Intervento al seminario: Operare in compensazione con l'Est europeo

Camera di Commercio I.A.A. di Ferrara, 26 ottobre 1990
Intervento ripetuto nel seminario di Piacenza del 23 novembre 1990

cod. CON.90.BB.COM.1

La tematica degli scambi in compensazione, ridiventati di particolare concre tezza nel commercio internazionale a seguito delle difficoltà economico-fi nanziarie di gran parte dei Paesi, è stata oggetto -negli ultimi anni- di notevoli cambiamenti per quanto riguarda l'interesse degli operatori pubblici e privati, soprattutto italiani. Superata infatti la fase iniziale (che può essere identificata con il finire degli anni '70), nella quale il risorgere del countertrade era pres socchè inavvertito dalla gran parte degli operatori di casa nostra, è subentrato un secondo periodo (6-7 anni) caratterizzato sia da una "incredula curiosità" nei confronti di una tecnica commerciale che sembrava essere completa mente scomparsa, che da un eccesso di "illusioni" sulla possibilità di aver trovato la soluzione a tutti i problemi che affliggono il commercio internazio nale. E' infatti attribuibile a questo secondo periodo la proliferazione di pub blicazioni e di convegni, di tipo -per così dire- propedeutico, tendenti a diffon dere le basi conoscitive di questa "nuova" tecnica commerciale. Sul finire degli anni '80 le cose si sono alquanto ridimensionate e la compensazione ha ora acquisito un ruolo più razionale e concreto, entrando a far parte -a pieno titolo ed in particolari circostanze- delle normali pratiche commerciali nei con fronti di determinati Paesi o di specifiche operazioni. Ma se il concetto di countertrade è stato oggetto di simili variazioni, le mutazioni che da due anni a questa parte stanno interessando la pressochè totalità dei Paesi dell'Est costituiscono qualcosa di ancor più significativo. La rapidità con cui si evol vono le situazioni politico-economiche di quelle aree non consente di aver al cuna certezza o, quanto meno, di formulare dei precisi programmi a medio lungo termine. Nel campo della compensazione con i Paesi dell'Est, con la diminuzione di potere delle F.T.O., sono cambiati ruoli e persone ma, soprat tutto, si sta faticosamente costruendo un nuovo rapporto di "multilateralità" che trova particolari difficoltà ad essere pienamente utilizzato proprio a causa del troppo rapido "salto di qualità" cui sono sottoposti gli operatori dei Paesi pre cedentemente definiti "ad economia centralizzata". Il tema proposto al semi nario di cui in oggetto prevede anche che si faccia cenno alle strutture dispo nibili per l'esecuzione del countertrade. Anche in questo campo le vicende degli ultimi periodi (crisi finanziaria dei PVS, altalene incontrollabili delle va lute, "aperture" dei Paesi dell'Est, crisi del Golfo, ecc.) hanno creato i presup posti per momenti di maggior autoriflessione delle imprese "intermediarie", il cui ruolo - quasi per antonomasia - è peraltro vocazionalmente teso a "seguire" le mutazioni in atto nei mercati internazionali. Di fronte alla fluidità di questa situazione gli operatori, soprattutto di media e medio-piccola dimen sione, devono agire con sempre maggior professionalità e cautela, cercando di liberarsi da quelle limitazioni psicologiche e strutturali che hanno talvolta consentito in passato di operare con una certa "disinvoltura", cui non sempre hanno fatto seguito risultati apprezzabili. Sul piano "pubblico" vi sono recen temente state varie "aperture" (liberalizzazione valutaria, riduzione dei "contingenti", possibilità di coperture assicurative della SACE, ecc.) che hanno ridotto il differenziale di trattamento che separava l'operatore italiano dai suoi concorrenti comunitari. C'è da augurarsi che queste "aperture" non siano giunte troppo tardi e che ci sia ancora sufficiente spazio per poter recu perare talune posizioni che, negli anni passati, sono state appannaggio di una concorrenza estera meno imbrigliata da "lacci e lacciuoli".