"S
A P E V A T E C H E..."
1/ Mentre imperversava una furiosa tempesta, intorno alle ore
21 del 27 dicembre 1747, parte del Monastero di Santa Caterina (nel Castello di Cagliari),
precipitò nel sottostante fossato che si affaccia sul viale Regina Elena. In questa
disgrazia, forse causata dalla trascurata presenza di una cavità ancor oggi visibile,
perirono venti persone tra monache e ragazzine tenute nel Monastero per educazione.
2/ Nell'Orto della Casa di
Riposo Vittorio Emanuele, è presente una grande cisterna chiamata "Cisternone dei
Cappuccini". Secondo lo studioso Antonello Floris, il nome della cavità deriva da
una storia, la cui veridicità è lasciata alla vostra opinione, poiché narra di un
fraticello caduto nel pozzo, fin giù nella cisterna, rimasto praticamente illeso dopo un
volo di almeno 12 metri. Da questo fatto deriverebbe il nome "Cisternone
dei Cappuccini".
3/ Sempre nell'Orto del summenzionato
Ospizio cittadino, è ancora visibile un pozzo profondo circa 50 metri, dei quali 25,
colmi d'acqua. Qualche scrittore ottocentesco, racconta che l'acqua era tenuta di gran
conto dalla popolazione quando Cagliari non possedeva ancora un acquedotto per il proprio
fabbisogno. Addirittura la famiglia reale, considerava il prezioso liquido contenuto nella
fontana "leggero e di alta qualità", tant'è vero che durante il suo soggiorno
in città, decideva di recarsi nel sito in oggetto.
4/ Nella "Guida di Cagliari" del
1861, il Canonico Giovanni Spano racconta che nella "Grotta di Santa Restituta",
ubicata nel quartiere Stampace, "le donne avevano in molta divozione la polvere, e vi
portavano i loro piccoli figli per farli coricare, e rivoltolare per terra onde liberarli
dal Vaiolo senza che avessero bisogno di ricorrere alla scoperta di Jenner ! ".
5/ Il nome della via "Del
Fossario", situata nel cuore del quartiere Castello, deriva dalle parole
"Fossa" e "Ossario", suggerite dalla presenza, nelle immediate
vicinanze, di due imponenti caverne utilizzate in periodi di epidemie e pestilenza come
fosse comuni e, probabilmente, con la funzione di tetre carceri al servizio
dell'Inquisizione spagnola.
5/ bis. Qualche vecchio abitante del
quartiere Castello, racconta che nelle notti di tempesta si sentono i lamenti, forse degli
incatenati e torturati, che inspiegabilmente rievocano questa ormai tramontata funzione
del sottosuolo locale.
6/ Una leggenda popolare racconta che un
giovane di nome Bernardo, specializzato nella vendita delle scope per la pulizia dei
forni, un giorno decise di fare una scampagnata sul colle Sant'Elia per evadere dalla
quotidianità e divertirsi con un'altra ragazza. Tutto sembrava andare per il verso giusto
e Bernardo, per far ridere la momentanea compagna, una volta giunto ad una vecchia torre,
si improvvisò equilibrista, danzando sull'orlo di una limitrofa cisterna. Caso volle che
il ragazzo precipitò nel sottosuolo ed il resto potete immaginarlo da soli. Si racconta
che da allora, la fidanzata (quella vera s'intende!), gira in lungo e in largo chiedendo
in dialetto: "il mio Bernardo hai visto, Scovas de Forru?". Ma Bernardo era
precipitato proprio nella crudele "Bocca del diavolo", cisterna ancora visibile
nella cima del colle Sant'Elia, dietro la famosa roccia chiamata "Sella del
Diavolo". All'origine di un proverbio e di vari " detti " popolari
cagliaritani, sarebbe la presente storiella!.
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