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La fine di un anno sembra ogni volta farci intravedere uno spiraglio di un uscio che il nuovo anno spalancherà. Chi più di noi vive, infatti, alimentando, giorno per giorno, la piccola pianta della speranza?

 Il 2001 è stato uno degli anni più bui per l’umanità intera e tutto lascerebbe intuire che quello che verrà non sarà più luminoso. In momenti così difficili, che fare?

Quale prospettiva per i nostri figli e per il loro avvenire?

Il loro avvenire! Nulla è più augurabile della guarigione dalla malattia e nulla va perseguito con più impegno e determinazione. Proprio in questi tempi in cui, almeno nel nostro paese, la barca della ricerca scientifica, è stata tirata a secco. La legge finanziaria, pur sempre avara nel finanziare i nostri ricercatori, quest’anno, per opera di questo Governo e di questa maggioranza, ha addirittura ignorato la voce RICERCA. Nel vocabolario di questa classe dirigente al potere, la parola è scomparsa: e dire che Telethon titolava “ Presidente, La ricerca ti cerca “, rivolta al Cavaliere Berlusconi. Amaramente dobbiamo riconoscere che siamo stati dei facili profeti e amaramente dobbiamo costatare, che gli smaglianti sorrisi del nostro Presidente e i suoi monologhi d’auto celebrazione, lasciano intendere a tutti, che della ricerca non gliene frega proprio niente.

Tutto questo è il risultato di un’incultura della solidarietà e di una totale cecità per il futuro di tanti esseri umani e, in definitiva, dell’intero paese.

 Ed allora, proprio in questa situazione di totale assenza dello Stato che raggiunge le più alte vette della demenzialità, che fare?

Affermare nel quotidiano i nostri diritti di malati; i nostri diritti a cure più attente ed appropriate; la nostra netta e combattiva opposizione ad ogni ingiustizia, piccola o grande che sia; il nostro ricorso alle leggi che esistono per la tutela della nostra condizione e che oggi, più di ieri vanno rispettate e applicate.

Fare in modo, per essere chiari, che in ogni Ospedale, in ogni ambulatorio medico, in ogni centro trasfusionale, in ogni Ufficio della Pubblica Amministrazione, la nostra voce si elevi, forte e chiara, per pretendere il rispetto quali cittadini di serie A, che hanno diritti come e più di qualsiasi altro cittadino    

E proprio in quest’ottica, rivolgo un caloroso e affettuoso saluto a Giorgio VARGIU, che da alcune settimane è stato eletto alla guida di una tra le più importanti associazioni di thalassemici, quella sarda. Con la promessa, anche da lui sollecitata, di collaborarlo nello sforzo comune e primariamente sentito, per la creazione finalmente di un momento unitario, nella difesa dei diritti dei thalassemici. Diritti che vanno dalla tutela sociale al perseguimento dell’obiettivo della guarigione, attraverso la ricerca biomedica

Possa questa auspicata collaborazione aprire una nuova frontiera per il futuro.

Giacomo SIRO BRIGIANO