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Abbiamo ascoltato le dichiarazioni soddisfatte dei nostri politici della maggioranza e di gran parte della opposizione: “finalmente l’America ci farà l’onore di combattere al suo fianco. PROSIT

Le insistenze del nostro Presidente Berlusconi, durate più di un mese, alla porta del grande amico Busch, hanno finalmente avuto la concessione agognata.

 Così i nostri soldati partiranno per la guerra, verso un paese lontano per combattere contro un nemico che fino ad oggi si è visto solo in cassette registrate di una TV del Katar. Di contro i morti dall’una e dall’altra parte sono reali, in particolare quelli lasciati sul terreno dalle bombe intelligenti; vecchi, donne e bambini di un popolo, gli Afgani, che forse ancora non sanno cosa gli è capitato e perché tanta violenza si è abbattuta sulle loro città e le loro misere case.

Il pensiero va a tanti figli di contadini di quel martoriato paese, possibilmente emofilici o thalassemici o affetti dalle tante malattie croniche, che già facevano fatica a restare in vita in tempo (si fa per dire) di pace e che adesso saranno caduti nella più nera disperazione, non potendo più sperare in quelle, pur precarie, forme di cure e d’assistenza: credo che al loro posto l’unico viatico, per me, sarebbe una rapida morte.  

 

Quanto sta costando al mondo nel suo insieme l’atto di follia dell’11 Settembre e quanto costerà all’Italia, in termini di vite umane e di risorse economiche, la fregola che ha spinto i nostri governanti ad essere della partita? “ Essere della partita”: non vi ricorda qualcosa? Qualcosa accaduto tra gli anni 30 e 40 del secolo scorso? E’ proprio vero: gli uomini non imparano mai; la loro più grande vocazione è quella di ripetere gli stessi errori.

Perché vi racconto tutto ciò? Non certo per tediarvi con eventi che conoscete tutti molto bene; ma perché mi è arrivato, proprio adesso, l’ultimo numero di NOTIZIE TELETHON sulla cui copertina campeggia una foto a colori del Cav. Silvio Berlusconi, al di sotto della quale si può leggere l’esortazione: PRESIDENTE, LA RICERCA TI CERCA…..e poi più in basso, TRE CONSIGLI AL GOVERNO da 200 scienziati:

Consiglio n.1: aumentare la percentuale del PIL sui finanziamenti alla ricerca

Consiglio n. 2: introdurre processi di valutazione dei progetti basati sul merito

Consiglio n. 3: detassare totalmente le donazioni agli enti non profit che fanno ricerca

Scusate l’ardire; che è irriguardoso nei confronti di scienziati del calibro di Renato Dulbecco, Silvio Garattini, Umberto Veronesi ed altri, e un’organizzazione di grande autorevolezza come Telethon, ma a me tutto ciò sembra molto ingenuo. Certo il Presidente Berlusconi ha già detassato e con estrema rapidità le donazioni e le successioni, figurarsi se ha la ben che minima idea di detassare donazioni fatte alla ricerca che vanno ben oltre la sua cultura del profitto e del privato arricchimento.

Per quanto riguarda i primi due consigli, in Italia nessun Governo, a memoria, d’uomo non ha mai dato importanza alcuna. Noi siamo stati sempre in compagnia della Grecia e del Portogallo, anche se abbiamo la velleità di far parte del così detto G8. Come afferma il Direttore Scientifico di Telethon: in questo Paese, non esistono dati sulla fine che fanno i pur esigui, se non ridicoli investimenti assegnati alla ricerca. Non sappiamo quanto viene assegnato alla ricerca biomedica, dai vari Ministeri della Pubblica Istruzione, e dell’Università e della Ricerca Scientifica, che adesso sono accorpati in unico Ministero. Ma che cosa pretendiamo da un Ministro, la Moratti, che è tutta impegnata nel riordino dei Cicli Scolastici e che poco o niente è in grado di dire sulla ricerca? Importante è dare un futuro agli Insegnanti di Religione (Cattolica), con un provvedimento che, per alcune strane irritualità, può essere giudicato scandaloso.

Il Direttore scientifico di Telethon offre uno spunto di riflessione, nel costatare che la sua organizzazione è stata, negli ultimi 10 anni, il motore solitario della ricerca biomedica; ma che, in effetti, non si è inventato nulla, perché Telethon si è limitato a copiare ciò che è stato fatto nei paesi più avanzati, dove si fa ricerca nel migliore dei modi. Poi conclude il suo discorso: e anche noi, caro Ministro della Ricerca, saremmo ben lieti di essere copiati.

E intanto l’Italia si appresta a spendere circa 90 miliardi il mese, per essere della partita in Afganistan. E che ne sarà delle tante emergenze del pianeta, in seno alle quali il terrorismo trova il suo brodo di coltura? E mi riferisco alla desertificazione provocata dall’effetto serra, che contribuisce ad acuire la piaga terribile della fame nel mondo; alle malattie curabili, ma che la mancanza di farmaci, non permette di curare in tanti paesi del sud del pianeta, alla crescente disuguaglianza economico/sociale tra l’Occidente ricco e il terzo o quarto mondo miserabile, che alimenta il fenomeno incontrollabile della emigrazione clandestina.

Se non si metterà mano, al più presto possibile, per rimuovere le cause che alimentano tanto odio, il terrorismo prospererà e aumenterà. Fin tanto che il cuore degli uomini non si aprirà alla solidarietà vera, nei confronti di chi sta soffrendo e morendo per la mancanza di ciò che viene comunemente chiamato minimo vitale, nessuna guerra porrà fine alle follie suicide di una minoranza di fanatici, che trova alleanze nei popoli che soffrono.

 

Presidente, la ricerca ti cerca…..mi sa tanto però che il Presidente sia in tante altre faccende affaccendato e che per la Ricerca sia da considerare latitante a tutti gli effetti e che il giudizio dei malati, lo troverà contumace.

 

 

 

Giacomo SIRO BRIGIANO