SANTUARIO
MARIANO DI CORROPOLI
Il
Santuario Mariano di Corropoli in origine era una chiesa di
modeste dimensioni, sorta su resti romani. Un primo ampliamento si
ebbe intorno al 1500, quando la popolazione di Corropoli era di 1500
anime. Il campanile a vela fu sostituito con l'attuale torre campanaria
edificata da maestranze lombarde, e fa parte di un gruppo di quattro
campanili "fratelli" (Teramo-Atri-CampliCorropoli) costruiti in
periodi diversi da mastro Antonio da Lodi e dalla sua scuola.
Il 17 aprile
1814, l'allora sindaco di Corropoli Nicola Polidori, scrisse
all'Intendente
di
Teramo (carica corrispondente all'attuale prefetto) per chiedere
l'ampliamento della chiesa che era insufficiente a contenere i fedeli di
Corropoli. Al fine di ridurre le spese, il Sindaco proponeva
l'utilizzazione di mattoni raccolti da case dirute e manodopera gratuita
da parte dei fedeli. Alla successiva pratica predisposta dal Decurionato,
il sindaco accludeva il progetto redatto dall'architetto Maggi che in quel
periodo stava costruendo la chiesa parrocchiale di colonnella e una
previsione di spesa di 246 Ducati, preparata dal costruttore Giuseppe
Silenzi di Colonnella.Il 25 novembre del medesimo anno l'Intendente però
rispondeva che la richiesta non poteva essere accolta per mancanza di
fondi . Intanto negli anni successivi i fulmini caduti durante i temporali
avevano gravemente lesionato e deturpato sia la chiesa che il campanile,
la richiesta di restauro e ampliamento veniva periodicamente rinnovata e
si dovette attendere il 1835 perché si iniziassero i lavori. Nel 1840, su
progetto di Carlo Maggi, la torre era stata restaurata e la chiesa era
stata sopraelevata ed ampliata. Vi fu costruita anche la lamia in gesso.
Si spesero Ducati 462 e Grana 50. I1 costruttore fu Ferdinando Carulli e
il suo garante Don Niccola De Sanctis, Sindaco era Don Mariano Ricci.
Il
15 luglio 1847 il sindaco Gennaro Flajani si rivolse all'Intendente ed
ottenne di completare i lavori di restauro dei numerosi altari laterali e
di ampliare anche la sagrestia utilizzando le adiacenti case dirute, in
parte di proprietà delle chiesa e in parte dei fratelli Marco e Pasquale
Tonelli. La popolazione intanto era salita a 3.702 anime.
Nel
1868 l'interno fu decorato da mani esperte, sotto la direzione di
personale culturalmente preparate. Poiché col passare degli anni la
pittura si era deteriorata, nel 1937, l'allora parroco Don Adolfo Binni
(il futuro vescovo di Nola) incaricò il pittore Prof. Giuseppe Pauri di
Grottammare (AP) di coprire tutto con una nuova decorazione. Poiché i
pilastri presenti lungo il perimetro interno dell'aula si presentavano un
po' malandati, l'allora parroco Don Adolfo Binni accettò le offerte di
alcuni fedeli.
I
pilastri furono rivestiti con lastre in marmo di Carrara, e alla base è
stato inciso il nome del benefattore.
Essi
sono: Pasqualina Valentini fu Antonio, Maria Coppola, Lucia Valentini
vedova Di Matteo, Ferrante Domenico, Puglia Silvia, Fam. Gennaro Rapali,
Sabatino e Lucrezia Foschi, Maria Elisabetta Rotini, Antonio Di Ottavio,
Cristina Flajani, Umberto Rosati, Fam. Gaetano D'Aristotile, Fam. Gennaro
Flajani, Fam. Agostino Pantoli fu Filippo, Fam. Mariano Pantoli, Giulia
Migliorati Costantini, Diamante M. Concetta Migliorati. Essendosi
deteriorata anche la pittura, tra il mese di giugno 1989 e il 1990,
l'attuale parroco Prof. Don Ivo Di Ottavio incaricò il maestro Guido
Tentarelli di Giulianova di riscoprire e restaurare la pittura
ottocentesca, che oggi possiamo ammirare in tutta la sua bellezza, e di
ripristinare la doratura (tipo "mecca") degli altari e del
fregio longitudinale della navata.
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