Nel 1923 inizia la costruzione delle "case rapide" in una sorta di isola intorno a via S. Adautto, con piante e prospetti molto semplici. Originariamente queste case erano collegate a quelle dei primo nucleo tramite una passerella pedonale che scavalcando via delle Sette Chiese, si riallacciava a via Guglielmotti. Nel 1925 l'esperienza delle "case rapide" si ripete dando inizio, intorno a piazza Masdea e via Magnaghi, al quartiere per gli sfrattati. le case scarne ed essenziali sono caratterizzate da ampi spazi comuni e servizi come stenditoi, lavatoi, spazi gioco, giardini. Il quartiere assume subito una posizione baricentrica rispetto al piano di costruzioni previste. E' significativo il fatto che già prima che venissero costruite la chiesa e la scuola, lungo la via Magnaghi si svolgeva il mercato all'aperto. Nel 1926 l'architetto Marconi progetta le case di tipo semi economico su via Fincati. Questo tipo, indirizzato ad un ceto sociale diverso da quello dei villini, è composto da tre fabbricati uniti da corpi di allacciamento e disposti intorno ad un cortile che ancora oggi è una foresta di piante e fiori. Queste costruzioni, sono quelle a più alta densità, dopo gli alberghi; sono alte quattro piani oltre al piano terra e sono costituite da quattro alloggi per piano. I corpi di allacciamento sono alti due piani, ed hanno al piano terra delle arcate che costituiscono l'accesso al lotto. Questo edificio è quello che più si avvicina al tipo tradizionale a "blocco", disposto sul perimetro dei lotto e con corpi principali ripetuti. Lo stesso Marconi nel 1927 progetta i villini a riscatto intorno a piazza Randaccio dando alla piazza un senso unitario ed omogeneo. L'architettura rappresenta un notevole esempio di barocchetto romano. Tra il 1925 ed il 1927 fu costruito il quartiere per sbaraccati, con case per la maggior parte progettate da G.B. Trotta. Questo quartiere costituito da oltre 500 alloggi può essere considerato un vero campionario delle tipologie usate dall'ICP. Sono presenti gli alloggi minimi ad un solo piano o sovrapposti, quelli di più alloggi per piano e di due o tre piani. Con questo quartiere si conclude l'esperienza della "casa rapida". La progettazione è molto simile a quella attuata con le "case rapide" di via S. Adautto e al quartiere degli sfrattati. La novità di questo "quartiere" è costituita dall'esistenza di un progetto generale dei lotti che dà un senso unitario a tutta l'area. l'impianto generale è organizzato in stretta dipendenza con l'orografia dei territorio, rappresentato da uno sperone sul quale erano presenti varie colture. L'insediamento avviene sostanzialmente lungo tre assi, due laterali ed uno centrale. L'asse centrale parte da piazza Sapeto e lungo via Rubino arriva a piazza Sant'Eurosia. I due assi laterali vanno da via delle Sette Chiese sino al fondo valle lungo via G. Massaia da un lato e lungo via De Jacobis e R. De Nobili dall'altro. Alla testata dell'asse centrale su piazza Sapeto vengono costruiti quattro edifici legati tra loro con corpi di allacciamento che hanno alla loro base delle grandi arcate che fanno da accesso. Vengono anche costruite due scalinate, una delle quali a prosecuzione di via Rubino porta alla zona degli "Alberghi Suburbani«. Anche in corrispondenza di piazza S. Eurosia vengono costruiti due edifici simmetricamente a via Rubino, collegati nel 1930 da una specie di porta che chiude l'insediamento. Con questi ingressi obbligati viene risolto il rapporto tra la strada e il lotto e si ricostituisce l'immagine dell'isolato all'interno dei quale si svolgono funzioni esclusivamente residenziali. All'interno la circolazione è prevalentemente di tipo pedonale, anche a causa delle strade molto più strette di quelle esterne e della presenza di scale e gradinate. 'Ia riconoscibilità dell'isolato, le relazioni tra spazi aperti, pubblici e privati che le realizzazioni della Garbatella raggiungono a metà degli anni '20 sono l'esperienza più confrontabile e meno contraddittoria rispetto alla proposta di aggregazione delle unità residenziale di Unwin, certamente realizzata con strumenti diversi: con maggiore varietà di tipologie impiegate e una struttura al livello dell'isolato più complessa, ma non lontana dallo spirito con cui era stato proposto nel close il rapporto tra la casa, la strada, il centro". Nel 1929-30 si costruisce intorno alla piazza Bartolomeo Romano con caratteristiche tipologiche completamente differenti dalle precedenti. Gli edifici hanno volumi notevoli, le piante sono più articolate ed i progetti in complesso più ricercati. Fanno parte di queste costruzioni i Bagni Pubblici ed il Teatro

palladium

Palladium

servizi ormai essenziali per le dimensioni raggiunte dalla Borgata anche in seguito alla realizzazione degli "Alberghi Suburbani". Principale artefice di questi progetti è l'architetto Sabbatini che dopo l'esperienza medievaleggiante mostra in queste opere un forte richiamo alla romanità L'edificio dei Bagni Pubblici diventa una riproposizione "dell'insula ostiense alla quale però si sovrappone, a mò di fotomontaggio, un edificio termale". Il Cinema Teatro Garbatella, oggi Palladium, è una più spigliata e dinamica aggregazione di elementi che hanno il loro momento culminante proprio all'interno in cui le travi incrociate, lasciate in vista, sostengono le gallerie curvilinee ed elevano la cupola di copertura".

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