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Genova 2-3 Ottobre 1998

Nell' Auditorium del Centro per le Biotecnologie Avanzate, a cura del Laboratorio Nuovi Farmaci, presieduto dalla Prof. Adriana CECI,si è svolta la Conferenza Europea sui farmaci orfani e le malattie rare, in due giorni di intenso ed animato dibattito. Il tema trattato è stato di grande attualità ed importanza per noi europei e per gli italiani in particolare.

E' noto che per le patologie che non colpiscono un grande numero di pazienti, l'industria farmaceutica è restia a spendere in ricerca per farmaci innovativi e/o risolutivi, perchè poco allettanti dal punto di vista commerciale, da qui' la dizione di FARMACI ORFANI, cioè senza genitori, ma con tanti esseri umani che ne attendono la nascita per alleviare le loro sofferenze.

La realtà a volte è crudele, ma è la realtà e con quella dobbiamo confrontarci, a volte turandoci il naso. Negli USA il problema è stato affrontato nel 1983 con l'adozione di una legge federale, l' ORPHAN DRUGS ACT, che prevede alcuni provvedimenti per fare diventare allettanti anche i farmaci orfani, a favore dei cittadini affetti da malattie, cosi' dette, rare.

In USA è previsto che all' industria che investe nella ricerca su farmaci riconosciuti utili per malattie rare, viene prolungato considerevolmente il periodo di esclusiva per la commercializzazione ed inoltre è consentito lo sgravio fiscale di una somma pari al 50% delle spese sostenute per la ricerca. Questi ed altri provvedimenti minori, hanno consentito negli USA la messa in commercio di oltre 800 specialità medicinali per tante patologie rare che nel mondo sono circa 5.000. Nel 1993 anche il Giappone si è data una legge, con criteri simili.

Adesso, finalmente anche in Europa, a cura del Parlamento europeo, si sta mettendo mano ad un progetto di legge con lo scopo di rendere anche all' industria nostrana, più appetibile il mercato dei farmaci orfani.

Lo scopo della Conferenza era quello di esporre alle Associazioni di cittadini malati il progetto e di raccoglierne i suggerimenti. Per quanto ci riguarda, come Associazione di thalassemici, l'intervento più interessante è stato quello del Prof. Giovanni BENZI, della' Agenzia Europea per l'approvazione dei farmaci EMEA.

Dal suo intervento abbiamo rilevato che tra la situazione americana e quella europea, ci sono delle differenze di fondo enormi : negli USA la ricerca viene svolta per il 90% da laboratori piccolissimi,a volte composti da 3/4 ricercatori, denominati anche Boutiques scientifiche, e per il rimanente 10% dalla grande industria. In europa avviane esattamente l'inverso, con l'aggravante che ogni volta 2 o 3 aziende si fondono, (l'esempio a noi più vicino è la Novartis), viene smantellata buona parte della struttura finalizzata alla ricerca, per motivi legati al risparmio ed al fatto che è più conveniente acquistare all'esterno i brevetti di farmaci già sperimentati, piuttosto che fare ricerca all'interno delle Aziende. La concentrazione in Europa, di macro gruppi industriali, non sta favorendo pertanto la ricerca, ma sta impoverendo il nostro patrimonio scientifico, a vantaggio degli Stati Uniti e del Giappone.

L'Italia però, per la sua tipicità che la rende forse l'unico esempio al mondo, è un paese dove predomina la piccola e media impresa anche nel settore farmaceutico, e dove una legge come questa che  l'Europa sta per darsi, potrà avere effetti benefici piu' che negli altri paesi dell' Unione.

Ma come ha sottolineato il prof. Benzi, tutto questo sforzo sarà utile per i malati e non soltanto per l'Industria, se nei Comitati per la scelta dei progetti di ricerca, sia comunitari che nazionali, ci siano rappresentanze qualificate delle Associazioni di malati, veramante rappresentative della collettività coinvolta in ogni singola patologia.

Noi abbiamo immediatamente accolto il prezioso suggerimento del Prof Benzi, perchè è quanto mai mortificante assistere allo spettacolo indecoroso di essere rappresentati da personaggi ignoti alla generalità dei malati o espressione di organizzazioni infinitamente minoritarie, come nel caso di noi thalassemici. Per conseguenza, l'imperativo categorico è essere veramente rappresentativi, se non vorremo assistere alla nostra completa emarginazione; (ma di questo tratteremo a parte nella rubrica autogestita in altra parte del giornale).

Adesso il progetto di legge, molto simile a quello americano, va in prima lettura al Parlamento Europeo il 3 Novembre, per cui è ipotizzabile che entro il 1999 avremo anche noi una legislazione efficace.

La Conferenza, che ha visto una qualificata rappresentanza del mondo scientifico pubblico e privato, dell'Industria farmaceutica (la sola Chiesi Farmaceutici di Parma era presente con 5 dirigenti) è stato chiuso dalla Prof. Adriana CECI, la quale si è impegnata a curare per il futuro uno stretto collegamento tra le varie realtà associative e gli organi istituzionali nazionali ed europei, per la ottimale riuscita dell'impresa che ci si accinge a portare a termine.

Pensiamo di interpretare il sentimento di tutti, se rivolgiamo alla Prof. Ceci un vivo ringraziamento per quanto sta facendo per i malati e per i thalassemici in particolare.

 

Giacomo SIRO BRIGIANO