PIRANDELLOLUIGI PIRANDELLO

Nacque ad Agrigento nel 1867. Nel 1934 , prese il premio Nobel per la letteratura e morì nel 1936 . Poeta , novelliere , romanziere drammatico ( scrittore di teatro ) . Pirandello è il maggiore esponente della letteratura italiana , del primo novecento . I suoi personaggi non sono superuomoni , ma persone , sconfitte da una società  chiusa in regole e schemi e regole convenzionali . Pirandello , si pone il compito di smascherare gli aspetti falsi , ingannatori della vita . Pirandello nega l'esistenza di una realtà soggettiva valida per tutti , parla infatti di una realtà complessa relativa , dominata dal caso. Secondo Pirandello:

1- La vita non risponde a criteri di logica

2- Il volto e la maschera

3- Le forme e il divenire

4- La figura del personaggio

5- Uno , 100.000 , nessuno

Umorismo

Vedendo una vecchietta goffamente imbellettata , fa ridere . Ma se pensiamo che essa non prova forse nessun piacere a pararsi così come un pappagallo e lo fa solo perchè si inganna di nascondere le rughe perchè ha un marito molto più giovane di lei allora non possiamo più ridere , è subentrata in noi la pietà , passiamo subito dall'avvertimento del contrario al sentimento del contrario .  L'umorismo è, quindi, un processo di rappresentazione della realtà, delle vicende e dei personaggi; durante la concezione e l'esecuzione dell'opera la riflessione non è un elemento secondario, ma assume un ruolo di notevole importanza, perché è solo attraverso di essa che possiamo capire la vicenda che si svolge sotto i nostri occhi. La riflessione è "come un demonietto che smonta il congegno delle immagini, del fantoccio messo su dal sentimento; lo smonta per vedere come è fatto; scarica la molla, e tutto il congegno ne stride convulso", come stridono i personaggi sotto l'occhio acuto dello scrittore; ed è sempre attraverso la riflessione che i vari elementi della struttura dell'opera vengono coordinati, accostati e composti, sfuggendo al caos delle sensazioni e dei sentimenti. La riflessione, secondo Pirandello, non si nasconde mai, né potrebbe essere mascherata o eliminata del tutto dalla volontà o dalla coscienza di un personaggio, come potrebbe succedere con un sentimento; non è come lo specchio, davanti al quale l'uomo si rimira, ma si pone davanti a ciascuno come un giudice, analizzando vicende e personaggi, con obiettività e imparzialità, scomponendo l'immagine di tutte le cose, le vicende e i personaggi stesi nelle loro componenti: da questa scomposizione nasce quello che Pirandello chiama avvertimento del contrario.Il compito dello scrittore umorista è quello di smascherare tutte le vanità che possono albergare nell'animo umano, la velleità d'aver scoperto i fondamenti della vita e il dramma del rendersi conto che quei fondamenti restano sconosciuti; anzi, ognuno se ne crea seguendo non la via della riflessione, ma quella del sentimento che viene provato da ciascuno a suo modo, lontano da qualsiasi realtà e da qualsiasi coscienza del vivere.Con l'umorismo nasce una nuova visione della vita, senza che si crei un particolare contrasto tra l'ideale e la realtà, proprio per la particolare attività della riflessione, che "genera il sentimento del contrario, il non saper più da qual parte tenere, la perplessità, lo stato irresoluto della coscienza". Il sentimento del contrario distingue lo scrittore umorista dal comico, dall'ironico, dal satirico, perché assume un atteggiamento diverso di fronte alla realtà: nel comico manca la riflessione, per cui il riso, provocato dall'avvertimento del contrario, è genuino, ma sarebbe amaro in presenza della riflessione, perché questa toglierebbe il divertimento e porterebbe alla coscienza del dramma della condizione umana.

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