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Il lotto mantiene il suo fascino, indifferente alle tentazioni di ogni sorta di schedina; da quella del calcio a quella dei cavalli. I giocatori del primo estratto, dell' ambo, del terno e della quaterna formano una categoria a parte. Studiano, sciolgono, consultano: studiano le possibilità di vincite, seguendo ognuna una propria aritmetica; sciolgono i sogni traendo i numeri dalla cabala; consultano le estrazioni passate per individuare i numeri ritardati, vale a dire quelli restii a uscire. E' rimasto famoso, a Napoli, il "34" che non veniva fuori da più di tre anni. Quando il 28 dicembre del 1985, il ragazzo bendato estrasse dall' urna il numero che fino allora si era rifiutato di uscire, la gente raccolta nella piazza lanciò un urlo: <<Capatosta ha fatto la grazia>>. L' ostinazione di fronte ad una latitanza così costante aveva scavalcato i confini partenopei. Il popolo del lotto di tutta Italia si era incaponito, e più il 34 continuava a restare incantucciato, inamovibile nel turbinio dell' urna, più i sistemisti raddoppiavano. Ecco perchè un boato, all' annuncio della televisione, percorse la penisola. Nell' Ottantasette il ministero della Finanza annunciò che le ricevitorie dell lotto erano destinate in breve tempo a chiudere. Al loro posto sarebbero subentrate le tabaccherie. Non più bollette scritte a mano su strisce gialle, verdi e rosa, secondo la posta, ma un talloncino con i numeri "digitati" di una macchinetta elaboratrice. Per fortuna, dopo sei anni, di ricevitorie a Milano ce ne sono ancora dieci e di tabaccherie autorizzate, si e no centocinquanta. (Segue a pagina 2)
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