Per la sua prima personale italiana, l’artista belga Sven ‘t
Jolle presenta alla
Galleria Laura Pecci il suo progetto
"riflettendo sulla povertà e altri libri da salotto”.
I
temi sociali, come in questo caso la
povertà, sono il
tema costante del lavoro dell’artista e
il suo coinvolgimento nel sociale è la sorgente del suo percorso
artistico e personale: nel suo paese l’artista ha attivamente preso
parte ad una lista indipendente organizzata e promossa dal primo
politico extracomunitario belga, con un programma
focalizzato sui problemi dell’ integrazione delle minoranze
etniche
Il
lavoro di Sven’t Jolle, prende dunque spunto dalla società e dalle
sue contraddizioni; d’altra parte l’ironia
e lo humor che lo contraddistinguono gli permettono di non
assumere una posizione, limitandosi
a rendere visibili paradossi e disfunzioni della società, senza
sottintendere alcuna critica.
Oggetti
di uso quotidiano (un “coffetable”) vengono trasformati o
scomposti, caricati di
significati diversi e resi significativi
da continui riferimenti legati alla storia dell’arte (e.g.
Joseph Beuys, Fernand Legèr, Pelizza Da Volpedo). Per questo il
processo di costruzione dell’opera assume un significato
fondamentale: le tappe dell’evoluzione mantengono un ruolo
importante poichè lasciano il lavoro aperto a continue modifiche e
rinnovamenti.
La
scultura è, in questo senso, il
mezzo più efficace per mettere in risalto la quantità di
informazioni e di passaggi impiegati: la presenza di una terza
dimensione rappresenta
per Sven uno strumento supplementare per arricchire di contenuti
il suo lavoro
Grandi
statue che ricordano le sculture in miniatura di terracotta
appartenute alla civiltà della
Mesopotamia nel 2000 a.c. vengono decontestualizzate per apparire come
figure di disturbo, quasi come estranee, forse extracomunitari in una
terra che non appartiene loro
“Ghetto”
è un labirinto che ricorda i percorsi spesso confusi e estranianti
delle fiere dell’arte nei quali
ci si perde nell’estenuante ricerca di
lavori sempre nuovi, senza mai riuscire ad avere però la
giusta percezione.
Le
opere di Sven’t Jolle portano il pubblico ad interrogarsi
sull’ambiente circostante, il cui significato, apparentemente
immediato, rimanda ad una
sorta di “tela mentale” in cui tutti gli elementi si richiamano
tra loro, fino ad un
risultato finale, che
resta impresso nella memoria.
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