Riforma Moratti
Riflessioni e aggiornamenti
sulla riforma in corso
Tavola rotonda
per genitori, insegnanti
e operatori della scuola
giovedì 23
GENNAIO 2003
ore 20:30
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Verbale degli interventi
FELICE GENINATTI CRICH, Dirigente Scolastico di
Collegno (scuola elementare e infanzia)
(…) Pur nell’attuale situazione, a Milano
hanno aumentato il numero delle classi a tempo pieno:
dunque se le idee sono chiare, gli obiettivi precisi e
condivisi, si possono realizzare cose e ottenere
servizi scolastici che tutti in accordo reputano
davvero indispensabili. (…) . Se sul tempo pieno
siamo tutti d’accordo, potremmo riuscire a non
perderlo. (…) C’è però un’oggettiva
preoccupazione: il Ministero ora dice che le ore, sia
per le classi normali sia per le classi a tempo pieno,
dovranno essere 990 all’anno…. Il che farebbe
dedurre che nel tempo pieno debba saltare il tempo
mensa, che riteniamo al contrario indispensabile:
un momento profondamente educativo, soprattutto oggi.
Oppure ci sarà un assistente? E con quanti e quali
alunni? E chi lo pagherà? E sarà ancora un momento
educativo? (…)
ROBERTO BIANCO, Dirigente
Scolastico di Collegno (scuola media)
(…) Un aspetto a mio dire positivo
nell’ipotizzata riforma: la scuola media viene intesa
come scuola secondaria di primo grado, diverso dalla
precedente ipotesi di riforma. Meno rassicurante è il
fatto che il testo (ddl) ministeriale, sintetico e
generico , parla di discipline e di raccordi, ma
purtroppo poco di aspetti didattici, psicologici,
relazionali, evolutivi ecc. (…)
Indicazioni successive prevedono per la futura
scuola media soltanto 900 ore annuali: ma nel tempo
normale attuale sono 990 e nel tempo prolungato
sono 1300. Le nuove valutazioni ministeriali in più però
consentono 200 ore per attività di recupero e altro, su
richiesta delle famiglie… non vi sono elementi per
valutare se tali ore facoltative aggiuntive saranno però
onere o meno per le famiglie.
Nella prevista riforma, nello specifico
disciplinare, c’è un rischio di parcellizzazione
delle discipline e di aumento degli oneri educativi
(separazione di storia e geografia, inserimento di una
nuova educazione educazione alla convivenza civile
ecc.).
Con la Finanziaria 2003 (dic 2002) è purtroppo
previsto il taglio del 2% del personale ATA, ogni anno
per 3 anni (tot 6%) e tutte le cattedre verranno portate
a 18 ore, e così facendo spariranno quegli insegnanti a
cattedra inferiore alle 18 ore, che completavano il
proprio orario con attività educative molto rilevanti
che risultano oggi risorsa sostanziale della scuola
media.
GIULIO CESARE RATTAZZI, Dirigente
Scolastico di Torino (scuola superiore)
Scuola media superiore prevista dalla riforma
Moratti: situazione piuttosto preoccupante!!! Una
riforma che non è per nulla coerente all’unico
elemento di vera e propria rivoluzione realizzatosi in
questi anni nella scuola: l’AUTONOMIA. (…)
Anche nella scuola superiore è prevista la
riduzione del tempo scuola, introducendo il
concetto di scuola leggera, di 25 ore, in cui
inserire pure 5 ore di cultura regionale (!)
contro le 35 di oggi: MENO SCUOLA PER TUTTI!!! (…)
In tema di orientamento scolastico:
l’anticipo della scelta della scuola secondaria (8
tipi di licei previsti) è in verità una forma di
discriminazione sociale molto grave; abbassare l'’età
in cui scegliere l’indirizzo di studio-professione? È
improponibile che un ragazzo di 12/13 anni sappia
scegliere in coscienza, tanto è vero che sono
statisticamente molti i ragazzi che nel biennio
(attuale) si spostano da un itis ad un liceo e
viceversa. Ed
è invece proprio tra i 15 e i 16 anni che il ragazzo
comincia a poter intuire-capire quale scelta sente più
propria per il suo futuro professionale. Questo ritorno
al passato è anacronistico perché oggi chi esce dalla
scuola professionale, dopo tot anni di lavoro, si
ritrova un mercato del lavoro completamente diverso, in
rapida e continua evoluzione; il lavoro cambia e lui non
ha probabilmente acquisito da quel tipo di scuola la
capacità culturale di aggiornare le proprie competenze
e ri-immettersi nel mondo del lavoro. (…)
Riforma della scuola? Non parliamo di come è
stata cambiata la maturità: prima era una verifica,
oggi non vale più nulla. Questa maturità domestica
di certo non spaventa e quindi i ragazzi non studiano.
Di questa modifica se ne colgono certo vari obiettivi…
Limitare i costi! Questo governo realizza nella
scuola la RAZIONALIZZAZIONE: certo i distacchi forse
erano troppi, ma da qui a togliere tutti i
distacchi, e quindi quelli davvero necessari al
funzionamento di un servizio di qualità (laboratori
computer, aiuto e supporto ai piani didattici, ecc.):
per superare il difetto si distrugge la funzione!
Questa a cui stiamo assistendo non è una RIFORMA!
Per fare una riforma seria, cioè una sperimentazione
seria e scientifica ci vanno 3 elementi, che non si
trovano:
1)
Progetto preciso e studio approfondito
2)
Progetto estendibile ed esportabile, quindi su un
campione di giovani attendibile e rappresentativo
3)
Non deve peggiorare il servizio e la qualità del
servizio
SUOR TERESITA, dirigente A.F.P.A. (
Formazione Professionale)
(…) A proposito dell’orientamento e
dell’anticipazione della scelta nella media. Commento
personale: c’è un PIANO IDEALE: d’accordo con
precedente intervento di Rattazzi, è bene che ognuno
possa per il maggior tempo possibile consolidare quelle
competenze logico matematico linguistiche che in futuro
possano fargli raggiungere la migliore posizione per lui
accessibile.
Ma
c’è un PIANO REALE: riflettiamo sul fatto che oggi
alla scuola professionale arrivano per lo più ragazzi
di 17 anni, che non hanno per nulla quelle competenze
logico-matematico-linguistiche, che avrebbero dovuto
conquistare tra i 14 e i 16 anni nella scuola non
professionale. Questi arrivano alla formazione
professionale dopo aver peregrinato qua e là tra varie
scuole e dopo varie bocciature. Purtroppo i nostri
ragazzi non sono tutti uguali, e non tutte le
intelligenze sono uguali, c’è quella teoretica, ma
c’è quella che passa per le “mani” e i nostri
ragazzi. (...)
E poi insomma proviamo prima di allarmarci troppo
queste nuove modifiche e intanto vediamo!
GIANNI OLIVA, assessore Provinciale
al Sistema educativo e formativo
(…) Quando la scuola ci manderà
a casa i nostri figli alle 13:00, i due genitori
ceto medio e medio basso dovranno rivoluzionare la loro
vita e uno dei due magari dovrà lasciare il lavoro.
(…)
Oggi
la nostra scuola pubblica aveva finora insegnato ai
ragazzi, almeno a quelli di una certa età, un’idea
molto rilevante: che loro sono tutti uguali. Poi certo
la vita farà la sua scuola. Questa riforma invece li
differenzia, già da piccoli.
Certo che, come ha mostrato il precedente
intervento, l’attuale sistema scolastico ha un limite
grosso: molti sbandano, abbandonano. Ma d’altro canto
si dimostri che il ragazzo che non vuole stare dietro a
un banco vuole invece
impegnarsi in un percorso formativo
professionale. (…) E poi inoltre oggi, nel 2003, mi
pare proprio non esista più un lavoro puramente
manuale.
MARIO CONTU, insegnante
scuola professionale – consigliere regionale
Obiettivo di questa riforma: devastare la scuola
pubblica, e portare alla maggiore competitività,
assioma assoluto che risponde alle leggi di mercato. Ma
se non è così motivatemi perché un bambino dovrebbe
andare a scuola a 2 anni e 5 mesi?!
È
vera controriforma quella della Moratti, con tagli e
peggioramento dei servizi (vedi anche rapporto numerico
alunni-insegnante).
Dopo la legge sulla parità della scuola pubblica
e privata, questo governo ha sancito che una neonata
scuola-impresa (spesso pure confessionale) abbia dignità
pari a quella pubblica, e vada sovvenzionata come (e più
di) quella.(…)
L’Assessore
Regionale Leo ha elargito140.000.000 (10 milioni a
scuola per le 14 in Piemonte che hanno aderito in
maniera sperimentale alla riforma Moratti– solo 9
quelle pubbliche) per 14 scuole che hanno accolto
bambini di 2,5 anni alla scuola materna e 5,5 anni alla
scuola elementare…. Una sorta di premio! Certo così va inteso perché questa riforma non è
ancora legge. (…)
E ancora la nostra Regione: 5 agosto 2002, alle
scuole private il 50% delle risorse regionali sui POF,
per 27.000 alunni.
L’altro 50% ai 400.000 alunni nelle scuole pubbliche!!
Per
non parlare del significato dei buoni scuola!! Che c’è
dietro a tutto questo? È d’obbligo domandarselo!
MARINA COSTA, assessore Comunale
alle Politiche sociali ed educative
(…) Non possiamo pensare che improvvisamente
l’Amministrazione locale possa trovare le risorse
finanziarie, organizzative e figure professionali che
siano in grado di sopperire al tempo pieno che la scuola
non offrirà più. E cosa dovrebbe fare un Comune se non
assumere degli insegnanti (non abbiamo i fondi anzi la
Finanziaria ci ha vincolati e limitato le risorse) o
richiedere come per altri servizi un contributo alle
famiglie. (…)
I
bambini di 2,5 anni che andranno alla materna certo non
costeranno alle famiglie quanto la frequenza in un
nido… ma quale rapporto numerico alunni insegnante
troveranno nella scuola dell’infanzia ? (…)
PAOLO
MACAGNO, insegnante di scuola elementare e
presidente del Coordinamento spontaneo genitori e
insegnanti.
In Italia è possibile ritrovare una storia della
legislazione scolastica, amministrativa e didattica,
che rivela un percorso di crescente riflessione e
qualità. Forse occorre prendere coscienza che come
insegnanti e genitori
non siamo stati all’altezza di rispondere a questa
evoluzione sulla carta (si veda l’abolizione,
che io ritengo gravissima, dei decreti delegati del
1974 che hanno ributtato fuori dalla scuola i
genitori, del resto mai troppo presenti! – si veda
la qualità delle indicazioni didattiche dei Nuovi
Programmi 85 e degli Orientamenti 90, e la difficoltà
degli insegnanti di aggiornarsi e di adeguarsi
rispetto allo sviluppo globale del bambino, e rispetto
ai temi della continuità, della valutazione
formativa, della programmazione). Oggi abbiamo davvero
poco tempo per recuperare questo scarto (tra dettami e
pratica scolastica); ci siamo forse un po’ meritati
questa inversione di rotta: si torna indietro! Proprio
per evitare ciò noi, Coordinamento Genitori e
Insegnanti di Collegno, proponiamo la nostra azione di
sensibilizzazione e di presa di coscienza. L’ultima
azione a cui vi chiediamo di aderire questa sera è la
sottoscrizione di una missiva al Presidente della
Repubblica. (NB Si parla agli astanti a cui il testo
è stato consegnato in precedenza).
sono stati invitati
UMBERTO D'OTTAVIO, Sindaco della Città di Collegno
GIAMPIERO LEO, assessore Regionale alla
Cultura e Istruzione
LUIGI CATALANO, Direttore Generale M.I.U.R.
Piemonte
EZIO BERTOLOTTO, Vice-Sindaco di Collegno
con delega alla Formazione Professionale
I Dirigenti Scolastici delle scuole
di Collegno
MICHELE MELLACE, docente C.T.P. - Educazione
Adulti
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con il patrocinio della Città di Collegno
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