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Caro Michele, ti scrivo da padre di un bambino thalassemico di 8 anni e non quale presidente di Futuro senza Thalassemia.

Io credo che la Tua lettera debba essere letta pių volte dai genitori e meditata profondamente.

Ritengo che il contenuto sia altamente tarapeutico per tanti genitori e che possa dare un grosso contributo alla svolta generazionale nella Thalassemia italiana.

Mi ricordo che non molto tempo fa, una mamma, fortemente impegnata nell' associazionismo thalassemico, ebbe a darmi un giudizio sferzante di alcuni genitori che č il seguente "Molti di costoro sono persone frustrate dalla vita, che pensano di realizzarsi a scapito dei loro figli"

Caro Michele, il giudizio č " feroce " e denota una profonda amarezza di chi per troppi anni ha visto lo sfacelo dinanzi ai propri occhi.

E' un giudizio che mi sento di condividere, quando constato che genitori, con figli ormai adulti, si ostinano a fare i presidenti di associazioni, incollati alle sedie, con un impegno tanto grande, che se lo avessero riservato al cambiamento di se stessi e delle cose, molte situazioni sarebbero mutate.

Caro Michele, sono perfettamente convinto che nč tu, nč mio figlio o altri ragazzi thalassemici diventerete dei " Del Piero " e che le ragazze non diventeranno delle " Top Model " e credo anche che non ve ne dovrebbe fregare meno di niente, perchč non ritengo che l' ideale umano sia quello, specialmente quando si hanno un cervello e un cuore come ce li hai tu.

Purtroppo questi sono modelli legati al consumismo moderno e molto fuorvianti per i giovani.

Chi ha modificato positivamente la storia dell' umanita' ed č diventato un immortale, si occupava di ben altre cose; i vari " Del Piero ", con tutto il rispetto alle persone, tra qualche tempo saranno dimenticati e serviranno solamente per materiale da quiz televisivi.

Caro Michele tu e i giovani come te, potete aspirare a ben altro e potete dare un contributo alla societā in cui vivete: " Il mondo č grande e c'č posto per tutti ", opportunitā per tutti, realizzazione per tutti. Sono certo che " sei caduto e ti sei rialzato " tante volte, e ritengo tu debba mettere al servizio degli altri il frutto delle tue esperienze, ed insegnare agli altri come ci si rialza.

Per il momento fa che questa tua lettera non rimanga un episodio isolato, fai sentire la tua voce, metti al servizio degli altri il tuo spirito e se non ci dovesse essere spazio nel giornale che mi ospita, mettero' a tua disposizione la nostra rubrica autogestita.

E' ormai tempo che voi giovani facciate sentire la vostra voce, alta e forte, e che prendiate nelle vostre mani il vostro destino e che il peso delle responsabilitā sia condiviso da chi vive sulla propria pelle la condizione di thalassemico. Un abbraccio

 

Giacomo SIRO BRIGIANO