Banche di sviluppo: Cosa sono, come operano (Prima parte)

Articolo pubblicato sulla "Gazzetta Valutaria e del Commercio Internazionale" n. 2/1984

cod.: GV.84.02.FIN.1

Sono trascorsi molti anni da quando l'Italia è entrata a far parte attiva di talune Istituzioni finanziarie multinazionali di sviluppo, ma ancora oggi la gran parte degli operatori di casa nostra trova difficoltoso districarsi nella giungla delle sigle che le caratterizzano. Se la sola precisa identificazione dell'Ente risulta ardua, ancora più oscura è spesso la conoscenza delle sue finalità, delle sue caratteristiche operative e delle modalità necessarie per potersi inserire proficuamente nell'utilizzo delle risorse stanziate per il finanziamento dei progetti. Nel corso di convegni, seminari ed incontri tenuti anche in Italia da esponenti di queste banche, si sente spesso ripetere che gli operatori italiani, tranne poche grandi aziende o studi di progettazione specializzati, brillano per la loro disinformazione sul funzionamento delle varie Istituzioni e per l'assenza di partecipazione alle gare d'appalto. In realtà vi sono talune difficoltà obiettive che spesso limitano la possibilità d'intervento della media industria italiana (ad esempio, la necessità di disporre talvolta di caratteristiche specifiche per poter ottenere la "pre-qualifica"), ma è anche vero che molte remore sono solo la conseguenza di un nostro forse atavico disinteresse verso tutto ciò che è, o che può sembrare, di matrice pubblica. In una situazione generale quale è quella odierna, caratterizzata da sempre più crescenti difficoltà finanziarie di molti Paesi esteri a mantenere aperte le correnti commerciali con i mercati più industrializzati, l'intervento delle banche di sviluppo assume un interesse ancor più significativo, consentendo di effettuare operazioni commerciali altrimenti irrealizzabili.

Caratteristiche delle banche di sviluppo

Con il termine "banche di sviluppo" si definiscono quelle istituzioni pubbliche a carattere multinazionale che si occupano di assistere finanziariamente i Paesi a basso reddito nel loro processo evolutivo e di crescita economica. Sostanzialmente questi Enti si possono suddividere in tre grandi gruppi:

1 - Banche sorte nell'ambito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (Gruppo Banca Mondiale)

2 - Banche regionali

3 - Istituzioni operanti a livello CEE/ACP

Tutte queste organizzazioni sono accomunate fra loro da talune caratteristiche strutturali ed operative, fra le quali:

- la presenza di una pluralità di Stati, rappresentati dalle Banche Centrali degli stessi;
- la vocazione istitutiva a concedere prestiti ai soli Paesi Membri, per iniziative che dimostrino un valido contenuto socio-economico;
- la possibilità di concedere sia prestiti a titolo oneroso che crediti d'aiuto senza interessi;
- l'attuazione di una rigida procedura nella valutazione delle richieste di finanziamento e nella verifica sulla correttezza degli appalti, con effettuazione di controlli periodici durante l'esecuzione dei contratti;
- la disponibilità a concedere linee di credito anche per progetti di studio e di consulenza.

Vediamo ora più da vicino quali sono le principali banche di sviluppo:

Gruppo Banca Mondiale

Con il termine "Banca Mondiale" (World Bank) si identificano comunemente tre differenti Istituzioni finanziarie, sorte ed operanti nell'ambito delle Nazioni Unite:

- la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (I.B.R.D. - International Bank for Reconstruction and Development), e le sue Affiliate;
- l'Associazione Internazionale per lo Sviluppo (I.D.A. - International Development Association);
- la Società Finanziaria Internazionale (I.F.C. - International Finance Corporation).

Si tratta indubbiamente delle tre entità più significative nel novero delle banche di sviluppo, sia per l'esperienza e il prestigio acquisiti, che per le masse finanziarie disponibili. Scopo comune delle tre banche è la partecipazione attiva al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, attraverso l'utilizzo di risorse finanziarie provenienti dai Paesi a più alto reddito.

La I.B.R.D. è stata costituita nel 1944 e vi partecipano, alla data odierna, 144 "Paesi Membri" - fra i quali l'Italia - che ne hanno sottoscritto il capitale e che ne gestiscono l'attività attraverso un Consiglio di 21 "Executive Directors", rappresentanti i Governatori delle Banche Centrali dei Paesi Membri. Un Consigliere italiano attualmente rappresenta l'Italia, la Grecia e il Portogallo. I prestiti della I.B.R.D. sono indirizzati ad investimenti produttivi che stimolino la crescita economica dei Paesi a basso reddito. Generalmente prevedono un periodo di grazia di 5 anni e sono rimborsabili nei 20 anni successivi. Il tasso d'interesse applicato è per lo più basato sul costo della raccolta del denaro a medio-lungo termine sul mercato finanziario internazionale.

La I.D.A. è sorta nel 1960, vi partecipano 131 Paesi, a loro volta Membri della I.B.R.D., ed ha fondamentalmente le stesse finalità istitutive di quest'ultima, con enfasi particolare verso l'aiuto al Paesi più poveri; quelli cioè che hanno un reddito annuo lordo pro-capite inferiore a 796 dollari USA. A questi Paesi, che sono circa una cinquantina, vengono concessi crediti d'aiuto senza interessi, con modalità di rimborso che prevedono 10 anni di grazia e 50 anni di ripagamenti. La I.D.A. richiede la sola corresponsione di modesti oneri amministrativi. I mezzi finanziari necessari ad attuare i programmi d'investimento sono reperiti attraverso sottoscrizioni dei Paesi Membri a più alto reddito, da contributi pubblici e da assegnazioni di utili della I.B.R.D. La sede della I.D.A. è a Washington e la struttura amministrativa si identifica con quella della sua casa-madre.

L'I.F.C. fu costituita nel 1956 ed oggi vi partecipano 124 Paesi, anch'essi membri della I.B.R.D. La gestione dell'I.F.C. è autonoma e separata da quella delle altre due organizzazioni del gruppo, ed è principalmente indirizzata al sostegno di iniziative a carattere privatistico con finalità di sviluppo nei Paesi a basso reddito .

Aree geografiche e settori d'intervento

Gli interventi finanziari delle due principali Istituzioni, la I.B.R.D. e la I.D.A., si diversificano per aree e per settori produttivi, presentando nel loro insieme un ventaglio estremamente ampio. Dal momento della loro costituzione ad oggi i due Istituti hanno concesso, a titolo oneroso o sotto forma di crediti d'aiuto, 3584 finanziamenti, destinati a circa 130 Paesi, per un totale pari a circa 120 miliardi di dollari. Nel solo anno 1982/83 sono stati approvati 243 nuovi progetti per 14,5 miliardi di dollari, distribuiti come segue:

Area geografica

Numero

Importo (miliardi USA$)

Africa Orientale

43

1,1

Africa Occidentale

37

0,7

Estremo Oriente e Pacifico

40

3,7

Asia Meridionale

40

3,0

Europa, Medio Oriente e Nord Africa

41

2,5

America Latina e Caraibi

42

3,5

Totale

243

14,5

Settore

Importo (miliardi USA$)

Agricoltura e sviluppo rurale

3,7

Sviluppo fonti energetiche

2,8

Industria e artigianato

1,2

Trasporti

1,9

Approvvigionamento idrico

0,8

Sviluppo urbano, sanità, alimentazione

0,7

Istruzione

0,6

Sostegno finanziario

1,2

Altri

1,6

Totale

14,5

Nel corso dell'ultimo decennio, l'azione della Banca Mondiale si è sempre più orientata verso la ricerca di co-finanziamento dei progetti attraverso l'intervento di altri Enti di sviluppo (nazionali o multinazionali), di Enti pubblici per il credito all'esportazione e di fonti private di finanziamento. Nell'anno 1982/83 i progetti co-finanziati sono stati 88, con un totale di co-finanziamento di 5.7 miliardi di dollari. Il co-finanziamento si è rivelato particolarmente interessante, sia per la Banca Mondiale che può reperire più fondi destinati alla realizzazione dei propri obiettivi, che per il co-finanziatore che può trarre vantaggio dagli strumenti e dalle esperienze che la Banca Mondiale utilizza nella gestione dei finanziamenti e, infine, per gli operatori dei Paesi "co-finanzianti" che hanno potuto inserirsi con maggiori possibilità di successo nelle gare d'appalto. Nell'ambito dei 243 nuovi progetti citati più sopra, alcuni risultano co-finanziati dall'Italia attraverso il Dipartimento alla Cooperazione e per lo Sviluppo. Due riguardano il settore agricolo per il Sudan e per l'Uganda (17 milioni di dollari co-finanziati) e uno interessa il settore energetico per prospezioni geotermiche nelle Filippine. Tutti i progetti allo studio ed approvati dalla Banca Mondiale vengono mensilmente pubblicati sulla rivista Development Forum, Business Edition, che riporta analoghe informazioni su iniziative riguardanti altre banche di sviluppo regionali o Istituti di assistenza gravitanti sotto l'egida delle Nazioni Unite.

Banche regionali

Si tratta sempre di istituzioni aventi matrice multinazionale, con competenza a carattere regionale per una determinata area geografica, e che operano spesso in stretto contatto con le strutture della Banca Mondiale, utilizzandone schemi e procedure. Le banche di sviluppo regionali sono ormai molte e diversificate; qui si vogliono evidenziare soltanto quelle più note e che più rientrano in quella comunanza di intenti e di strutture che è stata indicata in premessa.

Banca Interamericana di Sviluppo (I.D.B. - InterAmerican Development Bank). Fondata nel 1959, con sede a Washington, appartiene a 43 Stati, compresa l'Italia, e promuove investimenti di capitali pubblici e privati nei Paesi dell'America latina per lo sviluppo della sua economia. Dispone di un "Fondo Operazioni Speciali" per l'erogazione di crediti d'aiuto. Nel 1982 ha approvato contratti per oltre 1.7 miliardi di dollari.

Banca Asiatica di Sviluppo (A.D.B. - Asian Development Bank). E' stata creata nel 1956, ha sede a Manila ed appartiene a 45 Stati, fra i quali l'Italia. L'area di operatività è quella di appartenenza degli Stati asiatici membri della banca. A fine 1982 la A.D.B. (capitale versato 1.5 miliardi di dollari USA) aveva in essere crediti finanziari per 8.7 miliardi di dollari. A lato della A.D.B. funziona il "Fondo Asiatico di Sviluppo" (A.D.F. - Asian Development Fund), che gestisce principalmente i crediti d'aiuto verso gli Stati membri. La banca pubblica mensilmente un notiziario contenente le informazioni sui progetti all'esame o approvati.

Banca Africana di Sviluppo (Af.D.B. - African Development Bank, o, anche, B.A.D. - Banque Africaine de Développement). E' stata creata nel 1979, ha sede ad Abidjan ed è posseduta da 33 Paesi africani che hanno contribuito alla raccolta di un capitale sociale di circa 0.7 miliardi di dollari. I finanziamenti in essere sono superiori al miliardo di dollari e sono stati tutti erogati nell'ambito dell'area africana. Anche questa banca dispone di uno strumento per la concessione di crediti d'aiuto, denominato "Fondo Africano di Sviluppo" (A.D.F - African Development Fund, o, anche, F.A.D. - Fond Africain de Développement).

Tutte le notizie relative ai progetti allo studio od approvati dalle tre banche di sviluppo citate, sono periodicamente riportate sul notiziario mensile pubblicato dalla Banca Mondiale.

Organismi CEE-ACP

A seguito del Trattato istitutivo della Comunità Europea, sono sorti taluni Enti di assistenza e sostegno allo sviluppo, dei quali ricordiamo qui i più significativi:

Banca Europea per gli Investimenti (B.E.I. o, anche, E.I.B. - European Investment Bank). E' stata creata nel 1958, con sede a Bruxelles, dai Paesi membri della CEE. Fino al 1963 la banca ha svolto un ruolo finanziario rivolto ai programmi d'investimento nei Paesi europei nei settori industriale, energetico ed infrastrutturale in genere. Dal 1963 ha ampliato un'attività collaterale di aiuto allo sviluppo di altre aree del mediterraneo, dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, in base agli Accordi intervenuti fra la CEE e i Paesi A.C.P. (Convenzioni di Lomé). La raccolta della banca avviene tramite le sottoscrizioni fra gli Stati membri ed i prestiti obbligazionari emessi sui mercati finanziari europei ed extraeuropei. A lato della B.E.I. opera il "Fondo Europeo di Sviluppo" (F.E.S. o, anche, E.D.F. - European Development Fund), che interviene nell'erogazione di crediti d'aiuto esenti da interessi.

Alla B.E.I. si affiancano altre Organizzazioni comunitarie, quali il "Fondo Europeo di Sviluppo Regionale", il "Fondo Sociale", la "C.E.C.A.", l'"EURATOM", la "Commissione della Comunità Europea", il "Centro per lo Sviluppo Industriale" ed altre minori, con finalità specifiche e diversificate. Le notizie relative ai progetti finanziati dagli organismi CEE-ACP, ad uso degli operatori economici, sono pubblicate bimestralmente sul bollettino "Le Courrier".