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TRAPASSI

 

 

Quando ci siamo conosciuti eravamo quasi coetanei, lui 31 e io 25 anni, quindi ci siamo dati subito del tu.

Era giovanissimo e già aveva 4 figli, un giorno scherzando gli dissi che avrei scommesso che avrebbe battuto Bartolotta, cioè, quest'ultimo aveva un figlio in più.

Con quei baffetti sembrava uno spadaccino, non l'ho mai visto perdere la calma, nemmeno quando l'Alfasud (la macchina di scorta) lo lasciava a piedi.

Mi ricordo che una volta abbiamo usato soltanto la ''blindata'' per raggiungere l'Ufficio perché, appunto, l'auto di scorta non ne volle più sapere di ripartire. Il motore si spense e ci volle l'intervento del meccanico per la sua riparazione. A volte ripartiva a spinta. Quando ciò accadeva al Palazzo di giustizia di Palermo gli uomini della ''scorta'' erano agevolati dagli scivoli delle rampe d'accesso, ma quando il motore si spegneva in altri luoghi era un serio problema. Si tentava la manovra ''a spinta''. Se il motore si riavviava tutto bene, altrimenti erano dolori. Anche se era molto imbarazzante, si trovava il tempo per riderci su e questo era un motivo per spezzare la tensione.

Con Mario ho diviso anche momenti di libertà, nei giorni liberi scaricavamo la tensione giocando a calcio, conservo gelosamente una foto mentre insieme ci rincorrevamo durante una partita per il primo campionato operatori della Giustizia.

Con noi giocava anche il cap. D'Aleo, ucciso il 13.06.83.

Non nascondo che ogniqualvolta la guardo mi emoziono.

L'ultima cosa che ricordo di lui, è stato il segnale che mi fece con la mano per avvisarmi che il consigliere era per le scale.

 

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