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LE DIMISSIONI DALL'OSPEDALE E LA CONVALESCENZA

 

Venni dimesso nell'agosto dell'83.

Finalmente tornai a casa, ma con una sostanziale differenza.

La mattina del 29 luglio uscii da casa sano ed in perfetta salute, dopo dieci giorni vi ritornavo da invalido.

Non ero più io.

Oltre ad avere la mano da poco operata ed ingessata, avevo dei punti di sutura alla testa ed al gomito, problemi di udito ed altro ancora.

Durante la convalescenza mi recai diverse volte in ospedale per i controlli di routine.

Ma il dolore al gomito dx aumentava sempre più e non riuscivo a muoverlo bene.

Per cui, di mia iniziativa mi feci fare delle radiografie e così saltò fuori la sorpresa.

All'interno del gomito avevo ed ho delle schegge conficcate nell'osso fratturato, delle quali, né al pronto soccorso, né all'ospedale se ne accorsero, che, tra l'altro, nel referto medico è riportato che mi avevano suturato il gomito sinistro anziché il destro (sic!).

La temperatura corporea non scendeva mai al di sotto dei 37½.

Il fischi alle orecchie non mi abbandonavano un attimo ed avevo perso una buona percentuale di udito.

I luoghi affollati erano una tortura, i suoni e/o i rumori che riuscivo a percepire mi rimbombavano in testa.

A livello psichico ero distrutto, mi imbottii di farmaci, feci anche sedute di training autogeno, ma con scarsi risultati.

In parole povere entravo ed uscivo dagli ospedali.

E le Istituzioni?

Non si è visto, né sentito nessuno, ho avuto soltanto, il 18 agosto dell'83, un incontro con l'allora Ministro della Giustizia, Martinazzoli (su questo punto leggi il capitolo: La seconda delusione. La promozione).

Un giorno mia sorella, anch'essa dipendente del Ministero, telefonò a Roma per chiedere informazioni su cosa dovevo fare, le risposero che non erano in grado di darle nessuna delucidazione perché era la prima volta che un autista rimaneva in vita.

Ed in più mi venne ridotto lo stipendio, in pratica non percepii più l'indennità di presenza, motivo per il quale inoltrai istanza al Ministero per riaverla, motivando che la mia assenza era dipesa per causa di servizio.

Il Ministero, con nota del 28.07.84, mi rispose che la domanda non poteva essere accolta.

Ironia della sorte proprio nei giorni in cui mi trovavo in convalescenza, mi arrivò l'invito per partecipare ad un corso di guida veloce che doveva svolgersi ad Anagni. La rinuncia l'ho dovuta firmare con la mano sinistra, perché l'ufficio del personale non ha voluto prendersi la responsabilità di tale rinuncia

Sempre in questo periodo dovetti vendere la mia bella macchinina nuova, una A 112 Abarth, che ancora dovevo finire di pagare.

L'ho venduta perché il solo pensiero di girare la chiave dell'avviamento mi riportava a quel tragico giorno, infatti fu proprio l'ultima cosa che feci prima della deflagrazione.

Ci vollero parecchi anni per riuscire a superare anche questo trauma.

Il 27 febbraio del 1984, venni operato al ginocchio destro per l'asportazione di un'ulteriore scheggia metallica.

La convalescenza durò circa 8 mesi.

 

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