LA POESIA
Che le tue
ceneri, o Pomptilla, fecondate dalla rugiada,
germoglino
viole, gigli e verdi fronde ove risaltino la rosa,
il profumato
zafferano ed il semprevivo amaranto.
Possa tu,
diventare ai nostri occhi il fiore della bella primavera,
affinché abbia
come Narciso e Giacinto, questo oggetto di lacrime eterne
che trasmetta
il tuo nome alle venute generazioni.
Nel momento in
cui Filippo già sentiva che la sua anima abbandonava il corpo
e che le sue
labbra sfioravano le acque del Lete,
tu, o
Pomptilla, ti sacrificavi per uno sposo spirante
e gli
riacquistavi la vita con il prezzo della tua morte.
Così gli dei
hanno spezzato questo dolce legame.
Ma se Pomptilla
si è sacrificata per conquistare la vita di uno sposo teneramente amato,
Filippo,
vivendo suo malgrado, dimanda con ardore di vedere presto riunita la sua anima a quella
della più tenera tra le spose.
|