torna a sommario

L'INCONTRO CON FALCONE

 

Il primo incontro con Falcone, dal punto di vista lavorativo, fu meno traumatico,  e per evitare di trovarmi impreparato, di mattina mi presentai presso la tutela (Stefano) del Giudice per concordare gli orari, dopo di che mi presentò a 3 ragazzi che erano seduti nel corridoio di fronte la stanza di Falcone, era la scorta, erano catanesi, sembravano degli schizzati, di loro non mi ricordo né il cognome, nè il nome, perché si presentarono tutti e 3 col nome "Fonzie", ed io, per stare al loro gioco dissi che anch'io mi chiamavo Fonzie, da quel giorno ci siamo sempre chiamati Fonzie.

Comunque, quel pomeriggio prelevai il Giudice Falcone dalla sua abitazione per condurlo all'ufficio, e verso le 20,00 lo riportai a casa. Nessuna parola, solo saluti, forse mi studiava, o magari aveva il pensiero alle carte processuali su cui lavorava.

Il tragitto di andata e ritorno fu fulmineo, i Fonzie erano "pazzi" scatenati, ma era la tensione, e in ogni caso svolgevano il loro lavoro con molta serietà e professionalità.

 

Nel Natale del 1981 conobbi la Sig.ra Morvillo, quando salì sulla blindata il dr. Falcone mi presentò dicendole: "Questo è Paparcuri. E' dei nostri". Queste parole mi fecero scordare che i miei familiari stavano trascorrendo il Natale senza di me per la prima volta.

Scortare il dottor Falcone era davvero duro, anche per lo stress a cui si era sottoposti.

Pure lui naturalmente aveva il diritto di concedersi dei momenti di libertà, soprattutto dopo una giornata di intenso lavoro. Così come era naturale e sacrosanto che la sera uscisse e questo accadeva quasi sempre. La sera e la notte, per il dottor Falcone, rappresentavano una valvola di sfogo dallo stress lavorativo. E le sue uscite ''private'' terminavano certe volte non prima delle 2.00 - 3.00 del mattino. Il nostro rapporto si rafforzò dopo che ritornai dalla convalescenza.

 

Mentre il Consigliere Chinnici limitava al massimo le sue uscite.

 

Un giorno, con a bordo il dr. Falcone, ebbi anche un incidente, praticamente successe che per seguire la macchina che ci faceva da apristrada, non ebbi il tempo di schivare il cordolo che delimitava le corsie preferenziali, la macchina per pochi istanti proseguì su due ruote. Avrei voluto sprofondare, Falcone mi fece coraggio dicendomi: "Cu mancia fa muddichi" (chi mangia fa molliche), purtroppo si danneggiò la sospensione della blindata.

 

Il servizio pomeridiano col Consigliere Chinnici che con Falcone durò per mesi, ed in questo periodo il rapporto di lavoro che avevo con le scorte si trasformò in amicizia.

sfoglia