E' particolarmente difficile, anche
per un abile speleologo, dare una precisa definizione della Speleologia Urbana
dato che la stessa si occupa di tutti gli argomenti e fenomeni legati allo studio
delle cavità celate sotto un centro abitato. Siamo a conoscenza che il termine
Speleologia è composto da due parole fondamentali derivate dal greco antico: spèlaion,
"caverna", e lògos, "ragionamento". Quindi,
se la parola Speleologia, alla lettera indica: "scienza" o "studio delle
grotte", la parola Speleologia Urbana, dovrebbe indicare "studio delle cavità
sottostanti il territorio urbano". Constatato che a Cagliari, come del resto in altre città, le
cavità presenti sono state concepite in antichità dai cosiddetti "popoli
colonizzatori", la Speleologia Urbana, intesa come "scienza analitica e
documentarista del mondo sotterraneo cittadino", si avvale della consultazione di
affascinati materie come l'archeologia, la mineralogia, la geologia, la storia,
l'idraulica, la fotografia, ecc. La Speleologia Urbana non si limita quindi, come
molti credono, alla sola esplorazione e rilievo delle cavità sotterranee, ma si occupa di
tutto quel che circonda le stesse, studiando le originarie fasi di scavo e creazione per
favorire l'utilizzo da parte dell'uomo, il riutilizzo, l'abbandono, il ripristino e
talvolta la distruzione nelle sue cause, spesso incerte e incomprese.
Cagliari, in questa
ottica particolare, è ricca di storia e mostra un promettente campo di indagine dato che
presenta cavità scavate fin dalla più remota antichità, ampliate dai Fenici,
Cartaginesi, Romani, e riutilizzate per un plurimillenario arco di tempo che tocca il
periodo degli anni Cinquanta, quando molti sotterranei, una volta utilizzati come rifugi
militari e civili della seconda guerra mondiale, si popolarono di poveri
"senzatetto".
L'immagine mostra
una fase esplorativa effettuata dal G.C.C. presso la "Grotta Guglielmini"
situata nella "Fossa di San Guglielmo", sotto la via Porcell. Questa cavità che
supera i duecento metri di sviluppo planimetrico, si articola in tre livelli contigui e
riutilizza tre vaste cisterne cartaginesi scavate nel calcare miocenico del colle di
Buoncammino. Intorno agli anni Quaranta, la caverna ha ospitato un vero e proprio ospedale
sotterraneo allestito in occasione del secondo conflitto mondiale. Una volta abbandonato
dalla presenza umana, l'ospedale è caduto in rovina e i suoi cameroni, situati alla
profondità di circa venti metri sotto la trafficata via Porcell, hanno accolto le limpide
acque di una falda di portata.
La realtà di questa
cavità impropriamente chiamata grotta, offre un valido esempio per capire l'ininterrotta
frequentazione umana di un ambiente sotterraneo situato nel sottosuolo di Cagliari. |