Cenni
storici
Venosa, l'antica Venusia, colonia romana fondata nel 291 a.C. su
un altopiano al centro di una grande depressione tra le Murge e
il Vulture, divenne punto strategico poiché controllava le
vie Appia ed Herculea, vie di comunicazione per gli scambi con Roma,
la costa ionica e le aree interne.
La costruzione e la ricostruzione della città di Venosa è
avvenuta nel passare del tempo attraverso il continuo riutilizzo
delle pietre appartenenti al suo passato: dai leoni in pietra
sparsi nel centro della città, utilizzati come ornamenti
di portali e fontane, alle pietre tolte dall'anfiteatro e utilizzate
per la costruzione dell'incompiuta chiesa dell'abbazia della Trinità.
I numerosi resti archeologici ritrovati non appartengono all'antico
centro della città, bensì alle zone strettamente vicine
alla città, che venivano a costituire un agro al cui interno
vi erano fattorie e ville dislocate per lo più nelle vicinanze
della via Appia, come ad esempio la villa di Albero in Piano dove
fu ritrovato un sarcofago detto di Rapolla del II secolo a.C. e
attualmente conservato nel castello di Melfi.
Sia le terme che l'anfiteatro appartenenti al I secolo d.C. sono
stati oggetto nel corso del tempo di continua e sistematica esploliazione.
Tra il III e il IV secolo a.C. Venosa fu un importante centro commerciale,
grazie soprattutto all'insediamento di una fiorente colonia ebraica,
le cui catacombe scavate nella collina della Maddalena e articolate
su tre livelli e le numerose pietre tombali utilizzate nella muratura
della Trinità, rappresentano importanti testimonianze.
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