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wim
delvoye

01.12.1999-09.01.2000

 

wim delvoye, a cui la galleria dedica la prima mostra, nasce a Wervik (B) nel 1965, inizia la sua carriera artistica nel 1986, espone in tutto il mondo e partecipa alle più importanti manifestazioni culturali: Aperto, Biennale di Venezia, 1990; Documenta IX, Kassel, 1992; Post Human, Pully (Losanna), 1992; Biennale di Venezia, 1999.

Le sue opere si trovano in importanti collezioni private e pubbliche: Castello di Rivoli, Stedelijk Museum Amsterdam (NL), Stedelijk Museum voor Aktuele Kunst (B).

I lavori scelti dalla galleria sono nuovi per il pubblico italiano e ruotano attorno al tema del maiale e della pelle.

Per la prima volta in uno spazio privato saranno ospitati Eddy e Marcel, due maiali adulti tatuati sulla schiena e sulle zampe posteriori dall’artista che con quest’opera rivendica il loro diritto alla vita sottraendoli al loro comune destino di carne da macello, creandone una icona. Essi non saranno mai mangiati, moriranno di vecchiaia e doneranno la loro pelle forse a un museo; il loro messaggio è destinato all’eternità, la loro pelle supporto per la cultura.

Le altre opere in mostra:

i Marble floors 1999 (cibachrome, 125 x 165 cm.) e i Prosciutti cuciti 1999 (cibachrome 30 x 40 cm.) rappresentano la pelle del maiale che tagliata in piccoli pezzi forma ora le tessere per un elegante mosaico, ora la base di una tela decorata a piccolo punto con fili da ricamo colorati. In questo modo elegante ed estetico ma nello stesso tempo "agro-dolce", wim delvoye riporta il prodotto dell’animale da sterile, commerciale e anonimo a unico, vivo e caldo .

Love Letter 1999 (20 fotografie cibachrome, 40 x 70 cm. cad.) è una lettera d’amore scritta con la buccia di patata in caratteri arabici e nasce come risposta ad un lavoro precedente che viene commissionato all’artista per il nuovo Palazzo del Parlamento di Bruxelles. 1999 (20 fotografie cibachrome, 40 x 70 cm. cad.)

L’artista è noto per la sua capacità di presentare in maniera provocatoria in un contesto artistico un oggetto comune e addirittura banale e, aggiungendo elementi artigianali quali il tatuaggio, l’intaglio e il ricamo, va oltre il discorso intellettuale di Duchamp e riporta il ready-made alla vita .

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