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L'INCONTRO CON BORSELLINO

 

Pur lavorando all'Ufficio Istruzione non ebbi mai l'occasione di scortare il dottore Borsellino.

Lo conobbi in una triste circostanza, cioè quando mi trovavo disteso sulla lettiga dell'ospedale.

Mi ricordo che ero completamente nudo e un lenzuolo di carta mi copriva dalla vita in giù.

Ero in attesa che mi facessero o l'elettroencefalogramma o delle radiografie, non mi ricordo bene.

Ebbene, Borsellino per farmi coraggio batté la sua mano sul mio petto, non l'avesse mai fatto: sentii trafiggermi il torace da mille spilli, tanto fu il dolore che non riuscii a trattenere un grido di dolore.

Vidi il povero Borsellino diventare piccolo piccolo, mi chiese scusa e se ne andò senza dire più nulla.

Lo rividi dopo quasi 8 mesi.

Sarei disposto a riprovare quel dolore mille e mille volte ancora se ciò servisse a riportarlo in vita.

Comunque è stato uno dei pochi a starmi vicino, per me ha lottato e si è scontrato anche con alcuni apparati dello Stato.

Purtroppo non ha ottenuto nessun esito, e sinceramente a me dispiaceva più per lui che per me.

Sono fiero di averlo conosciuto e di avere trascorso 10 anni della mia vita al suo fianco.

Sono orgoglioso di averlo ripagato della fiducia che aveva risposto in me, affidandomi l'incarico di informatizzare i Maxi processi.

Nel corso degli anni diventammo veramente amici, conobbi anche la sua splendida famiglia.

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