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la vigilia del 25° anniversario

 

E' trascorso un quarto di secolo da quel tragico giorno.

Ho sempre saputo che quei ricordi non li avrei mai cancellati dalla mia mente, non potrò mai dimenticare gli ultimi istanti di vita di Salvatore Bartolotta, l'ultimo saluto di Mario Trapassi, lo sguardo del povero Li Sacchi, la sagoma del Consigliere Chinnici appena uscito dal portone di casa.

I ricordi brutti di un individuo sono strettamente personali e quando li tiri fuori contro la tua volontà amplificano in maniera esponenziale la propria sofferenza interiore.

In tutti questi anni ho sempre tentato di non pensarci più, ma tutte le vicende legate a questa esperienza me l'hanno impedito.

Giorni fa, precisamente il 26.06.08, giorno dell'ennesima udienza, ero convinto che finalmente i miei ricordi li avrei tenuti solo per me e che niente e nessuno me li avrebbe fatti riaffiorare senza la mia volontà, purtroppo non è stato così, c'è stato un'ulteriore rinvio ad ottobre 2009. Quindi a conti fatti passerà ancora molto tempo e quantificarlo mi viene difficile anche perché il solo pensiero mi rabbrividisce.

E' bene precisare che il rinvio è stato disposto (26/06/08) dal sostituto del giudice titolare del processo (d.ssa Vella), la quale è sempre stata molto comprensiva e umana, infatti i precedenti rinvii da lei disposti sono sempre stati di brevissima durata.

Sono stanco, stanco, stanco: i processi, le perizie, la burocrazia, le commemorazioni, l'indifferenza, l'ipocrisia, non fanno altro che tenere aperta una ferita difficile da rimarginare.

Il processo penale, anzi, i processi sono durati dall'84 al 2003.

Il processo civile si trascina dal 2004.

Le perizie mediche a cui vengo sottoposto a distanza di 25 anni, sanno di "tortura psicologica", devi raccontare loro i tuoi ricordi, come è cambiata la tua vita, devi fare violenza su te stesso e descrivere i tuoi disturbi, ma a che pro se poi la diagnosi non rispecchia per niente le tue sofferenze interiori? Come può un medico trarre delle conclusioni se non ha mai vissuto in prima persona un'esperienza simile? Come si fa a dire che una determinata patologia non ha niente a che vedere con l'esplosione, quando ti trovi a pochi metri dalla carica esplosiva? Potenza esplosiva che gli atti processuali e le perizie balistiche hanno confermato che: l'ordigno esplosivo ebbe un raggio d'azione di cento-centocinquanta metri lungo la via Pipitone Federico [...] la carica esplosiva, inserita in un contenitore metallico (c.d. carica   intasata) subiva per effetto dell’esplosione, un aumento della pressione e determinava effetti più dirompenti “sia per una completezza della reazione esotermica dell’esplosione e sia per la proiezione che poi parte del contenitore viene disintegrandosi ad esercitare, quindi sono due fattori che potenziano gli effetti” [...]: cfr. atti del procedimento penale contro Riina ed altri.

La burocrazia ti avvilisce:

il 04/07/85, dopo la conclusione del primo processo (1984), l'Agenzia delle Entrate, per la registrazione della sentenza, mi invitò a versare subito la somma di £ 3.226.000, pari a otto volte del mio stipendio di allora, ma in realtà dovevo pagarne £ 750.000, ed infatti in data 18.10.85 versai detta somma.

Il 14/07/08, la segreteria del mio avvocato mi comunicò che il Tribunale di Caltanissetta mi invitava a saldare l'onorario dei periti.

Si noti che tutte queste belle notizie mi sono sempre pervenute a ridosso delle vigilie della strage.

E quando leggo sul libro di Unicost (29/11/07) "Non Mettiamoci una pezza", precisamente alle pagg. 29-30: "...2. La necessità di rafforzamento della tutela risarciatoria. Per restituire effettività alla tutela della persona offesa, occorre anzitutto  predisporre una rapida procedura finalizzata al risarcimento integrale a carico dello Stato dei danni subiti dalle vittime dei reati di mafia, che non siano inseriti in contesti mafiosi e non abbiamo potuto ottenere il risarcimento dai colpevoli (ad esempio, secondo il modello previsto dalla direttiva europea 2004/80/CE relativa all'indennizzo delle vittime di reato nelle situazioni transfrontaliere).

Si tratta di una misura doverosa per evitare che si ripetano situazioni come quella dell'autista di Rocco Chinnici, Giovanni Paparcuri, rimasto miracolosamente in vita nel corso della strage verificatasi il 29 luglio 1983, il quale a distanza di 24 anni attende ancora il risarcimento dei danni..." mi sento letteralmente preso in giro.

Vedi: http://www.unicost.it

Per ultimo volevo ringraziare gli avvocati che nonostante mi stiano assistendo da parecchi anni, non mi hanno mai chiesto un centesimo.

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