioni precoci, così come del
soggiorno che ho fatto a lungo in una campagna isolata, in mezzo ai
boschi! (...)>>
A Parigi
frequenta il "Collège Charlemagne" dove si lega
d'amicizia con Théophile Gautier. Nel 1826 pubblica la sua prima
opera « Napoléon
et la France guerrière », raccolta di elegie bonapartiste e
patriottiche che sarà seguita da un pamphlet contro i gesuiti e da
una satira contro la "Académie Française". La traduzione
del "Faust" di Goethe gli valse un ingresso importante nei
circoli letterari parigini nel 1827.In questo contesto fece la
conoscenza di Victor Hugo nel 1828 ed aderì al movimento « Jeune-France »
nel 1830. E' anche l'epoca in cui, secondo la sua espressione, egli
'ronsardizzava'..., componendo diversi poemi raggruppati sotto il
titolo <<Odelettes>>.
Nel 1830
pubblica un'antologia di poeti francesi del XVI secolo. Cinque anni
dopo, quando si era stabilito a Parigi alla rue du Doyenné, è
l'epoca di « La Bohème du Doyenné » e dell'eredità
inghiottita in una rivista « Le Monde dramatique »
che lo lascerà indebitato e <<Diseredato>> a lungo.
Malgrado ciò, viaggia molto (Belgio, Italia, Germania, Austria),
tenta di essere il <<negro>> di Alexandre Dumas per
guadagnare denaro e si innamora perdutamente di Jenny Colon che
morirà a Parigi il 5 giugno 1842.
<<Credevo
io stesso di non avere che poco tempo da vivere, ed ero oramai
sicuro dell'esistenza di un mondo in cui i cuori amanti si
ritrovano. D'altronde, lei mi apparteneva nella morte ben di più
che in vita: pensiero egoista che la mia ragione doveva pagare più
tardi d'amari rimpianti>>.
Un anno
prima della morte di Jenny Colon, egli presentò per la prima volta
dei disturbi mentali che resero necessario un soggiorno nella
"maison de santé" del dottor Blanche. Nel 1843,
intraprese un lungo viaggio in Oriente (Egitto, Turchia, Libano) e
collaborò al suo ritorno alla "Revue des deux Mondes
" in cui furono pubblicati i suoi ricordi d'Oriente.
A
partire dal 1849, i disturbi andarono aggravandosi costringendolo a
dei ricoveri ripetuti nella clinica del dottor Blanche a Passy. Nel
1851 pubblicò « Voyage en Orient », nel 1852
« Les illuminés » « Contes et facéties »
« Lorely », « Les Nuits d’octobre »,
« la Bohême galante », nel 1853 « Petits Châteaux
de Bohême », nel 1854 « Les Filles du feu » che
raggruppava Angélique, Sylvie, Jemmy, Octavie, Isis, Corilla et
Emilie.
« Les Filles du feu » fu preceduto da una prefazione
indirizzata ad Alexandre Dumas, costituendo una sorta di
risposta alle allusioni letterarie concernenti la sua
<<follia>>. « Aurélia » « Promenades
et souvenirs », vennero pubblicati dopo la sua morte.
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Il
26 gennaio 1855, all'alba pallida di un mattino di miseria, Gérard
de Nerval è trovato impiccato. Era in un angolo sordido dal lato
della "Vieille Place aux Veaux" dove serpeggiavano tra gli
altri vicoli tortuosi, nel quartiere delle "Anciennes
Boucheries": la "rue Haute de la Vieille-Lanterne",
poi la "Basse", e come un corridoio al fondo del
quale imputridiva la melma di un canaletto d'altri tempi in cui
fluivano, fino alla Senna, detriti e sangue degli scorticatoi.
Al
livello della "rue Haute", un piano in legno munito di
ringhiera. Degli scalini vischiosi in cui ci si accorgeva della
stretta incisura luminosa del cielo entro i muri neri delle case.
Ruscello
infetto accanto a una bettola dall'insegna: <<Si dà alloggio
di notte. Café à l'eau>> e più lontano <<Bagni di
Gesvres>> oppure <<Boudet, maestro di lavori in ferro
battuto>>.
Era
dunque il 26 gennaio 1855, poco prima delle sette del mattino di un
giorno livido che Gérard Labrunie - nome d'arte di Gérard de
Nerval - fu trovato impiccato alla ringhiera di una scala
appiccicosa, attaccato alla terza traversa di una inferriata in
mezzo a una corda di tela grezza, la testa coperta da un cappello di
forma alta, i piedi radenti il pavimento.
Sembra
sia stato uno straccivendolo che corse al commissariato per cercare
un agente che tagliasse la corda.
La
notizia non tardò a diffondersi. Nelle sue tasche... dei foglietti
di "Aurelia", una moneta del valore di due soldi, due
ricevute del manicomio, il suo passaporto per l'Oriente, un
biglietto da visita ed una lettera. Fu quasi immediatamente
riconosciuto e condotto all'obitorio vicino al ponte St. Michel dove
il dottor Pau, medico di guardia allo "Hotel de Ville",
praticò sulle sedi una flebotomia, e sentendo, sembra, un residuo
di vita, tentò la respirazione bocca a bocca... ma era troppo
tardi.
L'uno
dopo l'altro, arrivarono i suoi amici. Prima Arsène Houssaye e
Théophile Gautier che gli prese le mani :<< Oh...Gérard, che
hai fatto...?>> Diceva Théophile singhiozzando,
<<Perché non sei venuto a gettarti nelle nostre
braccia...?>>
Altri
vennero ancora, Nadar, Maxime Ducamp, Michel Levy, Busquet...
<<Era
steso sul dorso, gli occhi chiusi, la lingua che sfiorava le labbra
semiaperte, le dita piegate in dentro, il viso calmo, la punta dei
piedi rivolta in fuori...un semplice solco bruno attorno al collo
attestava che...>> Ricordi letterari di Maxime Ducamp.
Il
30 gennaio, a mezzogiorno e mezzo, il servizio funebre ebbe luogo a
"Notre Dame de Paris". Numerosi artisti, scrittori, poeti
ed altre persone accompagnarono le spoglie di Gérard de Nerval al
cimitero di Père-Lachaise.
Gérard
de Nerval si era ricoverato più volte nella clinica del dottor
Emile Blanche a Passy, da dove era uscito il 19 ottobre 1855 (3 mesi
e mezzo prima della morte) per l'ultima volta. Davanti alla tomba,
il dottor Blanche lesse con le lacrime agli occhi l'ultima lettera
che Gérard gli aveva scritto in data 2 gennaio 1855 (3 settimane
prima del suicidio) nella quale egli si scusava di aver lasciato dei
suoi effetti personali che egli non avrebbe tardato a venire a
cercare una volta che avesse trovato un alloggio.
Foto. La maison du Dr. Blanche
Fonti
bibliografiche :
Gérard de Nerval : le poète et l’homme. Aristide
Marie, Ed. Hachette, 1955, Paris.
Encyclopédie de la littérature. le Livre de Poche, La
pochothèque Garzanti, Librairie Générale Française, 2003
pour la trad.française.
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