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Certamente non ci saremmo interessati a questi due episodi che andiamo a trattare, se essi non fossero stati riportati da diversi organi della carta stampata e della televisione in cronaca nazionale, provocando legittime reazioni tra i thalassemici e i drepanocitici.

Tutti abbiamo potuto seguire le vicende del caso DI BELLA e certamente la maggioranza della opinione pubblica si è rallegrata nel sentire che la vicenda si appresta ad entrare nella fase risolutiva grazie al buon senso che finalmente è prevalso nei vertici della Sanità, dopo che la lunga schiera dei pazienti guariti dal Professore di Modena e quelli in terapia hanno fatto (è il caso di dirlo) il DIAVOLO A QUATTRO; come dire: quando il paziente perde la pazienza.

Ma per la stima e per la lunga amicizia che ci lega al Prof. Di Bella, dobbiamo chiarire quanto segue:

a) l'assunsione di melatonina e di vitamina E che i thalassemici conoscono bene, non fa aumentare neanche di un grammo il livello di emoglobina; contrariamente a quanto affermato da un familiare di due ragazzi thalassemici intervistato da Bruno Vespa durante la trasmissione PORTA A PORTA del 14 gennaio scorso. Dopo anni di assunzione di melatonina da parte di alcuni dei nostri ragazzi che liberamente lo hanno voluto fare, non si è notato infatti nessun incremento di Hb. Si è notato invece che la melatonina tende a migliorare lo scambio tessutale con l'ossigeno ed a rafforzare le difese immunitarie, risultati non certo secondari, specialmente in soggetti che sono in terapia interferonica o con chelante orale Deferiprone/L1. La condizione essenziale è che la melatonina sia resa idrosolubile con un semplice procedimento galenico che qualsiasi Farmacista è in grado di fare e che venga assunta assieme alla vitamina E; l'azione sinergica di questi due antiossidanti da dei benefici di indubbia utilità nella terapia della Thalassemia.

Le osservazioni su esposte avrebbero bisogno, in ogni caso, di verifica sui grandi numeri, che noi auspichiamo possa essere effettuata al più presto.

Va dato merito comunque al Professore modenese di avere indicato una via interessante nella prevenzione delle neutropenie nel trattamento interferonico e con Deferiprone/L1.

b) Vari organi di stampa e giornali radio, il 12 gennaio scorso si sono occupati del caso disperato, a detta dei medici dell'Ospedale SERRISTORI di Figline Valdarno, di un siciliano ricoverato presso il reparto del Dott. Guido FABRIZI DE BIANI, affetto da una RARA MALATTIA la drepanocitosi. Dopo affannose richieste di aiuto presso il Policlinico di Careggi e L'Ospedale Gemelli di Roma che sono state disattese, l'eroico Primario non si perdeva d'animo, si metteva alla tastiera del suo computer e lanciava un appello mondiale tramite Internet.

Sono certo che gli oltre 1.000 drepanocitici e thalassodrepanocitici italiani dei quali 400 solo in Sicilia staranno sorridendo perchè l'accaduto ha tanto il sapore di una barzelletta. Il Prof. Pierluigi ROSSI FERRINI, direttore del dipartimento di ematologia del Policlinico di Careggi, da noi prontamente sentito, non credeva ai propri occhi e ci è sembrato indeciso se indignarsi o farsi unarisata, ma crediamo abbia deciso per la prima reazione, perchè effettivamente sarebbe una vicenda comica se non celasse in se risvolti tragici. E' mai possibile che in questo ben strano paese ci siano medici la cui disinformazione raggiunga tali livelli e che una comune crisi falcemica venga risolta facendo appello al mondo, testimoniando all' intero orbe terraqueo le alte vette raggiunte dall'ignoranza dei clinici italiani?

Poi finalmente da Baltimora arriva la sospirata risposta risolutiva della crisi dolorifica del malcapitato siciliano ed il Dott. FABRIZI DE BIANI può darne trionfale annuncio al mondo mediatico nazionale, visto che il resto del pianeta lo aveva informato lui grazie ad internet.

Io spero che da Baltimora abbiano suggerito ciò che i protocolli sulla microdrepano prescrivono cioè una abbondante idratazione e possibilmente uno scambio di emazie in modo da portare la viscosità ematica a livelli normali per la patologia e che il paziente sia stato tenuto adeguatamente al caldo, perchè ci risulta preoccupante ed inquetante (cosi' come letto sui giornali) che la panacea sia venuta dall'ONCOCARBIDE, un farmaco impiegato in oncologia e quindi speriamo che questa bufala sia frutto della fantasia di qualche cronista che ha preso fischi per fiaschi. A Careggi, come in tanti altri centri di microcitemia degni di questo nome vengono adottati, da anni, protocolli internazionali per la cura della drepanocitosi con l'impiego di idrossiurea ed eritropoietina e grazie all'azione sinergica di questi due principi attivi , si ha un incremento dell'emoglobina fetale, a beneficio di un significativo abbassamento della viscosità del sangue, che tende a prevenire le crisi falcemiche tanto temutedai pazienti.

Noi, come Fondazione speriamo di potere essere presto utili agli amici Thalassodrepanocitici,grazie all'effetto benefico degli ESTERI DEL BUTIRRATO, il cui patrimonio sperimentale è frutto delle capacità scientifiche del nostro Paese in collaborazione con altre nazioni.

Non ce ne vogliano gli amici del Serristori di Figline Valdarno, ma proprio non potevamo rimanere in silenzio dinanzi ad un episodio cosi' grottesco su una patologia nella quale la ricerca italiana è all'avanguardia nel mondo e in Toscana in particolare.

E non potevamo tacere anche perchè questa Fondazione recentemente, dalle pagine di questo giornale, ha denunciato il fatto che l'unica categoria sulla cui professionalità è affidata la vita umana, i medici, presa la laurea e le eventuali abilitazioni e specializzazioni, vive di rendita per tutta la vita. Nessuna verifica delle capacità professionali è richiesta al medico nei decenni e nulla, se non la propria coscienza ed il personale amor proprio lo spingono ad aggiornarsi e a documentarsi; con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Non è pertanto per semplice amore di esterofilia che ricordiamo, ancora una volta, il fatto che in altri paesi, certamente non secondi rispetto al nostro per civiltà e progresso ( U,S,A., Canada, Inghilterra, Francia) solo per citarne alcuni, ogni certo numero di anni (spesso cinque) i medici vengono sottoposti a verifica delle loro capacità professionali,come avviene, anche nel nostro paese, con i piloti d'aereo, i macchinisti dei treni, gli ufficiali delle navi passeggeri, alle cui capacità è affidata la vita umana, al pari dei medici.

Questa nostra voce resterà ancora per molto a gridare isolata nel deserto? Speriamo ancora per poco.

 

Giacomo SIRO BRIGIANO