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San Gregorio Nazianzeno

(Nazianzo, Cappadocia 330 ca. - 390 ca.)

Santo; con i santi Basilio e Gregorio di Nissa, uno dei "grandi Padri cappadoci" della Chiesa. Studiò ad Alessandria e ad Atene e venne battezzato nel 360 dal vescovo di Nazianzo, suo padre. Insegnò retorica a Nazianzo, recandosi spesso in visita al romitaggio dove viveva l'amico Basilio, con cui condivise un periodo di vita ascetica. I due compilarono un'antologia di scritti del teologo cristiano Origene, chiamata Philokalía (in greco, "amore del bello"). Basilio divenne poi vescovo di Cesarea e nel 371 circa convinse Gregorio ad accettare il vescovado di Sasima, un paesino della Cappadocia. Gregorio preferì però la vita da eremita fino alla morte del padre. Nel 378 circa, occupandosi della congregazione nicena di Costantinopoli, Gregorio tenne cinque discorsi sulla Trinità che gli valsero la fama di teologo: venne nominato vescovo, ma si ritirò malgrado il parere contrario degli ariani. Tornò a Nazianzo nella speranza di prevenire un futuro scisma e vi rimase fino alla morte. Le sue opere pervenuteci includono circa 45 sermoni, 243 lettere e 407 poemi dogmatici e morali

www.teologiaxtutti.it. A cura di Giacomo Campanile. Sito in rete dal 2.10.2002